venerdì 23 luglio 2010

Teste di Minchia

Quei quattro idiotoni che stanno seduti su quei quattro scranni del cazzo che sono talmente rincoglioniti da fare il paio con quei quattro fessi decrepiti cassantisti che erano convinti che lo stupro non potesse essere perpetrato se la tizia aveva i jeans, hanno idea di cosa sia uno stupro o una violenza su minore?

Ci sarebbe da augurarsi che ogni nipote di quei quattro bacucchi del cazzo diventasse vittima di un atto di violenza, così inizierebbero a pensare un paio di volte alle "alternative" alla carcerazione preventiva.

Perchè, grandissimi figli di puttana, per una stracazzo di frode fiscale del menga, i cui contorni sono ancora piuttosto oscuri, si marcisce in galera in attesa di giudizio, mentre per una violenza su minore o uno stupro ci sono "alternative" al carcere preventivo?

Ma che cazzo di crimine è più odioso di una violenza sessuale contro chi è più debole o di un abuso violento su minore?

Perchè, brutti stronzi teste di merda, frodare un milione allo stracazzo di Stato può essere grave, tanto con tutti i soldi che lo Stato butta per un esercito di forestali calebresi, cazzo vuoi che sia un milione, ma rovinare la vita ad una persona che il balordo giudica debole, porca vostra madre quella bravissima passeggiante, quanto vale?

Non avete una stracazzo di coscienza di merda dentro quel cranio del cazzo?

Sì, ma la mafia è socialmente... un paio di cazzi!

Lo stupro non è "socialmente", ma che cazzo dite?

No quello è solo un "diritto della persona"... un "diritto della persona" non farsi stuprare, per cui è meno grave? Ma che cazzo avete sotto a quel cazzo di parrucchino di merda?

Stavolta sono al 2000% con la ministra, che sarà anche "aspirante", ma stavolta ha tutte le ragioni!

E nessuna stracazzo di pseudofemminista del menga che osa proferire una sola riga...

Sì, sto pensando anche a lei (no, se mi leggi, non ti ritengo una stracazzo di pseudofemminista del menga, ma sono molto deluso), perchè da lei il silenzio proprio non me l'aspettavo, probabilmente era più semplice, oggi, prendersela con Calderoli.

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POST SCRIPTUM

Fino al 2 agosto sarò in vacanza a correre dietro alla Piccolina sulla spiaggia. Ci vediamo nel prossimo mese!

giovedì 22 luglio 2010

I film del cazzo ti rovinano la vita

Io lo sapevo di avere ragione, l'ho sempre saputo, era impossibile che sbagliassi e adesso, finalmente, grazie ad uno studio, ho la prova provata della mia tesi.

I film del cazzo fanno male alla salute.

L'ho sempre detto alla Dolce Metà, che, piuttosto che vedere qualche merdata romanticona su Sky, è molto meglio rivedersi Predator (quello vero, non quella roba con il nasone) per l'ennesima volta!

Insomma, se uno dice, "andiamo a vedere The Expendables" perchè non nuoce sicuramente alla salute, una deve guardarlo con ammirazione e rifuggire ad un qualsiasi film con Meg Ryan (che anche se è una topona da urlo, fa sempre lo stesso cazzo di ruolo nello stesso cazzo di film da 40 anni a questa parte) come il diavolo con l'acquasanta.

Invece, lo so già, anche davanti a qualsiasi cosa passa Sky Cinema Max in prima serata, la Dolce Metà pianterà il muso e mi costringerà a virare su Sky Cinema Mania (no, ommioddio no, che Dio possa avere pietà di noi) in cui ci sarà una cazzosissima commedia/drammino a lieto fine in cui tutti si abbracciano e la "lei" nella pellicola scopre che il (in realtà gayssimo) suo "lui" cinematografico oltre ad essere pulito, educato ed elegante (perciò, come dicevano giustamente in In&Out "è gay", no io sono etero, anche se ricordo alcuni spezzoni di In&Out, soprattutto quello sulla cassetta "di Schwarzenegger") la ama alla follia e si prostrerebbe in qualsiasi caso a zerbino annullando anche quel poco di volontà propria che gli rimane, non perchè lei non continui a rompere i coglioni, no, eccheccazzo, quella è roba da vita reale, no, perchè lei sia felice per tutta la vita e magari anche oltre.

No, che "Un giorno di ordinaria follia" finisce male, che non sia mai che lo schizzato venga fatto fuori, che poi ci si resta male, meglio una Pretty Woman, dove un troione che si autogiustifica con gli studi e chissà quante malattie ha in corpo, vivrà per tutto il resto della lussuosa vita con uno stracazzo di miliardario che diventa all'occorenza anche un filantropo, dopo essere stato un Gordon Gekko con meno palle prima.

Adesso, però, ho la prova scientifica e da domani sera, ogni qualvolta la Dolce Metà proverà a sfiorare il telecomando per togliere un film d'azione dal teleschermo, dove la Piccolina si diverte un casino a vedere le esplosioni (con il papà, che in un riflusso di coscienza, le si para davanti nelle scene di squartamento), io caccerò fuori lo studio della Heriot-Watt University di Edimburgo e potrò sostenere tranquillamente che noi stiamo guardando Die Hard with Vengeance perchè non pregiudica in alcun modo il nostro rapporto, che poi, se guardiamo un film con l'happy ending romantico, possiamo andare in crisi e la Piccolina può rimanere traumatizzata.

Ovviamente da questo ne deriva che porcate come L'Ultimo Bacio e la quasi totalità della produzione italiota verrà bannata dagli schermi di casa Attila.

Bwahahahahahahahahahahahahahahahaha!
(Risata satanica)

IL MONDO E' MMMMMMIO!

mercoledì 21 luglio 2010

Marian Hood

Sì, a me che dell'ignoranza ho fatto un vessillo, questa citazione quasi colta mi fa molto autopompino gaudente senza costola da asporto.

Allora, io viaggio molto in macchina però, grazie alla Grande Multinazionale Bastarda che mi ha concesso la videoconferenza dall'anno scorso, non viaggio più di tanto in aereo, che non è che mi dispiaccia volare, è che si perde un sacco di tempo e un'orecchia mi si tappa immancabilmente per almeno 7-8 ore.

