venerdì 30 dicembre 2011

Non Siamo Jenna Jameson

Spread può essere tradotto come divaricato, vero?

Ecco, a me, quando mi si parla di spread mi viene sempre in mente Jenna Jameson, così, come un riflesso pavloviano.

Certo, aiuta il fatto che io sia un fiero coetaneo della Jenna (che si è fatta massacrare dal bisturi, ma noi la ricordiamo per le sue pellicole degli anni passati che tante gioie hanno elargito a tutti gli abitanti del Pianeta, sicuramente avrebbe meritato di più un Nobel per la Pace lei con tutti i suoi sinceri lungometraggi che non l'ex vicepresidente trombato con un lungometraggio unico infarcito di stronzate).

Allora, con somma costernazione di tutte le popolazioni, nel 2008 si è ritirata dalla scena artistica attiva per reinventarsi il ruolo di produttore. Probabilmente, di fronte ad uno "spread" divenuto troppo difficile da sostenere, ha preferito richiudere le gambe per ridefinire il proprio ruolo.

Questo Jenna Marie Massoli non ha avuto bisogno di master o PhD per capirlo.

Bene, se io vedo cosa hanno fatto i nostri eroi con titoloni accademici a profusione, mi viene il sospetto che sarebbe meglio avere la Jameson al governo (che almeno 3 orette di fuffa ariosa ce le saremmo risparmiati).

Di fronte ad uno spread divenuto "insostenibile", invece di iniziare a pensare di richiudere un pochino le gambette (tagliando le spese pubbliche come ha fatto la Spagna, magari? Costatando che il loro spread è disceso... ma visto che non c'è più Zapatero, della Spagna non si può parlare nei nostri giornaloni), si è giunti alla conclusione che occorrevano più cazzi in mezzo a quelle gambe (aumentando le tasse come un qualsiasi governo Andreotti...). Così, invece di reinventare un modello di Stato che, non ci sono proprio cazzi qui, non funziona, si è continuati ad aggiungere carne in mezzo alle gambe e, minchia, con quel po' po' di manovrone, ci siamo ritrovati contenti di uno spread a 510 (quando quota 500, fino a qualche settimana fa, era considerata l'apocalisse che nemmeno Schwarzi sbirro in crisi ci avrebbe salvato), con tanto di grafici e di uova di struzzo e 1 miliardo e mezzo di Btp ad aspettare giorni migliori.

Per fortuna che domani mattina vado in Austria e così mi evito una denuncia per vilipendio verso le istituzioni repubblicane, in quanto avrei sicuramente inveito poderosamente a qualsiasi stronzata proferita a reti unificate.

Buon anno a tutti... e buon nuovo IRPEF e IMU a tutti!


Un augurio di buon anno anche alla candidata ideale alla presidenza del consiglio alle prossime elezioni

mercoledì 28 dicembre 2011

Mente Nataliziamente Semplice

Tradizionalmente la sera del 25 dicembre, una volta finite le libagioni con tutto il parentado e messa a nanna la Piccolina (che quella sera, bontà sua, si addormenta subito), Attila si mette davanti alla tv e mette su i due dischi "natalizi" di Die Hard (Die Hard e Die Harder), perchè la tradizione lo impone, che tanto la Dolce Metà si diverte a mettere i vari regali ricevuti a posto e poi si chiude in bagno per farsi tutte quelle cose (manicure, pedicure etc.) per cui un maschietto impiega al max 10 minuti (calcolando imprevisti vari, sennò il tempo si riduce drasticamente), mentre una femminuccia impiega 2 ore abbondanti.

Orbene, stupendomi costantemente della mia mente semplice, mi ritrovo a sperare ogni volta che Hans Gruber non spari in fronte al Signor Takagi

martedì 27 dicembre 2011

Natalissimo

Allora, partiamo dalla scorsa settimana passata in un posto dimenticato da Dio e dagli uomini per chiedere a chi voleva insediare dei complessi industriali in mezzo al nulla come avrebbero provveduto alla logistica e se nell'investment plan c'erano anche tutte le "opere accessorie"... e ridendo a vedere le facce da idioti che non avevano pianificato un cazzo e che avrebbero dovuto pagare un parcellone da paura alla Grande Multinazionale Bastarda per sentirsi dire che erano dei pirla che non sapevano nemmeno fare i conti di quante monete c'erano dentro al porcellino dei loro figli.

Bene, quando sono tornato, la mattina del 23 dicembre, dopo una svariata serie di coincidenze aeree e una sveglia alle 4 e mezza del mattino precedente, al parcheggio dell'aeroporto ho trovato un sorpresone: il trattore aveva la fiancata sinistra praticamente divelta, tanto che, una volta entrato, non sono riuscito a chiudere la portiera.

Il trattore, per fortuna, è aziendale, in pratica un long rent, per cui il servizio assistenza è 24 ore su 24, 7 giorni su 7. E lì è scattato il trappolone.

Quando è arrivato il tizio del carro attrezzi, sorrisone d'ordinanza e "peccato, prima del 9 gennaio non se ne parla" di conseguenza, ho cominciato a preoccuparmi, insomma, i regali, la Piccolina da scorrazzare, la Dolce Metà da trasportare per lo shopping.

