venerdì 27 novembre 2009

A 4 passi dal baratro

Come ho sempre sbandierato urbi et orbi, lavoro nel Real Estate, o, più volgarmente, nel ramo immobiliare riferito alle strutture "importanti", in pratica un qualsiasi edificio sotto ai tot milioni di euro/dollari e tot migliaia di metri cubi non viene nemmeno preso in considerazione. Fino alla metà del 2008, quale era considerato il paradiso da chiunque gestisse questi complessi, in quanto uno poteva essere pagato una sberla di soldi per gestire in maniera piuttosto "rustica" edifici che si rivalutavano automaticamente e costantamente di cifre assurde ogni anno?

Esatto, Dubai.

Alla fine del 2007 ero stato contattato dai cacciatori di teste per un contratto quadriennale nell'emirato e confesso di essere stato molto tentato, poi, vuoi che con la Dolce Metà dovevamo mettere su famiglia e lei mai e poi mai avrebbe accettato di stare lontano dall'Italia e da casa sua, vuoi che il CEO mi aveva prospettato un avanzamento notevole per marzo 2008 (ed è stato di parola prima di andare in pensione), vuoi che ad andare a stabilirmi tra i tizi con l'asciugamano in testa non è che mi esaltasse molto, vuoi che io chiedevo per ogni 6 mesi lì di avere 1 in Italia e loro me ne offrivano 9; insomma, ho declinato e per un po' di mesi mi sono arrovellato parecchio su questa mia decisione, in quanto i soldi erano davvero tanti.
In più qualche mio collega aveva accettato e, quando andavo a fare consulenze là, venivo accolto come il topino di campagna viene accolto da quello di città in un famoso cartone animato degli anni 60 (che non ho trovato in giro per la rete, per cui niente link, sgrunt!) e i miei dubbi venivano alimentati sempre di più.

E' di ieri la notizia della possibilità di default del fondo nazionale dell'emirato e questa mattina mi hanno chiamato un paio di colleghi che si erano trasferiti là, in quanto erano stati appena spediti e mi chiedevano se avessi sentito parlare di qualcuno che aveva bisogno di figure come la loro qui in Europa. Il manager operativo è come la rana negli stagni, appena l'ecosistema si altera, è il primo a scomparire.

Il mammismo della Dolce Metà, un moto di generosità di un quasi pensionato, il mio ingiustificabile pregiudizio e un po' di paraculaggine italiota mi hanno salvato dal baratro... sono cose che fanno pensare.

giovedì 26 novembre 2009

Regalami un Flores

Allora, ieri ero in trasferta macchinata (finalmente ieri mi hanno dato un nuovo trattore!) nei Grigioni per una consulenza ad un fondo con le macchie di cioccolata sul bavero.

Tornando all'interno dei patri confini, in fila sulla Milano - Como - Chiasso (tanto per non farsi mancare un cazzo), sentivo il mio programma radiofonico preferito: La Zanzara su R24. Dopo uno zanzillione di interventi pro e contro qualsiasi cosa, arrivava la telefonata di Cruciani a Flores D'Arcais in cui prima sparava le prime minchiatine da sboccolatore professionale, poi si arrivava al punto: il simpatico (assimilabile ad un cardo nel culo) direttore di un tot di fanzines per trasportatori di ettolitri di letame sotto al naso diceva che non aveva partecipato non so a quale conferenza perchè c'era anche Schifani (ecco, adesso che l'ho scritto, mi tocca passare il disinfettante sulla tastiera) e lui non voleva stringergli la mano. Ma perchè non voleva stringergli la mano? Perchè aveva letto sul Fatto Quotidiano (ma c'è davvero qualcuno che riesce a leggere questo giornale e non a portarlo solo sottobraccio come segno identificativo? Evidentemente sì, ma resto strabiliato) che, la faccio corta senza usare i troppi panegirici adottati dal nostro, da avvocato, il Presidente del Senato (non lo nomino perchè ho finito il lisoformio), prima di entrare in politica, aveva difeso un palazzinaro palermitano che aveva costruito abusivamente un palazzo e poi aveva affittato/venduto il tutto a mafiosi, dicendo che, in altri Paesi più democratici, uno si è dovuto dimettere perchè aveva la colf immigrata clandestina pagata in nero...
In un primo momento non riuscivo a comprendere il delirio di quest'uomo e a cosa si stesse riferendo, quale fosse il motivo della mancata volontà di offrire una stretta di mano.
Poi ho capito: Ci sono 2 questioni:

1. Chi è colpevole secondo il floresdarcaiso pensiero non ha diritto ad alcuna difesa da parte di un avvocato davanti ad alcun Tribunale, deve essere colpevole e messo al muro, così, seduta stante, in mezzo al tripudio delle "persone oneste" che applaudono alla vittoria della "Giustizia".

2. Visto il curriculum, chi non ha lavorato nemmeno un minuto nella propria vita, ha difficoltà a percepire che qualcun altro debba lavorare e che qualsiasi avvocato si troverà a difendere persone che potranno essere giudicate colpevoli, oppure che abbiano fatto cose di cui non andare molto fieri. Se non fosse così, non esisterebbero gli avvocati.
Solo che chi non lavora non ha nemmeno la possibilità di sbagliare o di insozzarsi le mani nella vita reale e la vita reale presuppone compromessi e cavilli a cui appellarsi, perchè la pagnotta a casa bisogna portarla. Io conosco ottime persone che fanno gli avvocati (ho una laurea in giurisprudenza) che si trovano a difendere dei criminali patentati, ma non per questo diventano delle persone peggiori. Chi non fa un cazzo nella vita non riesce a distinguere il proprio lavoro con la propria persona fuori dal contesto lavorativo, appunto perchè un lavoro non ce lo ha (non gli occorre, beato lui) e non lo ha mai avuto (no, fare il direttore di fanzines sbroccolanti non è un lavoro, siamo seri).


P.S. Il calcio, da martedi scorso, è solamente un elemento chimico di numero atomico 20 con simbolo Ca; o al massimo un Comune italiano in provincia di Bergamo di 5.161 abitanti.
Ogni riferimento a quella grandissima testa di cazzo portoghese non è affatto casuale.

martedì 24 novembre 2009

Se famo du spaghi?

Giubilo, allegrezza, felicitia!

Il simpatico evaso omicida per cause politiche di gioiellieri e di salumieri si è rimesso a mangiare!

E, come sempre, il finale tra Oba Oba e travoni assortiti brasileiri sembra prossimo!

Comunque Lula non firmerà, perche, nel momento in cui la tizia brasiliana è stata sbattuta fuori dal GF dieci, si è accorto che i diritti umani non possono essere tutelati nella patria del maccherone.

Giustizia è fatta.

lunedì 23 novembre 2009

Perdendo l'anima

Il caso Cucchi come il caso Brenda mi stanno facendo riflettere molto. Non riesco a provare compassione, non ce la faccio e questo è un cruccio che mi porto dietro da un po' di giorni.

Allora, io sono cattolico praticante; ma sono uno di quelli che, se fosse vissuto nel Medioevo o nel Rinascimento, sarebbe finito dritto senza passare dal via su qualche rogo oppure a fare un po' di stretching sulla ruota oppure a guardare dall'interno il delicato meccanismo della vergine di Norimberga, sicuramente prima di moltissimi che si definiscono atei e si proclamano mangiapreti à la page; basti pensare che ho avuto una figlia prima del matrimonio, non sono d'accordo su quasi tutte le posizioni dell'uomo germanico, il crocifisso nelle aule lo manterrei solo per ricordare (come ho scritto nel post) le battaglie europee (io non porto alcun crocifisso da nessuna parte, a parte quando vado in paesi musulmani - Arabia esclusa, non sono un kamikaze - ma per un motivo solo identitario) e la contraccezione la imporrei in tutto il III mondo con metodi malthusiani. La mezz'ora/quaranti minuti che passo in Chiesa ogni domenica (quasi, dì la verità, dai che le cazzate hanno le gambe corte e già hai una coscienza nera, ci manca solo che scrivi le bugie sul tuo blog e poi sei a posto con il mentire a te stesso), mi serve a riflettere su me stesso (e sentire leggere da qualcuno le letture meno pulp mi piace, perchè la Bibbia è il libro più pruriginoso e denso di violenza che ci sia, Bukowski è roba da educande a confronto, a mia figlia, fino a che non raggiunge una certa età, col cazzo che le lascio una Bibbia in mano, così, da sola) ed anche questa settimana ho provato, cercando di trovare un po' di pietà per i casi citati nel post precedente. Niente, Nada, Nichts.