Come ho detto confusamente nel capoverso precedente, una volta viaggiavo molto anche in aereo, perchè la Grande Multinazionale Bastarda, essendo multinazionale, ha sedi ed interessi sparsi in giro per il Mondo e vuole che i propri managers sappino quello che succede negli altri Paesi, anche se per il loro personale business gliene potrebbe fregare un cazzo. Orbene, la Grande Multinazionale Bastarda, per non far vedere come dei morti di fame i propri dipendenti, li faceva viaggiare (e li fa viaggiare a tutt'oggi nel caso meno frequente di spostamenti) in business. Il buon Attila, non potendo fare letteralmente un cazzo in aereo, avendo a disposizione delle poltrone confortevoli, di norma si metteva (e si mette, sempre nel caso di cui sopra) a dormire e, a causa della bradicardia che lo aiuta nelle prestazioni sportive (e anche non, ma sono un buon padre di famiglia e se parlo di questo mi tocca arrossire di default), le sue pulsazioni calano sotto i 33 battiti al minuti ed entra in una specie di catalessi che nemmeno i cannoni di Navarone riuscirebbero a turbare.

Orbene, con quale stato d'animo il nostro Attila affronterà il prossimo viaggio in aereo, dopo aver letto una notizia come questa? Va bene che non sono uso a portare più di 50 € nel portafoglio (alle volte anche meno di 5 € e la Dolce Metà mi accusa di barbonismo acuto), preferendo le carte di credito, però mi seccherebbe alquanto dover guardare con occhi truci tutte le hostess che mi si appropinquano e, non potendo portare un paio di Sai a bordo, mi seccherebbe dovermi circondare di campanelli come una fottutissima girlanda di benvenuto natalizia.

Oddio, se sono piuttosto carine, potrei infilarmi sempre i miei averi tra la gioielleria biologica, senza raccontare, nel caso rimanessi derubato, troppo a proposito dei dettagli della disavventura occorsami alla Dolce Metà che potrebbe non capire il perchè di un cotanto espediente di sicurezza.

martedì 20 luglio 2010

Nascon... Dinho!

Che tempi duri.

Adesso che tutti aspettano il tuo cadavere non più lungo il fiume, ma in mezzo allo stadio.

Adesso che il delfino ti tira dietro il galak dal suo scranno nella cameretta.

Adesso che ogni bagasciona da asporto giura e spergiura di averti tirato addosso il suo tanga.

Adesso che i figli ti vogliono fuori dal cazzo, perchè non ne possono più dei tuoi raccontini di come ti sei rotto il culo, mentre loro, a quell'età, tacchinavano il divetto delle telenovelas o le fastfoodine a bocce scoperte.

Adesso che il tuo ultimo innamoramento calcistico è un panciuto brasiliano che non riusciresti a venderlo nemmeno negli USA per qualche spicciolo.

Adesso devi arrivare in elicottero, che i tifosi ti stanno aspettando ai cancelli per dividere con te la somma felicità a cui li ha portati la tua ultima campagna acquisti. Certo, la battuta su Rosy Bindi di ieri è stata molto più elegante di quella su Leonardo, che lo sanno anche i piccioni del Duomo che quello se ne è andato perchè gli rompevi i coglioni per mettere in campo quella squadra di vecchiacci che gli hai ammollato, con la quale non si vince un benemerito nemmeno alla Playstation.

Vabbé, dai, che il panciuto brasilero ti sta aspettando, ha cantato anche con 50cent, per cui può fare benissimo l'Apicella della situazione, che, forse, Kakà un po' di nostalgietta di te ce l'ha, solo che il Piersilvio non ti lascia più cacciare fuori tutti quei palotti per l'ingaggio... e ti viene ancora la lacrimuccia anche quando pensi al "ruotino" di Lentini mentre torna dalla sua visita a mrs Schillaci, che almeno lui poteva entrare a Milanello in automobile, senza doversi nascondere per evitare le bordate di fischi di quelli che non si sono evoluti.

lunedì 19 luglio 2010

Eroi

Da una parte c'è chi considera Mangano un'eroe, dall'altra c'è chi considera Carlo Giuliani un eroe.

Adesso mi sento davvero stupido a giustificare la mia scheda bianca di default adducendo ragioni di opportunità.

venerdì 16 luglio 2010

In culo a tutti i nazistelli di merda



Questo video è un'ottima risposta a tutte quelle merde di neonazi, negazionisti e coglioncelli vari.

Ahmadinejād, pigliatelo nel culo, così, bello bello, fino in fondo.

giovedì 15 luglio 2010

Elektra

Non ho voglia di girarci troppo attorno: stanno morendo in troppe.

Sarà il caldo, sarà la crisi del maschio moderno, sarà la confusione culturale contemporanea, sarà la scuola che non riesce più ad educare, sarà la scomparsa dei valori familiari, sarà la perdita di tutte le ideologie; onestamente non me ne frega un cazzo di cosa o di chi sia colpa, lascio questi pensieri ai soliti fancazzisti con un dito alto e l'altro in culo che pontificano dall'alto di qualche scranno televisivo o cattedratico, a me interessa il risultato finale.

Ho la responsabilità di una figlia che ha compiuto da poco 16 mesi e ho la necessità di far sì che, nel prossimo futuro, il primo balordo con la luna storta non la usi come bersaglio delle sue frustrazioni di merda del cazzo.

Sì, c'è il reato di stalking... bella merda, quando fai marcire in galera un tizio che si è costituito tornando dal Brasile per una presunta frode fiscale e non tieni nel gabbio una merda che si è presa già diverse condanne per reati di violenza contro le sue ex, che cazzo di fiducia puoi avere in quei pagliacci con il lenzuolo nero addosso costantemente preoccupati per la demograzzzzzia da dimenticare perchè cazzo sono pagati dagli straminchioni (io per primo) di contribuenti?

No, non esiste che il primo cazzettino con le palle girate perchè il suo straminchiosissimo mondo di merda sta collassando in quanto non è capace di pulirsi il culo se si sente abbandonato faccia fuori una solamente perchè ha la forza di farlo.

Ho fatto per anni l'istruttore di autodifesa in alcune palestre e ne avevo parecchie di donne che venivano al corso perchè avevano paura dell'ex di turno, che è sempre il ragazzo più buono e più bravo del Mondo per i vicini e i conoscenti, ma, effettivamente, una gran merda per chi ci deve convivere quotidianamente, perchè a minacciare chi ha in media 20 kg meno di te sono capaci tutti.

Anche la Dolce Metà ha avuto uno stalker, che non era un ex, ma un "respinto", purtroppo, per lui, me lo sono trovato davanti e diciamo è stato "dissuaso" con le (quasi) buone a navigare verso più verdi lidi, se non voleva trovarsi a fare l'inventario di fratture esposte per arto. Lei non ha voluto imparare l'autodifesa perchè odia subire le leve (e se uno non prova a subire, non potrà mai prodursi a farle) e un pugno tirato in maniera corretta le è da sempre sembrato poco elegante, però le ho insegnato alla perfezione come usare una Maglite a 4 torce (perchè quelle a 5 o 6 torce risultano troppo pesanti per essere correttamente maneggiate dal suo polso) e in che maniera utilizzare lo spray urticante che ha attaccato al portachiavi.