Ma no, nessun problema, che la macchina in sostituzione è nel contratto. "Ha bisogno di una macchina grande?", non rispondere, non rispondere, non rispond... "Sì, certamente!"

E tac, la fregatura: una Renault Megane Grand Tour 1.6 TD verde indefinito del 2008... spero che nessuno tra i miei lettori sia un orgoglioso proprietario di questo automezzo, non lo vorrei offendere...

FA CAGARE!

Non accellera, ha un angolo di sterzo che il trattore, a confronto, è una Smart, ha una visibilità laterale che ti fa rischiare un incidente ad ogni svincolo autostradale, della visibilità posteriore lasciamo perdere che è Natale, i sedili sono un pezzo di marmo e l'impianto di condizionamento interno... sì, almeno c'è siamo positivi...

Il 9 gennaio è lontano...

Ecco, Attila, Buon Natalissimo!

sabato 17 dicembre 2011

Una Strenna di Merda

La Grande Multinazionale Bastarda, come ottimo regalo natalizio, mi manda per una settimana in culo al Mondo, tanto per farmi fare il Babbo Natale immobiliare in un posto di merda.

Così, mi troverò t
ra qualche ora a correre a comperare i regali di Natale modello Flash quello dei fumetti DC per partire poi Domenica e tornare all'antivigilia (ritardi aerei e coincidenze del cazzo permettendo). Per fortuna l'albero l'avevo già fatto.

Non mi resta che augurare a tutti quelli che passano di qua, un buon Natale, che tanto per l'anno nuovo ve li faccio fra 2 settimane che lavoro tra Natale e la fine dell'anno.

Champagne! Allegria!

venerdì 16 dicembre 2011

A Mezzanotte Si Sveglia la Mia Mente Estremamente Semplice

Ho finito pressappoco adesso di lavorare, così ho potuto vedere sul sito dei 400 calci (fenomenale) il trailer di Expendables 2 che qui sotto riporto:



All'ultima scena del trailer, quando c'è il Governator con un fucile d'assalto in mano, immaginatevi un tizio che, da solo, in una sala riunioni piuttosto ampia, da solo (ripeto), con le luci fioche, tutto buio intorno, si alza ed esulta come un bambino che ha fatto il primo gol durante un terzo tempo del campionato pulcini con il cuore che gli pompa a mille...

Questo è uno dei vantaggi di avere una mente estremamente semplice.

giovedì 15 dicembre 2011

Tecnicamente cagasotto

Se io fossi un tecnico arrivato a furor di popolo per salvare l'Italia e fossi convinto che le liberalizzazioni fossero una delle vie principali, perchè dovrei passare giorni e giorni a calarmi le braghe di fronte a qualsiasi corporazione fascista che fa la sua manifestanzioncina per mantenere lo status quo del cazzo?

mercoledì 14 dicembre 2011

Io Adoro Fabio Volo

Sono un cazzo di dirigente operativo e, con ogni probabilità, non diventerò mai un dirigente esecutivo nè nella Grande Multinazionale Bastarda nè in un altra società, mi manca la propensione alla stretta di mano, comunque me ne faccio una ragione.

Orbene, negli scorsi anni, quando la gggrisi non aveva morso il polpaccio italiota in maniera così decisa, potevo rifiutare le occasioni mondane che mi volevano imporre i membri del Consiglio di Amministrazione (gli esecutivi, per chi non avesse capito, il disegnino mi riservo di farlo in altra occasione), con la scusa che dovevo produrre e non potevo perdere ore in quel di Milano per poi essere alle 9 del mattino a 400 km di distanza.

Quest'anno la mia scusa è andata a farsi fottere alla grande, per cui cena all'ombra della Madunina, cibo inverecondo, strette di mano e sorrisi a profusione facendo finta di ricordare chi fossero i perfetti sconosciuti che mi si sono parati davanti come se mi conoscessero dai tempi della prima media. Ma non è di questo che volevo parlare, visto il titolo.

Allora, io non amo proprio tanto la città del biscione, pur tifando nerazzurro con tutto il cuore e tutta l'anima. Sarà perchè non posso entrare con il trattore (come Artemio) senza essere preso per il solito bauscia che non ha capito che non è una macchina adatta alla città anche se abita in zona Bicocca, sarà perchè per entrare e uscire in macchina le code sono lunghe e fischiettare Highway to Hell o Danger Zone quando si è fermi da un quarto d'ora è nella top ten delle azioni più patetiche, sarà perchè prima della crisi e prima che la Grande Multinazionale Bastarda tagliasse le spese per il trasporto ferroviario (mi hanno spiegato che è una questione contabile, ma non è che li ho seguiti molto nel discorso, visto che ridevo interiormente pensando a tutte le cagate scritte nella policy aziendale sul rispetto dell'ambiente e il taglio dei consumi) spesso ci andavo in treno e odio andare in treno, o forse per ragioni che adesso non mi vengono in mente, visto che sono arrivato alle 3 e mezza stanotte ai 400 km di distanza e mi sono alzato alle 7, però a me proprio non va.

Comunque, di norma, quando arrivo lì, parcheggio in uno dei siti a pagamento sulla tangeziale (tipo Famagosta, Lampugnano o Cascina Gobba e prendo la metro (e mi ritrovo sempre vicino al tizio che ha una simpaticissima fobia che gli impedisce qualsiasi contatto con qualsiasi tipo di sostanza detergente, allegria!).