Non riesco a provare alcuna compassione. In pratica non c'è, è sparita.

L'anima è qualcosa di inutile, non serve, è come Reppetto negli 883. E qui nasce il problema: da quando Reppetto se n'è andato, io non riesco più ad ascoltare gli 883. Io, in musica, sono onnivoro, nel senso che mi posso trangugiare anche le peggiori schifezze, solo che devo sentirle "mie". Gli 883 nel '92 parlavano a me 18enne di provincia che aveva appena finito le superiori e cominciava a vedere cosa c'era al di là del cancello dorato della scuola (perchè la scuola può sembrare una merda quando ci si è dentro, ma è una vacanza rispetto a quello che arriva dopo). Poi Reppetto, che non serviva, che era lo scemotto che saltellava accando a Pezzali durante il Festival Bar perculato da tutti, se n'è andato e... beh, chi è mai riuscito più ad ascoltare interamente un'altra canzone di quel mollaccione dallo sguardo fisso?

La mia paura e questa, di stare perdendo qualcosa di inutile e di perculabile, che potrebbe rivelarsi fondamentale.

venerdì 20 novembre 2009

Rischio d'impresa

Bon, hanno trovato carbonizzato il transessuale con cui Marrazzo si intratteneva in lunghe disquisizioni filosofiche sull'influenza della scolastica nello sviluppo di una concezione nuova delle teorie umanistiche rinascimentali. E questa è cronaca.

Cazzo, non riesco a provare un minimo di pietà e questo (e non sto scherzando), mi sta creando un problema di coscienza non da poco (sì, lo so, io sono uno squalo e non dovrei avere una coscienza, ho sempre detto che questa tara me l'hanno inculcata i miei e ogni tanto glielo rinfaccio, ma mai abbastanza).

Stessa cosa con il caso Cucchi, non provo alcuna pietà, non riesco a dispiacermi, a provare un minimo di indignazione per quello che è successo. Niente. Nada. Nichts.

Perchè?

E' colpa mia, non ci sono cazzi, il mio unico pensiero è: rischio di impresa. Più si alza l'asticella del possibile guadagno "facile", più aumentano i rischi.

Mi spiego: un cavallino (corriere della droga che trasporta modiche quantità) prende in un mese quello che io guadagno in 6 o 7 mesi (è un dettaglio che se li sputtani tutti, ma non me ne può fregar di meno), per non fare i conti in tasca al pusher i cui guadagni sono molto più cospicui. Benissimo, sarei portato anche io a fare lo stesso mestiere, in quanto guadagnerei di più con meno ore lavorate e meno scazzi quotidiani, solo che c'è un fattore che me lo impedisce: il rischio. Facendo quel mestiere si rischia di finire a vedere per un tempo cospicuo il mondo a strisce (quando va bene) oppure di ritrovarsi disteso con i piedi allungati perchè è finita davvero male.

Stessa cosa per quanto riguarda escort/transessuali in proprio: guadagnano un fottio di dindini, ma c'è sempre il rischio di trovarsi come cliente qualche male intenzionato o di essere ricattate/i o di diventare concime per i prati di qualche psicopatico o di essere inserito come elemento portante nel pilastro di qualche grande infrastruttura.