La Piccolina (la Dolce Metà è, stranamente ed imprevedibilmente, d'accordo con me) inizierà a fare con me autodifesa dal compimento del suo 5° anno di età (come Elektra), che non vuol dire fare arti marziali, ma imparare a difendersi nel senso proprio del termine. Facciamo un esempio: se ti trovi davanti un tizio armato, la cosa più stupida che puoi fare è metterti in guardia, devi sembrare il perfetto pirlotto indifeso, per poi attaccare all giugulare appena ti si presenta il momento propizio (quello che scrivevo anche nelle "lezioni di autodifesa") facendogli più male possibile nel più breve tempo, tanto da permetterti una fuga agevole nel caso non si riesca a detronizzare l'avversario. Ovviamente, se poi cercherà di abusarne, saranno tanti calci nel culo che dovrà imparare a sedersi in levitazione.

Certamente il più grosso problema risiede nella difficoltà di capire che quello con le sembianze di un bravo ragazzo a modo può essere uno stracazzo di psicopatico pronto a sbroccare al primo no. Perchè, diciamoci la verità, tanto l'ipocrisia del cazzo non mi si addice, se mi si presenta davanti una stramerda di drogato del cazzo so già che potrebbe essere potenzialmente letale, per cui posso prepararmi al peggio oppure aprire in due la testa di mia figlia (in senso figurato) per vedere cosa c'è dentro, o se si presenta con un bel magrebino, posso sempre metterla in guardia che, purtroppo, ci possono essere degli scontri culturali (e talvolta fisici, sono stato testimone da CC in un paio di casi) sul ruolo della donna nella società; sarà, (ripeto) bando all'ipocrisia di merda, ma i pregiudizi (brutti, sporchi e cattivi) alle volte ti parano il culo dal duro scontro con la realtà che non combacia con le immagini idilliache delle nostre aspettative buone eque e solidali. Certamente quando il tizio ti si presenta come una specie di stracazzo di Patrick Bateman, le cose si complicano in maniera spaventosa, per cui bisogna essere preparati, anzi, bisogna che la Piccolina sia preparata, non riuscirei mai ad avere la coscienza a posto se non lo facessi.

Lo so, lo so, dopo quello che ho scritto, potreste pensare che sono uno stracazzo di fascista razzista e robe simili. Niente di più lontano da quello che sono. Se vedo un drogato o un extracomunitrario o un barbone in difficoltà io sono il primo ad accorrere in aiuto e non scherzo proprio un cazzo, mi sono cacciato già un paio di volte nei guai per questi miei slanci (e un giorno o l'altro farò anche un post su questo); d'altra parte non posso mettere la testa sotto la sabbia e dicendo che chi venderebbe la madre per un buco oppure a chi è stato inculcato fin da bambino che la donna deve fare da scendiletto vivente all'uomo sia la persona più innocua con cui intrattenersi se si è una giovine.

In ogni caso, anche se ha solo 16 mesi, la Piccolina (volente o nolente, non me ne frega un cazzo) diventerà come Elektra (per cui lontana da avvocati ciechi e da tizi con il bersaglio in fronte), solo senza Sai da portarsi in giro, che non sono proprio pratici nel XXI secolo, meglio la Maglite e l'urticante.

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POST SCRIPTUM:

Come anche il lettore più distratto ha potuto notare, questo post è farcito di "espressioni francesi", in quanto, dopo gli ultimi fatti di cronaca ed avendo una figlia che ha da poco passato la soglia dell'anno di vita su questo pianeta, denoto su me medesimo, una certa preoccupazione: è proprio vero, i figli ti stravolgono la vita, fino a poco tempo fa, avrei preso questi racconti come interessanti fatti di cronaca...

martedì 13 luglio 2010

120 di questi giorni

Ok, lo so che è la solita sparata del Berluska, va bene che il mio pero non dista molto, ma sono rotolato almeno a qualche metro per capire che è il solito colpo dell'arzillo escrtante.

In ogni caso, mi ha fatto pensare molto (per quanto sia possibile vista la mia modesta capacità intellettiva).

La prima cosa che mi è venuta in mente sono stati gli "Spaziali" di Asimov.
Chi vive troppo a lungo perde il contatto con la realtà, niente ti riesce più a stupire, per cui la realtà diviene solo un noioso film che tieni in sottofondo, come una tv che rimane accesa, ma che tu non guardi. Pensate di essere nati nel 1900, avere visto (o partecipato) alla Grande Guerra, vissuto il fascismo, avere subito la II Guerra Mondiale, la Guerra Fredda, avere partecipato al boom, essere stati testimoni della contestazione, avere passato gli anni '80 con la caduta del Comunismo, aver assistito all'alba di Internet, aver seguito l'abbattimento delle Twin Towers ed essere stati partecipi della crisi dei mutui, c'è ancora qualcosa che vi stupirebbe una volta arrivati nel 2010, con la prospettiva di vivere ancora 10 anni?
Chi sa di dover vivere a lungo inizia a elaborare una paura massima per la morte: se io ho una vita media di 80 anni, se dovessi scomparire prima, diciamo a 50 anni, saprei di perdere meno della metà di ciò che mi resta da vivere, mentre se fossi ragionevolmente sicuro di arrivare a 120 od oltre, inizierei a temere di perdere più della metà della mia esistenza. Si perderebbe ogni senso d'avventura, il timore di perdere se stessi inizierebbe a serpeggiare
Arriveremmo all'eugenetica pura, per far sì si possa garantire questi 120 o più anni, esattamente come succedeva presso gli Spaziali.
No, l'immortalità non è adatta al nostro vivere, come una longevità troppo lunga.

Personalmente, solo la prospettiva di vivere così a lungo mi terrorizza.

Ponendo il caso di rimanere con la salute e la freschezza mentale (sì, lo so, che detto da me suona ridicolo, io che all'augusta età di 36 anni comincio a tirare numeri con la memoria, non è che sia un campione attendibile) di oggi, non riuscirei a sopravvivere alla prospettiva di vivere altri 84 anni.

Il mio più grande incubo è la noia, alle volte penso che tutto quello che ho fatto fino ad oggi sia stato per sfuggire alla noia, un po' come Atreiu che cerca di sfuggire a "il Nulla"; la prospettiva di dover vivere vivere così a lungo fa sì che mi renda conto già adesso che, un giorno o l'altro in questo lunghissimo tragitto che porta ai 120, la noia prenderà il sopravvento.

No, no, l'immortalità non fa per me, se la vuole il Berluska, se la tenga stretta, io, pur conducendo uno stile di vita tendente al salutismo, sono affezionato alla mia data di scadenza, che di annoiarmi non ho proprio voglia.

lunedì 12 luglio 2010

In Quel Momento

Tu stai correndo con il pallone e tutto ti sta inseguendo.

