Allora, sabato scorso presso l'Azure River soffiava una bora gelida da paura, per cui in casa Attila si è riproposto uno schema che torna buono dall'età della pietra: Attila a fare il cacciatore/raccoglitore andando a fare la spesa e varie altre commissioni (partendo alle 8 del mattino perchè il rumore delle persiane scosse dal vento lo sveglia all'alba) , mentre la Dolce Metà rimane a casa ad accudire la Piccolina (e a dormire al calduccio...).
Arrivando al Centro Commerciale, sto parcheggiando il Trattatore, quando vedo una donna intabarrata in un piumone con guanti, sciarpone e cappellone sugli occhi alle prese con l'apertura di uno di quei passeggini trappola, con grandissime difficoltà.
Io non riesco a farmi i cazzi miei, è tutta colpa dei miei e di quella cazzo di parabola del buon Samaritano di merda, per cui mi offro di aiutarla.
Il ciao con cui quella strana figura da cui spuntano a stento gli occhi mi accogle, mi sorprende, ma sono alle prese, a mani nude con il passeggino trappola staccadita e il mio ciao probabilmente risulta molto poco convinto.
Mentre lei tira giù una tutina imbottita altrettanto intabarrata, io, finalmente, riesco ad avere ragione del marchingegno bastardo. La figura incappucciata appoggia il fagottino nel passeggino e, mentre sto per andarmene, abbassa la sciarpa e....
Flashback: l'Inter sta iniziando una delle stagioni più bella di sempre (solo quella del triplete sarebbe stata più esaltante), George Bush senior sta diventando Presidente degli USA e a Lockerbie si vedono i fuochi artificiali made in beduinistan. Ecco, in quell'anno nel Liceo di Attila arriva una delle più spettacolari adolescenti che il sottoscritto abbia mai visto. Una di quelle tizie che pare camminare a 5 cm dal terreno tanto è mozzafiato. Nessuno ha il coraggio di chiederle niente tanto è uno schianto. Però anche semplice, insomma, parlare con lei è molto più facile che parlare a tizie molto più bruttine. Alla fine io, con la mia faccia di bronzo del cazzo, mentre l'Inter sta trionfando portando a spalla il Trap, mi anche faccio avanti, ma lei fa una risata e tutto torna nei ranghi, che è una delle cose talmente naturali che non ci penso nemmeno più (io, che, di solito, porto ancora i segni di ogni piccola esperienza amorosa adolescenziale).
Fine flashback, torniamo al freddo presente (quando l'Inter si prende quattro pappine dalla Roma, per intenderci).
Prendiamo un caffé (cioè lei un caffé, io un tè, che caffé il mio stomaco lo rigetta, sì, lo so, è un'altra ragione per cui potrei essere identificato come sociopatico), mentre il bimbo dorme.
Lei è davvero sciupata. E' una madre Single, il tizio, in pratica, dopo averle chiesto di avere un figlio, se ne è pentito ed è letteralmente scappato. Ha perso il lavoro dopo sei mesi di gravidanza perchè l'azienda ha chiuso. Vive dai suoi con suo padre "felicissimo" per come sono andate le cose. Raccontandomi tutto mi sembra quasi che le venga da piangere.
Io non le racconto un cazzo di me, ha troppo bisogno di sfogarsi. Faccio una sola cosa, le chiedo se ricorda quando si andava in piscina nel posto di mare vicino (come fessi, perchè andare in piscina con il mare a disposizione a pochi metri di distanza è da idioti) e se si fosse mai accorta quanto il suo fondoschiena turbasse gli astanti, così cominciamo a ridere sul passato. Lei parla della scuola, degli scherzi stronzi, delle occhiate ricevute e si illumina.
Ci lasciamo che sta ancora sorridendo...
...she says when she feels like cryingshe starts laughing thinking about...