Ieri sera sono arrivato presso il Duomo con 1 ora e mezza di anticipo rispetto al programma, in quanto, magia delle magie (che nemmeno una legione di Winx infoiate sarebbe riuscita a lanciare), non ho trovato traffico nè sulla A4, nè, tantomeno, sulla tangenziale, senza nessun mezzo in fiamme, senza nessun incidente multiplo, senza nessun trasporto eccezionale, lo so che pare impossibile a credersi, ma giuro che è stato così, nessuna balla, davvero. Allora, sono lì, in piazza, con la cascata di luci della Rinascente, la galleria con la cupola blu, i turisti che fotografano con il telefonino e i fotografi professionisti che con le macchine da 2 o 3 mila euro cercano di "immortalare l'attimo" o robe simili, così approfitto per andare alla Mondadori per trovare qualche libro in lingua originale che da altre parti col cazzo che lo trovo e negli aeroporti sono talmente ladri che lo pagherei il 40% in più.

Trovo Tell All di Palahniuk ad un prezzo ragionevole, così vado in cassa e lì, buuuuum, il tuono, la folgore, l'illuminazione improvvisa e prepotente.

Manteniamo la calma ed dipaniamo la fredda cronaca.

La Mondadori di piazza Duomo a Milano è dotata di 4 casse in linea, la corsa agli acquisti di Dicembre, il POS che va e non va e un po' di imperizia degli addetti (se fossi stato in un tizio alla cassa 1 avrei mangiato il cranio a mo' di Conte Ugolino al ragazzo alla sua cassa che ha sbagliato almeno 4 volte la lettura del codice di ogni suo acquisto...) fanno sì che ci sia coda su tutte le macchina, così mi metto su quella all'estrema destra che sembra la più veloce (cannato completamente, ma tanto ho tempo...). Questo è il contesto.

Ecco, siamo lì, in quel momento sento una voce femminile piuttosto gradevole che pronuncia la frase, non una frase, ma La Frase...

Sono emozionato a riportarla, davvero.

"Non vedo l'ora che esca il libro di Fabio Volo, l'ultimo me lo sono divorato..."

Il resto passa in confusione, sono frastornato, non sento più altro, il Mondo mi si ferma, proprio come quando una luce abbagliante spunta all'improvviso nel buio e vi si punta in faccia per un solo istante.

Mi riprendo e mi giro. Ecco, io pensavo che i lettori di Fabio Volo fossero creature mitiche, che i produttori comprassero un sacco di copie dei suoi libri, per poi poterci mettere una fascetta con su scritto 8a edizione, una fraccata di copie vendute e possono farci il film.

Non ho la prontezza di riflessi per farle una foto, però è lì, sulla trentina, iperfashion, con il capello perfettamente costruito, il trucco alla moda, gli stivali giusti... sembra una ricerca di marketing su due gambe. Non guardo nemmeno che libro ha in mano, o se forse sta solo accompagnando la sua amica a fare acquisti, non mi importa.

Vorrei scusarmi per il libro che ho in mano, fare un sacco di domande, vedere se è reale o solo un parto della mia mente. Sono come uno dei nazisti all'apertura dell'arca dell'alleanza, confronto a me quelli che hanno fotografato il bosone sono dei dilettanti allo sbaraglio, io ho scoperto un lettore di Fabio Volo!

E' inutile dichiarare che ho passato il resto della serata in uno stato di intontimento mistico di fronte ad una tale rivelazione.

lunedì 12 dicembre 2011

Se non IMU, quando?

Sono di fronte alla nuova tassa sulla casa con rivalutazioni e inserimenti e superbolli (che non pagherò, tranquilli, che il trattore è aziendale e non so se arriva a tutti quei cavalli, tanto, appunto, chemmefrega).

Allora, partendo dal presupposto che sono comodamente cattolico, per cui non posso trasformare casa mia nella sede di un nuovo culto strafico (tipo quello che che pensa che il Mondo verrà salvato dalle penne USB a 4 giga il 21 o il 22 dicembre 2012), devo trovare un altro sistema di esenzione, che, dai, siate buoni sia i mari che i monti, ho già il mutuo trentennale.

Posso fondare un bellissimo nuovo sindacato e andare con Angeletti, quell'altro di cui non mi ricordo mai il nome e la Camusso, a fare le manifestazioni, a organizzare i picchetti e a protestare per le pensioni e dire che ci sono ben altri provvedimenti da prendere... devo solo mettermi un bel paio di occhialini come Landini, che la credibilità prima di tutto!

Oppure mi organizzo una bella Onlus, su tipo, non so, una bella organizzazione per non rompermi i coglioni, raccolta fondi per non rompermi i coglioni, partecipazione a manifestazioni per non rompermi i coglioni... mi sa che la rilevanza sociale c'è tutta!

C'è qualcuno che sa dirmi quale delle due vie è la più facile? Magari anche quella dove non devo tirar fuori la grana, che, al massimo, può portarmi quel panzone vestito di rosso con la barba...

martedì 6 dicembre 2011

Lacrime Manovrose

Piange il Ministro, anzi piange la Ministra. Vabbè, capita.

La manovra mi è piaciuta?