Dietro a te c'è la mitizzazione del calcio globale, quello di Cruijff, quello che va in vantaggio al primo minuto con la Germania, per poi prendersele a fine partita 36 anni prima.

Dietro di te c'è il mito della sera prima passata a bere, fumare e a scopare con mogli e fidanzata, che sei la nazionale della rivoluzione; che io, se fossi olandese, contro mogli e fidanzate dei giocatori, emetterei un ordine restrittivo, vietando di varcare i confini del Paese che ospita la competizione, come minimo perchè portano sfiga.

Dietro di te c'è una finale persa contro i Colonnelli, perchè in Argentina Mario Kempes deve segnare perchè siamo nel 1978 e non c'è stata ancora la guerra delle Falkland a mettere quei fascisti in divisa al loro posto.

Dietro di te c'è uno dei goal più belli della storia del calcio, che ha portato l'unico trofeo in bacheca, quel Campionato Europeo che doveva dischiudere le porte del Mondo tra treccine e cigni.

Dietro di te c'è lo sputo tra i capelli di Voeller in un pomeriggio di San Siro denso di follia da parte di uno dei più grandi interpreti del centrocampo di ogni tempo.

Dietro di te c'è la più bella partita dei Mondiali degli Stati Uniti, persa, con onore, contro i futuri campioni nei quarti per 3 a 2.

Dietro di te c'è un quarto posto in Francia, con il Brasile a rompere di nuovo le palle in semifinale e la Croazia a fare una finalina da spettacolo, dopo aver fatto sudare freddo una nazione nell'altra semifinale.

Dietro di te c'è un Toldo insuperabile nella semifinale degli Europei che si tenevano in casa, con tutto il pubblico che rimane annichilito di fronte ad un portiere che riesce a parare, quel giorno, qualsiasi cosa.

Dietro di te c'è la semifinale europea contro il Portogallo che porterà alle dimissioni del CT Advokaat per le ripetute minacce di morte.

Dietro di te c'è l'avversione per le squadre di nazioni che parlano portoghese, perchè il Portogallo la sbatte fuori dopo una delle partite più fallose della storia del Mondiale 2006.

Dietro di te c'è la Russia del connazionale Hiddink che ti sbatte fuori da un Europeo in cui la tua Nazione aveva sbatacchiato i Campioni del Mondo e i Vice Campioni del Mondo nel girone di qualificazione.

Dietro di te c'è una Finale di Champions League persa perchè quel fenomeno argentino che piace tanto al barbetta vestito a festa si è perso quell'altro argentino che non piace un cazzo al barbetta vestito a festa.

Dietro di te c'è una squadra che ti ha calcolato il giocatore più costoso della sua storia calcolando i soldi spesi per minuti giocati e che lo scorso anno ha speso 240 milioni di euro per cacciarti.

Dietro di te c'è la tua età (26 anni) che cozza abbestia con il tuo aspetto da maturo 36enne.

Dietro di te c'è quel nanerottolo spellato che ti ha lanciato e che confida in te per il pallone d'oro (o come cazzo si chiama adesso, dopo le solite maneggiate di Blatter), avendotela messa là dietro sempre in quella maledetta finale di Madrid.

Dietro di te c'è una partita in cui tutti i tuoi compagni (anche il nanetto spellato pallonedorosognante) hanno menato come fabbri, tanto da intimidire pure la controfigura di Mastro Lindo fatta ad arbitro, che non ha proprio il cuore di estrarre un rosso, fino a che Heitinga non glielo cava proprio dalle manone.

Dietro di te c'è un allenatore che è un nessuno, con i cappelluzzi bianchi a riportino, però l'ha messa prepotentemente là dietro a Dunga ed al filosofo terzomondista Washington, così zitto zitto.

Dietro di te c'è una Nazione che si è scassata il cazzo di passare per la più simpatica e anticonformista europea e vuole iniziare a vincere, anche pestando, per non sentirsi dire ogni volta "che peccato, eravate così simpatici e così gentili".

Probabilmente il bagaglio che ti porti dietro è troppo pesante, forse piuttosto che pensare a quello che c'è dietro, bisognerebbe preoccuparsi di quello che sta davanti, probabilmente per te sarebbe più facile colpire al volo da fuori area un cross da corner come è successo in quella fredda serata inglese oppure, probabilmente, chissà.

In quel momento, ecco sì, In Quel Momento, proprio In Quel Momento non c'è alcun guizzo, alcuna giocata ad effetto, alcun tocchetto sublime, alcuna finta spiazzante...

...Solo un tiretto che si infrage sulla caviglia di Casillas, il quale non ci crede tanto nemmeno lui che hai potuto optare per una soluzione così fiacca.

Così il corso delle cose fa andare tutto come deve andare: il più forte vince e tu rimani a guardarti alle spalle, perchè quello che ti correva dietro non ti ha lasciato pensare lucidamente a quello che c'era davanti.


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POST SCRIPTUM:

Ai miei quattro lettori, prometto che questo è l'ultimo post sul calcio per questo periodo e che da domani si ricomincia a parlare di altro.

venerdì 9 luglio 2010

Ivica Surjak


E siamo arrivati a due giorni da quella che un tizio con la barba e grossi problemi derivanti dalla senilità definirebbe finale antistorica del Sudafrica.

Oggi parlo di Surjak, lo jugoslavo dell'Udinese, sì, perchè nel 1982 nessuno, di qua dal confine, si immagina che da lì a 10 anni sarebbe scoppiata la più sanguinosa guerra dalla fine del secondo conflitto mondiale in Europa, che adesso è croato, mi sa che potrebbe arrivare un bel pugno sul naso se uno gli desse dello "jugoslavo".

Surjak è quello che si potrebbe definire una vittima delle circostanze, ma andiamo con ordine.

Siamo nell'estate del 1982, finiti i mondiali, Dal Cin, che è uno furbo, il classico maneggione che cade sempre in piedi, non contento di vedere un'Udinese sempre sull'orlo del baratro della B (e se non ci fosse stato lo scandalo totonero, in B ci sarebbe finita con entrambi i piedi nel 1980), dopo aver preso Causio, Pancheri e Muraro l'anno prima, quest'anno vengono acquistati anche Virdis, Pulici, il brasiliano Edinho e quel lungagnone di Surjak.

Acquisto importante Surjak, uno che arriva dal Paris Saint-Germain (come da unica foto trovata, sgrunt!), uno che da mezz'ala in una stagione mette dentro 16 palloni.

Udinese vuol dire serie A, vuol dire confrontarsi con i Campioni del Mondo, tutti i campionissimi stranieri fanno la fila per venire a giocare nel Campionato più Bello del Mondo: Falcao (che gioca a Roma già da un paio di stagioni), Platini, Boniek giusto per fare qualche nome.

