lunedì 15 febbraio 2010

Sindacato-sindacò

Allora, io posso stare con la Dolce Metà e con la Piccolina due e dico due giorni alla settimana, per il resto rimango "Far from an azure river", per cui potete capire quanto mi scazzi a dover lavorare il sabato.

Orbene, venerdì sera, mentre stavo tornandomene a est, squilla il cellulare e c'è uno stracazzo di Operatore industriale che mi chiama perchè l'indomani ci sarebbe stato un "confronto" pubblico tra la sua azienda, la rappresentanza degli industriali locali e un sindacato autonomo che gli sta facendo casino per alcune assunzioni di personale già in pensione con incarichi di consulenza (3 persone), minacciando scioperi, mentre i sindacati confederali, giustamente, se ne sbattono. Potete capire quanto fosse il mio scazzo e quanti santi e madonne siano venute giù mentre prendevo la prima uscita del Passante (Spinea) e me ne tornavo verso ovest, in quanto dovevo rappresentare la "Proprietà dello Stabile", per cui parte semi in causa e, in coscienza, non mi sarei mai perdonato il mancare a qualcosa che poteva segnare in modo presumibilmente negativo uno dei miei siti (chi ha troppi scioperi fatica a pagare gli affitti).

Il sindacato in questione, organizzando l'incontro con giornalisti locali presenti etc. e avendo necessità/voglia di calare l'asso di bastoni, aveva portato un non so chi di Mammasantissima da Roma (probabilmente il Presidente o giù di lì), il quale doveva leggere la relazione introduttiva esplicante il problema fondamentale che andavamo a discutere. Il tavolo ovale che vedeva i giornalisti tutti su uno dei vertici, mentre le due controparti si affrontavano ai due lati, mentre io mi vedevo defilato sul lato della parte imprenditoriale.

Il tizio in questione, iniziava leggendo maldestramente con forte accento del sud la relazione che era stata consegnata a tutti e che mi ero letto la sera prima, come favola della buonanotte, in quanto mi era stata inviata via mail. Si capiva perfettamente che, oltre al grado di istruzione del tizio potesse essere al massimo la terza media (o, meglio, una terza media di qualche regione settentrionale, inutile scendere in polemiche, che poi mi becco del leghista, così aggratis), era la prima volta che leggeva il testo. In questi casi ci si dovrebbe mettere a dormire oppure a navigare su internet, ma ero troppo incazzato, avevo i fumi che mi uscivano dal naso, più questo leggeva stentatamente, più la rabbia saliva; notando che saltava alcuni pezzi di frase e "accorciava" alcune proposizioni, la parte malvagia e depravata di Attila accendeva il registratorino che normalmente porto quando si discutono cose interessanti e mi tocca rispondere a qualche mail, così da potermi risentire più tardi e con calma gli argomenti, così, per vedere se si poteva registrare qualche perla, da fare sentire ai colleghi italiofoni la settimana dopo (questa n.d.r.). Procedendo nella lettura arrivava alla parte fondamentale, in cui si parlava di queste persone per cui volevano indire lo sciopero e, in quel passaggio, faceva brillare la chicca:

Resto Originale circolato la sera prima:
- Persone senza una grande esperienza, ma, in quanto pensionate, assunte per favorire un indebito profitto da parte dell'azienda ai danni dei lavoratori precari

Veniva sintetizzato in bocca al Mammasantissima:
- Persone di grande esperienza che, pensionate, sono di indubbio profitto per i giovani precari

Ovviamente questa frase, così pronunciata, stravolgeva il senso dell'incontro, rendendo senza senso (come evidentemente era, in quanto avevo conosciuto i 3 pensionati, erano arzilli 70enni, davvero pratici in determinate tipologie di lavoro, che aiutavano il management a organizzare al meglio la distribuzione del lavoro in una lavorazione estremamente complessa, non aveva un cazzo a che fare con i precari) la minaccia di sciopero.

A questo punto, al sottoscritto nasceva spontaneo un sorrisetto divertito, e, nella pausa alla fine della relazione introduttiva, mi avvicinavo all'imprenditore e gli facevo sentire il passo, facendogli notare che il grand'uomo del sindacato non sapeva nemmeno di che cazzo si stesse discutendo, non dico essere preparato, ma almeno accendere quei due cazzo di neuroni superstiti.

Alla ripresa del confronto, l'imprenditore, brandendo il mio registratore, faceva riascoltare il pezzo incriminato e iniziava a urlare: "Di cosa stiamo parlando, signori? Il vostro rappresentate è talmente interessato alla sorte dei precari da non sapere nemmeno per cosa volete indire lo sciopero! In questo momento di estrema crisi, vi sembra serietà? Vi sembra corretto che chi si presenta a questo tavolo non abbia la più pallida idea di cosa si stia discutendo?" In maniera molto teatrale, con ampi gesti delle braccia, a tutto beneficio delle macchine fotografiche dei giornalisti presenti.

Morale: il giorno dopo sui giornali locali è uscita la notizia che il sindacato si presentava totalmente impreparato alla discussione e che lo sciopero era estremamente in forse.

Morale sottintesa: non fatemi girare i coglioni per delle cazzate, sennò io divento davvero cattivo e i canini me li limo agni dannata sera dopo aver morso il ferro.

4 commenti:

SCIUSCIA ha detto...

Certi sindacalisti sono la rovina dei lavoratori.

(certi lavoratori sono la rovina dei sindacalisti, del resto)

essere disgustoso* ha detto...

come diceva il mio professore di economia, "il sindacato e i diritti dei lavoratori è il tributo che l'impresa ha versato per evitare rivoluzioni di classe."

ed era un bravo professore. sebbene non sapesse coniugare bene i verbi.

ecco, ora ci vorrebbe un nuovo elemento che sia da tributo per i sindacati per evitare spargimenti di sangue verso gli stessi: ti dico solo che dalle mie parti una fabbrica in chiusura ha mandato a fanculo tutti i sindacalisti e ha manifestato con casa pound in prima fila. la prima manifestazione di operai con "boia chi molla" come slogan della mia vita.
poi, ovviamente, la fabbrica ha chiuso.

Attila ha detto...

Secondo me i sindacati servono, a patto di fare i sindacati e non le vetrine di qualche personaggio senza arte nè parte che, pur di non lavorare cerca un posto in politica.

Se lotti per questioni attuali e fattive, hai ragione del tuo ruolo e servi, sennò sei la peggiore zavorra e la zavorra tira a fondo.

essere disgustoso* ha detto...

il sindacato sta attraversando una crisi simile a quella della politica.
solo che in fabbrica, per proseguire il paragone, di grillini antipolitici ce ne sono 9 su 10.
e la situazione è disperata.