Visto che non la pago esclusivamente io, potrei anche dire di sì. Poi penso che la razionalizzazione delle forze di polizia non è stata presa nemmeno in considerazione, il turnover degli statali è rimasto immutato, i vincoli ai bilanci delle municipalizzate non sono stati nemmeno menzionati e l'esercito di forestali ad minchiam non è stato nemmeno sfiorato, così le palle mi girano come un pallone calciato da Palanca su corner dalla destra.

Le pensioni dovevano essere razionalizzate negli anni '60, per cui siamo in ritardo di 50 anni, più o meno, che quel sistema del cazzo prevedeva che nel 2000 saremmo dovuti essere in 130 milioni di italioti per reggere.

L'ICI me lo prendo nel culo come al solito, ormai sono abituato, che tra u po' faccio concorrenza a Belladonna senza nemmeno dover avere tutti quei tatuaggi.

Comunque se i sindacati si incazzano, la CEI protesta, Bersani si gratta la testa e sproloquia di equità, Bossi parla accazzo di lavoro, il Berluska ipotizza fiduce fiduciose e a Di Pietro girano i coglioni, probabilmente non sarà poi tanto male.

domenica 4 dicembre 2011

Come Quando Giorgio Michele Si è Dichiarato Busone

Allora, partiamo sempre dall'antefatto, che tanto sono in uno stracazzo di aeroporto con un aereo in ritardo di non si sa ben quante ore, per cui ho tempo e c'ho una notte proprio da favola davanti.

Martedì, sul Fiume Azzurro, come in molte parti del Nord Est Italiota, arriverà San Nicolò a portare un sacco di bei regali ai pargoli. In pratica un Natale anticipato, dove, però, ai genitori è proibito fare regali utili, ma il Santo può portare solamente giocattoli, per cui ancora più figo.

Attila e la Dolce Metà, lavorando come Iloti, non hanno avuto, fino a sabato, la possibilità temporale di andare a prendere questi giuochi, per cui si deve studiare un piano particolareggiato per riuscire ad andare a prendere i suddetti giocattoli senza che la Piccolina se ne accorga. Per cui, mentre uno dei due porta la Piccolina all'acquario della abbastanza vicina città più grande, l'altro va a fare le compere.

Qui, per qualche strano motivo, quando si parla di acquisti, non si sa bene come, probabilmente per qualche strana legge della fisica quantistica che io non sono mai riuscito a comprendere appieno, deve farli sempre ed esclusivamente chi ha la carta di credito con massimale più alto, cioè il sottoscritto. Ovviamente, già che si trova a fare acquisti, tanto vale che il buon Attila vada a fare la spesa da solo per la seconda volta in due sabati, cioè felicità allo stato puro, un po' come stasera.

Acquisti per conto di San Nicolò espletati, mi dirigo verso l'ipermercato e lì pare di imbattermi in un tizio che conosco, però il passaggio tra gli scaffali è troppo fulmineo, non sono sicuro.

Così, dopo una coda interminabile per 2 cavolo di etti di prosciutto crudo preferibilmente magro, un segno della croce davanti ai pannolini, che hai meno del 30% di probabilità di comperare quelli corretti e non puoi disturbare la Dolce Metà, che sennò la Piccolina fiuta l'inganno, mi ritrovo in cassa, in fila ovviamente.

Davanti a me il tizio di cui sopra e lì parte il flashback.

Quando ero in prima superiore (non pensiamo a quanti anni fa, che mi viene il magone) c'era questo tizio che conosceva un paio di mie compagne di classe che faceva la quinta (ma in un altra scuola) e le aspetta sovente fuori dalla suddetta al termine delle lezioni. Il tizio era davvero figo con gli occhi azzurri, capelli lisci biondi poco sopra le spalle, magrezza e pallore da dannato e un'altezza considerevole, con una sigaretta costantemente penzolante da un lato della bocca e l'espressione bloccata nella modalità "guarda quanto mi sto annoiando". Il tizio era anche piuttosto brillante negli studi, con una facilità all'apprendimento delle lingue francamente insolito.

Fine del flashback.

Me lo trovo davanti... con la mamma. Sì, è la mamma, lo sento che la chiama "mamma", per cui mettetevi nel culo la fantasia del gigolò. E' rimasto uguale, ma è... non so come dire... dimesso. I capelli sono sempre biondi e lisci e con lo stesso taglio, ha sempre gli occhi azzurri, ma lo sguardo non è più del tipo "ma guarda quanto mi annoio", è... non lo so, tipo "mi trovo a disagio", poi non è più così "alto", insomma, avrà 2 o tre centimertri più di me (io sono 1.80, non è che sia un colosso) e il pallore è macilento, non dannato. Insomma, è la versione ultraquarentenne del tipo figo delle superiori, ma non è per niente figo.

Insomma è un tizio che al sabato pomeriggio va a fare la spesa con la mamma! Attenzione, notate bene, non è che accompagna la mamma a fare la spesa perchè lei è in difficoltà, in quanto la signora avrà superato da poco la sessantina e sembra molto autonoma.