Poi è una società che si sta strutturando, che tra Mazza e quel volpone di Dal Cin, tirano sempre fuori qualche coniglio dal cappello.

Surjak gioca bene e tutti lo notano, l'Udinese non va male, anzi, però. Però, ecco, qui entra il però, quella stupida congiunzione che può mangiarsi una carriera. Surjak prende troppe traverse e vale a poco che il mister Ferrari vada a misurare le porte dello Stadio Friuli e scopra che sono 4/5 cm più basse del consentito. L'Udinese arriva sesta, gran bel risultato quel sesto posto in campionato, che se non porta all'Europa è un buon viatico per l'anno successivo.

L'anno successivo, grandi ambizioni per l'anno successivo, che si può puntare ad andare in Europa.

Qui ci mettiamo un altro bel però, ma uno di quelli grossi. Perchè Mazza e Dal Cin, il gatto e la volpe, hanno in mente quel colpo che sembra impossibile, che è ridicolo solo da pensare: portare a Udine Arthur Artunes Coimbra detto Zico, il più affermato fantasista del momento (Maradona è troppo giovane, Platini non è un fantasista).

E' un colpo talmente incredibile che neppure la FIGC ci crede e chiede da dove possono spuntare tutti i soldi da dare al Flamengo per l'acquisto di Zico, per cui blocca l'operazione. Tumulti di piazza, nasce il mito che eccheggia ancora oggi in tutto il Friuli del "O Zico o Austria" (non mi invento un cazzo, da qualche parte sono rimaste ancora le scritte sui muri fatte all'epoca).

Ivica rimane sospeso, sospeso perchè non lo si può mandare via, perchè se poi Zico non è tesserabile che si fa? Si gioca senza la mezz'ala? Nemmeno pensarci a un'eventualità del genere.

Così Surjak aspetta. Certo, il confronto con Zico è impietoso, ma in quel momento lo sarebbe per chiunque. Zico è un mito, è l'uomo che agita le folle, che fa sognare tutti i tifosi del globo, chi non vorrebbe avere Zico nella propria squadra, Zico è colui contro il quale un portiere, se ha una punizione dal limite in cui Arthur sistema il pallone, si prepara già mentalmente ad andare a raccogliere la palla in fondo al sacco, che non c'è proprio nulla da fare.

La FIGC cede, perchè la pressione oggettivamente è troppa, concede il via libera a Zico.

Così Surjak si ritrova a giocare l'ultima partita con le zebrette friulane contro la sua Hajduk di Spalato (di cui diventerà dirigente), con la staffetta tra il primo ed il secondo tempo tra lui e Zico.

In quel momento c'è il passaggio tra due epoche per Udine calcistica e Surjak, bravissima persona, è la vittima sacrificale, colui che si deve immolare affinché si produca il cambiamento. Lo fa con professionalità, non si scompone nemmeno un attimo, ringrazia tutti e saluti, perchè contro il fato e la natura è impossibile combattere. Che recriminazioni si possono avere verso qualcuno che all'amichevole successiva porta la squadra a vincere contro il Real Madrid (che è come il Real Madrid odierno, solo che vince anche le coppe e i campionati, tanto per intenderci) con un gol ed un assist?

Starà fermo un anno, che è un tempo davvero lungo per un calciatore, per poi raggiungere l'allenatore che misurava le porte (Enzo Ferrari) al Saragozza, dove la stagione sarà segnata dagli infortuni, il ritiro negli Stati Uniti per giocare a calcetto e, dopo tutto questo, la guerra che lo porterà ad essere definito non più jugoslavo, ma croato.

Sugli spalti dell'ultima partita di Ivica c'è anche il piccolo Attila, che l'Ingegnere lo porta perchè vuole vedere come gioca Zico dal vivo, perchè quella sera non è di preparazione precampionato, per cui si può andare a guardare il calcio, dopo essersi preparati a giocarlo (perchè il piccolo Attila va con l'Ingegnere e se ne sta a palleggiare sul muro e a tirare un po' di rigori ai portieri mentre l'Ingegnere dirige la squadra, il ruolo di mascotte proprio non lo vuole). Quando entra Zico ed esce Surjak c'è un applauso fragoroso per l'uscente ed un boato assordante per l'entrante, il giovane Attila resta affascinato, ma quando si desta dallo stupore, si gira e chiede all'Ingegnere che fine farà Suriak e l'unica risposta che riceve è un lapidario e distratto "Non lo so, guarda che dribbling", in quanto sta già seguendo i movimenti dell'asso brasiliano. L'imberbe Attila segue il consiglio dell'Ingegnere e lascia che Ivica raggiunga gli spogliatoi o si inabissi all'interno della panchina (onestamente non lo so), trascinato da tutte quelle circostanze che gli faranno concludere a breve la sua carriera nel calcio giocato.

giovedì 8 luglio 2010

Ludo Coeck


La sua figurina mi ha semprer ricordato quei tedeschi che venivano in ferie d'estate sulle coste dell'Alto Adriatico, belli, biondi e naturalmente tamarri, come solo un deutscho DOC sa esserlo.

Però questa non è una storia allegra, perchè uno a 30 anni non può morire, soprattutto se si è un calciatore famoso, che l'Inter lo ha comprato perchè è il gran trascinatore dell'Anderlecht che vince sia la Coppa delle Coppe che la Coppa UEFA e del Belgio sia ai Mondiali di Spagna che agli Europei di Francia.

Peccato che la campagna acquisti dell'Inter sia sostanzialemente sbagliata, perchè, a centrocampo, ha 3 giocatori con caratteristiche troppo simili: Hansi Muller, Evaristo Beccalossi e lui Ludo con la sua chioma bionda, che quando si muove in campo si nota, eccome se si nota.

Si fa male presto, è sempre infortunato, tanto da collezionare solamente 9 presenze e non segnare nemmeno 1 goal, lui che ne aveva segnati 54 con l'Anderlecht e 4 con la nazionale, di cui uno in Spagna, nella kermesse mondiale, che tutti applaudono Ludo, che Ludo è una bandiera.

Quando una bandiera viene ammainata, si affloscia, i suoi muscoli non rispondono, non guarisce dagli infortuni. Quando gioca, deve adattarsi ad un ruolo che non è il suo, perchè già gli altri 2 si adattano a fare cose per cui non sono portati, figuriamoci se uno che è più sul lettino del fisioterapista che non sul campo di allenamento può fare lo schizzinoso, no, si deve adattare, punto e basta, che è anche costato un tot.

Solo che da centrocampista centrale è troppo lento, non è mica Falcao, lui vorrebbe stare sulla trequarti sinistra, come era abituato nel campionato belga, a elargire tocchi di fino, senza correre troppo, a fare le sue giocate e a segnare per andare a raccogliere gli applausi del pubblico, del suo pubblico, che a 28 anni uno è nel pieno dell'attività agonistica.

L'anno dopo l'Inter lo dirotta all'Ascoli, per vedere se l'aria di mare lo fa ristabilire, ma di lui si perdono le tracce, senza nemmeno una presenza in gare ufficiali. La collina, la distanza dalla grande città tentacolare, l'aria buona, il mare non servono a niente, di Ludo non si sa nulla, per cui Rozzi, sanguigno presidente dell'Ascoli Calcio, lo rimanda indietro alla corte di Ernesto Pellegrini, che intanto aveva acquistato l'Inter da Ivanoe Fraizzoli. Ma che se ne fa l'Inter, che intanto ha acquistato Karl Heinz Rumenigge (che, per uno di quegli strani scherzi del destino, è nato lo stesso giorno di Ludo, il 25 settembre 1955) e Liam Brady, così non c'è posto per un secondo straniero tra i neroazzurri, soprattutto per chi, seppure a 30 anni, ha collezionato 9 presenze in gare ufficiali in 2 stagioni.

Ma di Ludo se ne ricordano ancora in Belgio, e il Molenbeek gli propone un contratto, quello che potrebbe rappresentare la rinascita, che giocare a casa propria e non tra i mandolini e le pizze è tutta un'altra cosa. Purtroppo non lo sapremo mai, perchè un incidente nei pressi di Rumst gli provoca delle fratture ed un trauma cranico che non gli lascia scampo, morendo presso la clinica dell'Università di Anversa il 9 ottobre del 1985 a 30 anni da poco compiuti.

Il piccolo Attila non può credere che quel tizio biondo sia morto, perchè muoiono solo i calciatori vecchi, quelli che non sono più in attività, quelli che sono vecchi, non chi 2 anni prima è stato presentato alla stampa con tutti gli onori e che doveva iniziare il ciclo dell'Inter dei trequartisti. E' impossibile, i calciatori in attività non muoiono, non possono morire, sono immortali, sono invincibili, sennò che li tifa a fare lo sbarbatello Attila.

Invece Ludo muore ed è un altro segnale per Attila, che tra poco dovrà fare ciao ciao con la manina alla propria infanzia, inizierà a capire che anche i calciatori professionisti sono esseri umani e non supereroi che fino a che sono in attività sono immortali, che il Mondo là fuori che lo aspetta è bello e vario, ma non è che abbia pietà per nessuno.

mercoledì 7 luglio 2010

Beniamino Vignola


Al di là che non ho trovato una foto più grande su internette, per cui mi devo accontentare di questa, questo, fin dalla mia infanzia, è l'uomo mite per antonomasia.

Scelto da Le Roi Platini in persona per essere la sua controfigura nella Vecchia Signora targata Trapattoni prima e Marchesi poi, preferì rimanere all'ombra del francese (pur con una fuga in avanti andando a Verona nel 1985-86) e si eclissò una volta finito il ciclo del suo mentore, andando ad Empoli e chiudendo la carriera a 33 anni a Mantova.
Un giocatore dalla classe pura, con un talento innato, ma che non è mai riuscito ad avere un fisico e una personalità che lo avrebbero potuto far primeggiare.

Quando Le Roi era stanco, cosa che non accadeva di rado, visto che a Michel non è mai piaciuto correre più di tanto, ecco che Beniamino si faceva trovare in campo, sempre perfetto nella sua mise bianconera o gialla (la seconda maglia della Juventus era gialla all'epoca e non quella porcheria bianca con un paio di strisce uscite fuori male al centro, roba che sembra uscita dalle seratone di Lapo), sempre a fare il tocco di fino ed essere celebrato da tutti i commentatori per la grazia e lo spirito di sacrificio, in quanto se ne stava buono buono in panchina senza protestare.

Vignola ha la faccia del bravo ragazzo, sempre, quella faccia da cui compreresti tranquillamente una macchina usata oppure sottoscriveresti una polizza vita, così, senza pensarci, perchè ispira fiducia, non come Brio o Gentile, da cui avresti paura ad essere avvicinato anche durante un soleggiato mezzogiorno di aprile.

Io, mentre lui gioca nella Juve, lo ammiro, perchè, giocando nei pulcini, al solo pensiero di sapere di partire dalla panchina (e spesso rimanerci) ad ogni partita mi verrebbe un ulcera, invece lui è pacifico e quando entra, tac, raccoglie solo elogi, per poi tornare a sedere là, al centro di quelle assi di legno. No, no, io devo giocare, io spacco il mondo in allenamento, sono sempre il primo della fila quando si tratta di correre e l'ultimo che rientra negli spogliatoi alla fine dell'allenamento e lui è invece è così zen? Finisce a guardarsi la partita da seduto e sulle foto delle figurine è sempre così sorridente, pacioso, io avrei la stessa faccia di MrT mentre promette a Stallone di menarlo in Rocky III!

Beniamino è puntuale, segna quando gli viene chiesto, anche all'ultimo minuto se è necessario come contro l'Haka a Strasburgo e fa dei gran bei gol. Probabilmente sa di non avere il fisico adatto al contrasto, che è fragile e leggerino, però la sua rassegnazione, o quello che pare all'Attila fanciullo essere la sua rassegnazione, è talmente pura, che diviene mistica, lui sa quale è il suo ruolo e non combatte questa condizione che, per molti compreso l'imberbe Attila, potrebbe sembrare di estrema prostrazione.

E come tutti gli uomini miti, i quali, si sa, erediteranno la terra, se ne va in punta di piedi, che ormai il suo mentore si sta ritirando a vita allenata prima e uefata poi.

Alle volte, penso che vorrei assomigliare anche io al Beniamino Vignola che mi sono costruito nella mia testa durante l'infanzia; purtroppo, poi, un misto di egocentrismo, timidezza e manie di protagonismo, fanno sì che non possa essere un mite, ma uno scassacazzi che se finisce in panca si incazza da morire e ci sta davvero male.

martedì 6 luglio 2010

Luther Blisset


Intanto faccio una premessa: non si tratta di questi, i 4 fessi che si sparano tonnellate di pose del cazzo solo per sentirsi alternativi, irriverenti e innovativi, ma che alla fine sono solamente dei minkioni.