Lo so, sembrerà ridicolo, ma quando ti trovi davanti ad un tuo mito dell'adolescenza che viene asfaltato, il senso di disagio è davvero profondo. Potete ridere pure quanto volete, ma per me è stato un pugno nello stomaco, peggio di quando Giorgino si era dichiarato frequentatore di bagni pubblici losangelini (perchè la storia di far esplodere il jukebox e la chitarra e far bruciare la giacca così aggratis lo aveva fatto intuire...).

Mi considero un cazzo di cinico di merda, però, poi, quando mi trovo davanti ai miei miti adolescenziali che fanno come la scena iniziale di Lost, ecco, scopro che il pero da cui cado di sovente non è troppo lontano.

venerdì 2 dicembre 2011

Goodbye Actarus

E' morto il tizio che ha disegnato e animato Goldrake negli anni '70.

Poi quei bastardi del corriere.it ti prendono per il culo dicendoti di cliccare sul loro riportone dal tubo, facendoti credere di aver caricato la vera sigla finale di Atals Ufo Robot (titolo originale in Italia), cioè "Shooting Star", invece ti caricano quell'altra merda che, non si sa bene come, la aveva rimpiazzata in un secondo tempo.

Ma visto che voglio bene a tutti i voi e per elaborare il lutto, ecco che riporto io la vera sigla finale e non ditemi che non vi voglio bene.

lunedì 28 novembre 2011

Ipermercati e Pannolini

Lo scorso weekend la Dolce Metà e la Piccolina erano ko per diverse malattie, per cui la spesa, il buon Attila, doveva andarsela a fare da solo.

Visto che si erano addormentate entrambe, dopo una notte da incubo (si davano il cambio nello svegliarsi e a manifestare ognuna i propri sintomi), verso le ore 12, mi sono recato nel più vicino Centro Commerciale per andare a fare la spesa all'Ipermercato.

Normalmente io e la Dolce Metà facciamo la spesa del week end verso le ore 18, quando gli Ipermercati sono stracarichi di famigliole con pargoli, per cui immaginatevi la mia sorpresa quando, a ora di pranzo, ho trovato quasi esclusivamente single e pochissime famigliuole con pargoli.

I prossimi particolari, vi potranno sembrare irrilevanti o solamente un esercizio di spocchia.

Per esercizio mnemonico, cerco di rileggere un paio di volte la lista della spesa della Dolce Metà e poi non estraròla, per cui sembra che faccia la spoesa in autonomia, al contrario di tutti i bravi maritini con il listone sotto mano

Quando giro per le corsie cerco di adottare un metodo piuttosto scientifico sia nella scelta della sequenza delle corsie, sia nella disposizione della merce del carrello, mettendo in fondo la carta igienica, che tanto anche se schiacciata dalle bottiglie, non ne risente.

So perfettamente quali siano i pannolini da notte della Piccolina (di giorno no, che ha imparato l'uso del vasino).

Non porto la fede al dito, perchè ho visto, nelle mie esperienze lavorative, perdere troppe dita per quel cavolo di anellino che si aggancia a tutto ciò che ha una parvenza di meccanismo.

Figuratevi la mia sorpresa a vedere gli sguardi di tante single, quando mi vedevano sfrecciare tra le corsie ostentando sicumera, senza lista, con un bel pacco di pannolini da "ragazzo padre" sopra al paccone gigante di carta igienica a un sacco di veli, cosa che dimostra che al pargolo ci tieni (nel mio caso, c'è che se porto a casa la carta igienica sbagliata, la Dolce Metà mi fa il culo come la bandiera americana). Cioè, avrei potuto tranquillamente attaccare bottone con un sacco di pollastre, senza alcuna fatica (non lo farei mai, sono noioso e fedele come un concerto della fanfara dell'Arma dei Carabinieri...).

Immaginandomi un pacco di anni fa, per quel breve periodo in cui sono stato in caccia continua, sarebbe bastato mettere un pacco di pannolini sopra al resto e tah-dah... sono cose che sconvolgono le tue convinzioni, sono cose che ti fanno scoprire delle particelle che viaggiano come Superman e che costruiscono i tunnel dal Gran Sasso alla Svizzera...

Poi torni a casa, tutto tronfio per avere preso tutto ciò che c'era scritto sulla facciata del foglietto vergato dalla Dolce Metà senza doverlo mai consultare e prendersi una valangata di insulti perchè - ehm - non ti sei accorto che c'era scritta ancora una cosa dal lato opposto del foglio e che era l'unica cosa veramente indispensabile... tanto nel pomeriggio non avevi mica nessuna partita da vedere su Sky invece di uscire di nuovo, no?


Intanto la Piccolina ha imparato a fischiare, per sommo scorno della Dolce Metà, adesso continua in loop a proporre l'intro di Patience.

venerdì 25 novembre 2011

Gomitate

Questo è uno dei tanti motivi per cui sta iniziando il count down che porterà la Piccolina ad imparare a tirare una gomitata in maniera efficace...

giovedì 24 novembre 2011

Peggio del Fascismo

Siamo ad un passo dal vuoto... 60 anni di teste di cazzo ci hanno portato dove siamo. Semplicemente Fantastico.

Per 60 anni i nostri simpaticissimi politici non hanno capito un cazzo della nostra società, della nostra economia, supponendo che una stupidissima "superistituzione" li salvasse dalla loro mediocrità e insulsaggine (destra sinistra, centro, sopra e sotto, non fa differenza e non è qualunquismo è storia, tanto trovami un euroscettico vero, a parte Borghezio, però io sto parlando seriamente, per cui Erminio, grazie della comparsata, nella nostra penisola e ti darò un bacio in fronte), un bel ritorno al medioevo, quando si aspettava che lo straniero mettesse a posto le beghe interne.