Io parlo veramente di Luther Blisset, sì quello della foto, quello che Giusy Farina comprò nel lontano 1983 su consiglio del suo giardiniere inglese, secondo quanto poi avrebbe dichiarato in seguito, oppure, molto più probabilmente, perchè gli osservatori lo avevano confuso con John Barnes, suo compagno di squadra nel Watford, che tanto era nero oscuro uguale. Questo era il mercato dei primi anno '80, dove tutti i presidenti si trovavano al Forte Crest per scambiarsi le figurine, per sentire frasi come "C'è chi può e chi non può, io può", in cui sembrava potersi sentire l'odore degli spaghetti al sugo e i sogni viaggiavano liberi come l'aria, che tanto non è che si conoscessero i giocatori così come oggi, o meglio, ci si immaginavano meno brocchi portati in giro da biscazzieri senza scrupoli che lucravano sulla dabbedaggine dei "paroni".

Poi Luther era nativo della Giamaica, chi cazzo aveva mai visto un calciatore giamaicano. Sì, c'erano un sacco di giocatori di colore già all'epoca, c'era Geronimo Barbadillo, c'era Juary, ma erano tutti sudamericani, nessuno arrivava dalla Giamaica (anche se con passaporto inglese).

Il motivo più importante è che ho visto giocare la sua ultima partita in Italia: Udinese - Milan, finita 2 a 1 per i rossoneri con assist di Blisset.





Mettetevi comodi che inizia il flashback, dopo aver sentito Paolo Valenti.

E' una calda mattina di maggio dell'84, i campionati minori, dove l'Ingegnere allena dopo essersi ritirato dal calcio giocato a oltre 40 anni di età, sono finiti, per cui non ci sono problemi ad occupare la domenica pomeriggio fuori dalla panchina per lui e giù dalle tribune di un qualsiasi campo sportivo del nord est per me, che il calcio è una religione e bisogna officiare tutti i riti, perchè io scendo in campo al sabato pomeriggio e l'Ingegnere mi urla qualsiasi cosa (molti improperi quando sbaglio uno stop o non salto bene di testa) dagli spalti, che sarò pulcino, ma sono stato cresciuto per lottare su ogni pallone.


Si va a Udine e c'è la ressa agli sportelli, ma un posto tra i Distinti lo si recupera in ogni caso e si entra assieme alle squadre, che poi ci salutano, perchè sono gentili.


Luther si prodiga, compie anche una semirovesciata che fa finire il pallone dalle parti della tangenziale, lo sa che è la sua ultima partita con la scritta Cuore sul petto, ricorda che al derby si è mangiato un gol che probabilmente sua nonna paraplegica avrebbe messo dentro, però lotta, lotta, davanti ha Arthur Artunes Coimbra detto Zico, la leggenda del calcio samba.


I tifosi del Milan sembrano provare una certa simpatia per quel centravanti che fa molte cose bene, ma poi sbaglia il finale, che è ciò che conta; il pubblico dell'Udinese ride, ma sembra ridere con Luther, piuttosto che di Luther, perchè tutti capiscono che quel ragazzone vorrebbe fare, ma gli manca sempre quel qualcosa che ha fatto sì che segnasse solamente 5 gol in tutta la stagione.


Secondo l'Ingegnere Blisset non sarebbe nemmeno male, perchè i movimenti ce li ha, peccato che, caspita, non riesce a vedere la porta nemmeno con un osservatorio astronomico; però il gioco è bello, ci sono i cambi di fronte, in fondo è una partita per il sesto posto che non significa niente, perchè in Europa ci andrebbero le prime tre, ma, visto che la Roma ha vinto la Coppa Italia, ci vanno le prime quattro (la Fiorentina terza, insieme all'Inter quarto).

Si batte, me lo ricordo come fosse adesso, certo che si batte, ma la palla gli scivola dappertutto, è come se avesse una vita propria e non volesse farsi toccare da Blisset, sembra che sia razzista e voglia escludere il giocatore di colore dal gioco.

Luther è più forte del pregiudizio razzista e di testa, dopo uno sbilenco cross di Verza, riesce a servire Battistini l'assist per il 2 a 0.

Non sono milanista, anzi, ma quel gol mi riempe di gioia, perchè sento che è un momento epocale, l'ultimo contributo di Blisset al campionato italiano.

Alla fine rimangono i discorsi di Mazza, presidente dell'Udinese, al megaschermo (il megaschermo Cosmos è un'attrazione favolosa, ricordiamoci che siamo nella prima metà degli anni '80) sulla volontà degli spettatori di mantenere Zico in terra friulana sottoscrivendo un abbonamento, in cui si sente un bel "Mazza Vaffanculo" urlato da qualche spettatore dalla tribuna coperta.

L'estate sarebbe arrivata portandosi gli Europei di Francia, a cui l'Italia non si era qualificata, che sarebbero ricordati per i calzoncini strappati di Preben Elkjaer Larsen e per il grande protagonista Le Roi Michel che avrebbe alzato la coppa al cielo.
E Luther Blisset sarebbe tornato a giocare a Watford mantenendo il soprannome di "Missit" nonostante la tripletta al Lussemburgo nella nazionale dei tre leoni (ma tacciamo delle caterve di goal sbagliati che avrebbero mandato in bestia Bobby Robson)

lunedì 5 luglio 2010

Non è un Paese per Mediocri (per fortuna)

So già che tra una settimana sarò qui a cercare di trovare una qualsiasi palla da calciare e guarderò i torneini con le vecchie glorie che giuocano a beach soccer, perchè finito il Mondiale io vado di norma in crisi d'astinenza da football. Il problema è che ormai, dopo 36 anni passati sul pianeta Terra, dovrei esserci abituato, ma è dal 1986 (del 1978 ricordo solo il bestemmione di mio nonno al gol preso da Zoff in semifinale, nel 1982 c'era l'euforia della vittoria) che io sto male alla fine di ogni Mondiale (non vinto, perchè sennò c'è l'eccitazione della vittoria con cazzi e mazzi).

Comunque per adesso me lo godo e vi annuncio che questa settimana (cioè da oggi fino a venerdì) io parlerò esclusivamente di calcio e di calciatori, non necessariamente Mondiali (domani sarà la volta di Luther Blisset, dopodomani Beniamino Vignola, giovedì Ludo Coeck e venerdì chiuderò con Ivica Suriak), per cui siete avvisati, che se non volete leggere di calcio e di racconti di vita personale del sottoscritto, insomma non voglio farvi perdere tempo, che può anche cadere il governo Berluska, a me, durante questa settimana, non me ne frega un cazzo, questa settimana si chiude il Mondiale e per me conta solo questo.

Torniamo a noi e al titolo del post.

Al di là dell'Uruguai, di cui non conosco alla perfezione gli eventuali "lasciati a casa di talento", sono contento che siano arrivate alle semifinali Germania, Olanda e Spagna. Perchè, i quattro gatti che mi leggono si chiederanno. Perchè avrei sempre voluto guadagnarmi da vivere coltivando tulipani? Perchè avrei sempre voluto portare le Birkenstock con i calzini bianchi/blu durante le sere d'estate? Perchè avrei sempre voluto portare un bel paio di mustacchi neri condendo ogni mia frase con l'espressione "tambien"?