Prima si sono fatti fregare da sotto al naso l'industria pesante (che spettava alla Germania, eccheccazzo, un sacrificio per l'Europa si doveva pur fare), poi l'allevamento (le nostre quote latte sono ridicole rispetto a Olanda e Belgio, per fare un esempio di paesotti stupidi, oltre alla "tutela" - risate come nelle sit com americane anni '80, prego - del Parmesàn), poi l'agricoltura (a chi vanno gli aiuti e gli incentivi maggiori per il vino? All'Italia o alla Francia? Sbagliato, alla Germania, che il vino tedesco è sicuramente il più rinomato... per non discutere la pantomima tra Tòkai e Tocai, che è lo specchio di tutta la faccenda) e infine... tutta l'economia!

Nessuno si è accorto di una curiosa coincidenza? Quando si è iniziato a parlare di Euro, l'economia italiota si è fermata... chissà come mai...

Nessuno degli idioti si è mai posto il problema di trovarsi in un Paese in cui le infrastrutture sono pessime, perchè ha una parte che semplicemente non è adatta alla competizione e su cui si devono riversare tutti gli aiuti possibili, che sennò si fa il patatrac, in cui si ha una piccola/media industria e un artigiano, che nonostante questo si fa strada nel mondo attraverso un'unica soluzione che era avere una moneta debole.

Secondo voi i cinesi sono degli idioti a volere mantenere la loro cazzo di valuta bassissima?

Che poi il cambio dell'euro fosse stato cannato in partenza, che non si dovesse entrare a quel livello, era semplicemente palese, solo la crescita elevata del nostro PIL avrebbe mantenuto il saldo del debito a livelli accetabili, invece abbiamo scelto di farci comandare a bacchetta dai Deutschi, che ci hanno spolpato nemmeno troppo lentamente da quando siamo in questa stracazzo di Europa, per affondare definitivamente le fauci con l'avvento della cazzo di moneta.

Tutti voi coglioni che cantate "Bella Ciao" così accazzo, perchè quell'altro buffone si è tirato in parte, non vi siete nemmeno acvcorti che ormai "l'invasor" ha compiuto l'opera che il tizio buffo con i baffetti aveva cercato di compiere negli anni '40 del secolo scorso, solo che adesso è una tizia buffa con i baffetti che sembra anche meno minacciosa.

Alla fine del ventennio ci trovavamo con una nazione sfasciata nelle infrastrutture, che però si potevano ricostruire, c'era una via d'uscita.

Il bello è che adesso non c'è nemmeno una via d'uscita, nessuna possibilità di riconversioni "dolci"... si aspetta il countdown e vediamo come andrà la "festa"... si rischia di rimanere non con delle infrastrutture distrutte, ma senza infrastrutture e senza nemmeno alcun capitale che possa ricostruirle.

L'idea di una riconversione totale dell'economia, non si sa bene nemmeno come, perchè per i coglioni la prima cosa era tirarsi fuori dalle responsabilità, poi arrivava il resto, basandosi su una moneta costruita sullo schema di un'altra moneta (il marco) semplicemente troppo forte era "geniale".

Ovviamente, basare il tutto su una moneta di plastica, senza alcuna attinenza politica e finanziaria con la realtà, era un'altra genialata. Con una banca centrale falsa come una moneta da 300 lire, la cui massima preoccupazione era l'inflazione, l'inflazione, l'inflazione, che della crescita nessuno se ne sbatteva il minimo cazzo, tanto c'erano le economie farlocche di Spagna, Portogallo e Irlanda (su quello greco stendiamo un velo pietoso, qualsiasi pirla che avesse passato una settimana di vacanza in qualsiasi isolotto di merda greco, si sarebbe accorto che i loro conti erano taroccati come un Ifon malese) a mostrare che l'area euro aveva il segno più.

Verso l'inizio degli anni '90, c'era Pelù che cantava "E l'Europa che ci fa Ciao", ecco, se a quel "Ciao", noi avessimo risposto con un "Vaccagare te e il tuo Ecu di merda", probabilmente... ma lasciamo stare l'ucronia, che la storia basta ad essere piuttosto ridicola di suo...

Comunque adesso, allegria, aspettiamo che il superministro per lo sviluppo faccia il suo... che poi è come mettere un bambino a capo di una fabbrica di marmellate e pensare che non venga fuori con la bocca inzaccherata.

Eurobond... eurostronzate che adesso anche la Francia ha scoperto che Petin almeno un armistizio lo aveva tirato fuori.

E adesso kaboom!

Speriamo che il botto sia spettacolare.

L'unico rimpianto è che almeno i busti del tizio di Predappio erano una forma di arte e potevano almeno raffigurare lo Zeitgeist (ok, io sono una banderuola, c'è da cantare "Deutschland Deutschland uber alles", eccomi pronto, che un po' di tedesco lo mastico, gli scarafaggi sono un ottimo modello di sopravvivenza), mentre quelle porcherie che ci sono disegnate sulle monetine cazzo le vuoi far cadere, cosa appendi a testa in giù, quelle merde di cappelle (che sarebbero sicuramente piaciute all'imbanchino viennese) disegnate sui lati dei 20 eurini?


Ok, fine dello sfogo amaro, scusatemi, ma mi stanno "sfracagnando" le palle con le videoconferenze sulla "gggggrisi" e sugli "scenari futuri" che variano dalla "merda" al "merdoso lago di guano pestilenziale".

lunedì 21 novembre 2011

Tu Mi Turbi /3

Facciamo un salto temporale di parecchi anni in avanti rispetto agli altri "turbamenti".

Siamo agli inizi del nuovo millennio, il buon Attila sta finendo (come al solito in terza persona, Giulio Cesare fammi una pippa) il servizio militare e si ritrova single dopo un botto di anni di vita di coppia.

Attila inizia a volare, non ha più la rottura di coglioni di esami da fare, continua a fare l'istruttore di autodifesa, ma ha mollato le discoteche, che cominciava a diventare troppo pericoloso per la fedina. Inizia il primo lavoro (quello di cui, un giorno o l'altro, farò un post perchè, a ripensarci adesso, è una storia troppo divertente) non per hobby e comincia a fare anche l'istruttore di fit boxe, che lo porta a conoscere un sacco di brand new pollastre belle toniche stufe della solita aerobica e non fanatiche dello spinning (categoria da evitare con cura).

Attila ha mollato le arti marziali all'inizio dell'anno di naja, per cui si ritrova con un sacco di tempo libero, anche perchè l'orario di lavoro normale è 8-17...

Il venerdì c'è sempre una classica sbronza con il wolf pack e il sabato è in discoteca in qualche posto figo in giro per il Nord Est con la sgallettata di turno, una vita al massimo, vivendo a casa dei genitori, con i genitori all'altro capo del Mondo (cioè spese zero zero zero).

Ovviamente sarebbe finito dopo poco più di 6 mesi, all'arrivo della Dolce Metà, ma anche questa è un'altra storia.

Quando arriva una ragazzina a fare il corso, mora, alta quasi 1.80, Attila blam, arriva come un falco (sempre con molto tatto, che fare il tarro tatarro tamarro non paga e questo consiglio è aggratis), cominciando a parlarle costantemente prima di ogni ora di corso, mentre aspetta che le culone della ginnastica dolce finiscono di fare i loro begli esercizietti per la cura della coscienza (no way per il fisico). Fino a che butta lì la proposta di un'uscita il sabato successivo.

La risposta sarebbe stata un sorriso imbarazzato, dicendo che, purtroppo, aveva una gita scolastica quel sabato.

Al che il buon Attila, domandava quanti anni avesse. Al sentire che dopo l'1 scontato c'era un 7 e non un 8 o un 9, il nostro eroe probabilmente cambiava dalle 10 alle 15 espressioni facciali, cercando (sicuramente in vano) di mascherare l'estremo imbarazzo. Ovviamente, per non perdere la faccia, Attila avrebbe continuato a scambiare opinioni con Moi Lolita (da quella volta questo sarebbe stato il soprannome ufficiale con cui sarebbe stata conosciuta nello spogliatoio maschile della palestra, dite che dovrei vergognarmi? Probabilmente avete qualche ragione), ma volando molto ma molto alto.

E dopo la pubblica gogna, passiamo al video.



Lo so è da pervertiti (anche se la cantante era già maggiorenne all'epoca, non come la Paradis in Joe Le Taxi), soprattutto la parte con la bambina piccolina. Però sfido qualsiasi maschio eterosessuale a non rimanere quantomeno turbato. E comunque anche lì c'è il solito servo della gleba, senza nemmeno la testa tanto alta.

Moi je m'appelle Lolita
Lo ou bien Lola ...

martedì 15 novembre 2011

Servi Della Gleba

Dopo il post di ieri ho pensato a DJ Television (la trasmissione anni '80, non le cagate che fanno oggi) perchè ho un sacco di videoconferenze del cazzo sulla crisi internazionale tenute da eminenti economisti che spiegano come cosa e perchè, ma, se gli si chiede che cazzo fare, la risposta è sempre vaga e senza contenuti reali e/o applicabili.

Bene, come tutti sapete, il buon Cecchetto la ha creata nel lontano 1984, per finire le trasmissioni nella primavera del 1989, andando in onda tra le 14 e le 15 (più o meno). Andando a scuola nella cittadina capoluogo e tornando in corriera ogni santo giorno verso le 14.20, riuscivo a vedere la seconda parte mentre mangiavo, fino a che ho avuto i fatidici 15 anni, quando tutto cessò perchè si guardava la notte MTV trasmessa piratamente dalle emittenti private (la vera MTV non quella merda che è MTV Italia). In quell'autunno orfano di MTV, la Maestra iniziò a guardare Beautiful con tutte le puttanate dei Forrester & Co e mi toccava sorbirmele.

Quando, un bel giorno, venivo a scoprire che la bella tenebrosa della classe, mora, sorriso smagliante, tette da urlo, era una grande fan di Ridge & Co.

Da notare è che a 15 anni, in una scuola a preponderante presenza femminile, il giovine Attila ha problemi di (lo so sembra una cazzata, ma erano problemi reali) abbondanza (con scene che adesso potrebbero configurare il reato di stalking e non sto scherzando un benemerito cazzo).