Niente di tutto questo (però una volta l'emozione del kitch estremo delle Birkenstock con i calzini fini al polpaccio...).

Sono le uniche nazionali che hanno portato effettivamente i migliori giocatori sulla piazza dei loro Paesi e non dei fantoccetti mediocri che però stavano tranto simpatici agli allenatori!

Della Nazionale non occorre parlare, ma lo stesso hanno fatto il la Francia lasciando a casa Benzema (sono esempi), il Brasile (portando Melo e quell'altra cariatide, oltre al Fabuloso che, oggettivamente, solo Galliani vede così bomber), l'Inghilterra (affidandosi interamente ad un cotto Rooney per l'attacco) e l'Argentina (venga fuori chi è convinto che lo strafinito Veron sia meglio del miglior giocatore del Mondo nel suo ruolo, Cambiasso).

A me questo Mondiale non ha entusiasmato perchè, per ragioni proprie dei selezionatori, molti di quelli che potevano essere protagonisti, sono rimasti a guardare le partite da casa. Insomma, uno stracazzo di CT non può comportarsi come un allenatore di club, lui è un selezionatore, non può adottare le stesse logiche, è più che palese.

Lo spettacolo è stato poco e non eccelso, al di là della Germania e non si può dare la colpa solo allo Jabulani (che è una merda, sia chiaro).

Insomma, cazzo, ha segnato anche Martin Palermo e nessuno può negare quanto questo avvenimento faccia male al calcio!

In tutto questo, al di là delle 4 semifinaliste (3+1 per essere onesti), il vero protagonista è rimasto sempre Diego Armando. Maradona è l'unico CT che, buttato fuori a calci nel culo dai tedeschi che gli rifilano 4 pappine senza che la sua squadra faccia un tiro in porta degno di questo nome, avendo la totale responsabilità delle scelte suicide di mantenere in campo a tutti i costi un De Michelis spaesato, un Higuain evanescente e un centrocampo a scolapasta, oltre ad aver cannato completamente le convocazioni, torna in patria nel tripudio della folla per aver sparato quattro minchiate sul Pueblo Unido e essersi vestito come un bambino che deve andare a fare la prima comunione con una giacca di 2 taglie più lunga.

venerdì 2 luglio 2010

Transazioni

Quando uno è troppo duro e troppo puro, poi si mette a fare le inchieste e le indagini.

Quando queste indagini trovano, poi, in un appartamento, qualcosa di veramente duro e aspirano qualcosa di puro, si finisce a fare comizi agli italiani da un balcone, per finire poi a spiegare agli addetti all'ambulanza che non è il caso di fare il test del sangue che è solo un indagine incastrante.

Il partito che è contro la verità e che è naturalmente compromesso con i "poteri forti", non gradisce le indagini dure e pure, così sospende l'investigatore che si prodiga per la Famiglia e per Roma Capitale della Repubblica e Centro della Cristianità.

E' proprio vero, i corrotti e i corruttori non capiscono che per fare un'indagine dura e pura bisogna, alle volte, concedere alcune "transazioni" e avere il coraggio di affrontare il "deserto bianco" dell'ipocrisia.

Nota personale:
Ieri sera, sentendo in macchina questa notizia su La Zanzara di Cruciani, continuavo a ridere come un coglione anche se ero imbottigliato nel traffico e correvo il rischio che qualcuno chiamasse le forze dell'ordine per un TSO al volo, così da trovarmi a passare un lieto soggiorno nel lettino a fianco a Tartaglia.

giovedì 1 luglio 2010

Legno

Continuazione del post precedente

Ieri sera, mi preparo per la serata senza football, in preda alle ansie.

Colpo di genio: faccio una corsa di 1 ora e mezza a ritmo allegro (12,5 km/h), così mi stanco per bene e riesco ad addormentarmi di botto prima delle 22 come i bravi bimbi e non penso alla mancanza di calcio in tv.

Torno all'appartamento non dotato di Sky e sono stanco, per cui ci ficco sopra anche un po' di addominali+obliqui e poi doccione caldo a spossare.

Solita cena senza carboidrati, solo frutta e verdura che siamo in estate e la tartaruga ha deciso di mostrarmi il dito quest'anno, ma non posso svaccare, che un po' di dignità mi rimane.

Mi metto a letto e inizio con la zapping fiducioso che entro poco posso crollare.

Posso crollare, sì, posso crollare, cazzo!

Non crollo... faccio zapping... non ho voglia di aprire il portatile perchè sono spossato, per cui niente internette...

Non crollo... faccio zapping... non accendo la Playstation perchè tanto quel boss stasera non lo supero perchè sono spossato...

Mi arrendo, continuo con lo zapping tra le reti generaliste, non c'è letteralmente un benemerito cazzo.

Normalmente il pulsante su Rai1 tendo a non pigiarlo, perchè ho paura che, se c'è il calcio mi salti fuori Bagni, se c'è altro... oddio sono dappertutto, vengono fuori dai fottuti muri!

Nel mio zapping furioso lo schiaccio per sbaglio e... oddio no! Questo no! Pietà... pieeeeeetà!

Un pacco di fighe di legno che stanno impalate nel più noioso dei noiosi programmi della noia più annoiante con un tizio gilettato che si agita come se si stesse divertendo almeno un po' a partecipare a quella noia.

Duro 10 secondi netti alla prima tornata...

Poi entra in giuoco l'effetto "coniglio davanti ai fari dell'auto in corsa", per cui ritorno su Rai 1 a vedere se la mia noia sulla noia della noia era vera o era un assurdo condizionamento mentale causato dai miei pregiudizi verso quei programmi e le fighe di legno ivi rappresentate.

Ci ritorno sopra e duro altri 10 secondi prima di sprofondare nell'abisso più noioso della noia annoiata mentre ascolta discorsi noiosi con miss piscio sempre un sacco con la mia figa di legno anche se mi son rifatta le tette per appiccicarci gli specchietti e adesso non si vede nemmeno più che me le sono rifatte perchè sono tornata buona per essere usata in abbinamento con un kyte e girare precipitevolissitevolmente su un altro canale di merda.

Ma io sono un osso duro, per cui ritorno dopo un tot, ma, oddio no, ci sono le fighe di legno che abbozzano una coreografia qualunque, mio dio no, no, no, è abominevole, santiddio qualcuno fermi tutto, mi vien da vomitare.

Duro 5 secondi questa volta e desisto. Al solo pensiero di ripremere il tasto 1 iniziano i brividi e leggere convulsioni. Mi scopro umano e vulnerabile.

Guardo il finale di quella cazzata di film sul Dodgeball che però, almeno mi fa ridere.

Mi addormento sperando di non aver gli incubi...