Ma torniamo al nostro eroe che faceva la scoperta cruciale del suo corso di studi. Annotiamo anche che la mora tenebrosa aveva colpito il giovine virgulto dal primo giorno di scuola del primo anno del Liceo e che si era trovato accidentalmente ad essere il suo compagno di banco per tutto il primo semestre dello stesso causando forti difficoltà nella concentrazione.

Orbene, non divaghiamo troppo, durante l'inverno tra il 1989 ed il 1990 l'Ingegnere e la Maestra (per chi si fosse perso qualche puntata precedente, i genitori del tenero Attila), iniziavano i loro spostamenti vari in giro per il Mondo, lasciando il virgulto da solo a casa (il fratellino era dalla zia, perchè studiva in una città diversa da quella capoluogo).

E qui si nota il vero Servo della Gleba DOCG, con marchio di riconoscimento e vari premi ambiti oltre alle recensioni entusiastiche delle riviste di settore. Io, ogni santo giorno, mi guardavo Beatiful, appena tornato a casuccia sul Fiume Azzurro, per aver la scusa, l'indomani, di poter conversare 5 minuti scarsi, tra una lezione e l'altra, con la bella tenebrosa, perdendosmi nei suoi occhi neri, sapendo di non avere alcuna speranza di andare oltre a quello, perchè lei era affascinata da tutta una serie di falliti cronici di 6 o 7 anni più grandi (sì, li ho conosciuti quasi tutti, nei weekend ci trovavamo spesso in giro, io accompagnato da quelle degli anni precedenti e lei da uno scelto nel mazzo dei perdenti).

Per la cronaca, io non sono mai stato geloso, immaginatevi di una irraggiungibile; erano le sue amiche che li definivano falliti o perdenti (a scelta) ed in effetti, anche lei vi si appellava a questa maniera, superato il periodo (normalmente breve) di innamoramento iniziale.

A questo punto non mi resta che dedicarmi una canzone




Servi della gleba in una stanza
anestetizzati da una stronza...

lunedì 14 novembre 2011

Buzz Word

In questo momento la parola chiave nel mio campo è "Stakeholders"... che parola di merda...

Fino a che si parla di "Shareholders", cioè azionisti, tutto bene, cazzo, sono loro che hanno cacciato il grano per montare il baraccone, che cazzo posso dire? Sono loro che pagano il mio cazzo di stipendio che il professor Monti mi tasserà sempre di più)...

Ma quando parli di "Styakeholders", chi cazzo sono?

Inanzitutto sono i miei azionisti di cui sopra, per cui non ho un cazzo da dire.

Poi, però ci si mettono altri soggettini stronzi nell'insiemone e così iniziano i problemi.

Perchè, vedete, io devo tutelare gli Stakeholders in questo preciso istante storico, tenetelo bene in mente, io li devo TUTELARE, questo è quanto proclama il board o "Consiglio di Amministrazione" della Grande Multinazionale Bastarda.

Per cui chi sarebbero gli altri soggetti che devo tutelare?

Qui comincia il divertimento:

I CLIENTI : che devo pelare prima e spremere come tanti piccoli e grandi limoni poi, senza perdere nemmeno una goccia del simpaticissimo succo con il simbolo €

I FORNITORI : che devo pagare il più tardoi possibile, che significa un attimo prima che mollino tutto il credito ad un istituto di recupero crediti oppure inizino una simpaticissima azione legale; il tutto chiedendo un'onerosissima azione legale a favore della Grande Multinazionale bastarda nel caso il fornitore ci lasciasse in braghe di tela perchè rimasto strozzato

LE AUTORITA' LOCALI : che devo raggirare in tutti i modi perchè chiedano meno oneri urbanistici possibili e rompano meno le palle nel fornire permessi e licenze varie

LE COMUNITA' LOCALI : che devo far sì che non rompano i coglioni, tipo quei tizi che non vedono l'ora di mandare lettere ai giornali per qualsiasi cazzata, oppure le onlus varie che si combattono letteralmente sul territorio, lottando tra loro per qualche 100 € di finanziamento di cui hanno costantemente "fame", oppure quelli per cui la fabbrica fa circolare nella superstrada dietro casa troppi camion, oppure il complesso commerciale congestiona la superstrada ogni weekend e via di altri hobbisti dello sfracugnamento dei coglioni

Insomma, secondo quei geniacci buontemponi, io dovrei tutelare tutta quella gente, cercando, però, di fotterli ad ogni piè sospinto...

Come cantava Gerry Scotty alla fine degli anni '80 "Smile Smile..."

giovedì 10 novembre 2011

Banquo

Chissà se anche per questo qualche simpatico maneggione darà la colpa alla buonanima...

Chissà se l'agnellino dallo sguardo vispo sputante sulle bandierine si rivolgerà anche stavolta alla Corte Europea...

lunedì 7 novembre 2011

La Bandiera sul Reichstag



La Carlucci che va all'UDC mi ha fatto venire in mente l'immagine della Bandiera sul Palazzo del Reichstag durante una fase "particolarmente concitata" del secolo scorso.

Sono proprio curioso di sapere chi sarà la metaforica Eva Braun...