Sono come i bond Parmalat e Cirio, il rischio sta sempre nella quantità di interesse che viene corrisposto. L'esempio più lampante può essere quello dell'Argentina: anche uno sprovveduto riusciva a capire che, se nel resto del Mondo civilizzato i titoli di stato rendevano un interesse intorno al 4% annuo (quando andava bene), ci doveva essere qualche rischio se uno Stato forniva i suoi con un interesse del 19%, non bisogna essere un matematico alla Nash per farsi venire qualche dubbio.

Probabilmente sono un mostro, la questione è che mi è stato insegnato che "chi cerca trova" e nella mia esperienza di vita mi sono accorto che chi cerca rogne ha una facilità ancora maggiore della norma a trovarle.

P.S. FUORI TEMA: Per capire quanto a tutti gli Stati europatetici freghi dell'Europa, basta guardare chi è stato designato alla guida, ancor prima di svelare i probabili miserandi poteri a Lisbona: mi fanno venire in mente una canzone del 1997 di Anouk "Nobody's wife" (in cui, tra l'altro, la tizia risultava una bella manza).

giovedì 19 novembre 2009

Evacquo

Continuiamo con i post riguardanti il mio cazzo di mestiere... stavolta in terza persona perchè ho un attacco di cesarismo che il Berluska in un'orgia con 10 D'Addario se lo sogna.

Questa mattina il nostro Attila deve trovarsi alle 8 in un Grande Complesso Commerciale (ci avviciniamo al periodo natalizio, in cui al board della Grande Multinazionale Bastarda comincia a non fregare un benemerito dei Siti Industriali, ma vogliono che ci si dedichi quasi esclusivamente ai Siti Commerciali, che sono quelli più rognosi) per assistere alla prova di evacuazione totale dell'edificio in orario di apertura al pubblico (in pratica, non solo con i rompicoglioni di negozianti/gestori, ma anche con i rompicoglioni di visitatori). Teoricamente, a parte la sveglia antelucana per raggiungere il sito, è una specie di simpatico inframezzo rilassante nel mezzo di un'altra settimana del cazzo iniziata come tutti coloro che hanno letto i post precedenti sanno.

Ecco, non è così, tanto per non farsi mancare un cazzo.

Attila scopre al suo arrivo che il Responsabile del Complesso è a casa con l'influenza (porca o non porca non c'è); ma non ci sono problemi, c'è sempre il Vice... che lo guarda un po' spaesato.

Vice : Attila, guardi che sono stato assunto solo 4 mesi fa...
Attila : Ok, primo, dammi del tu che non sono ancora una mummia. Secondo, nel Complesso dove lavoravi prima non hai mai fatto una di queste evacuazioni, magari solamente in orario di chiusura al pubblico...
Vice : No... ehm... vengo dal settore dei cantieri di costruzioni edilizie... non eravamo usi a fare...
Attila : Ehm... rinfrescami la memoria... sono stato io a selezionarti, vero?
Vice : Esatto!

Attila si precipita dal supervisore per la sicurezza della Grande Multinazionale Bastarda per l'Europa del Sud (francese del cazzo) e esplica le difficoltà, invitandolo a prendere il posto del Responsabile. Questo lo guarda con il disprezzo tipico dei transalpini e gli comunica che, chiaramente, una simile eventualità non esiste per la policy numero minchia contenuta nella direttiva della straminchia e che deve essere chi sta sopra al Responsabile a prendere tutti i cazzi disponibili nel culo. Attila guarda il francese intensamente, lo manda a fanculo, ma si prepara mentalmente mettersi a 90 sperando che non ci siano troppi superdotati in giro.

Attila prende in mano la situazione e convoca un briefing istantaneo con addetti alla sicurezza, manutenzione e pulizie, memore di un passato che lo vedeva Responsabile e che sperava di non dover più rivivere. Tutti i presenti hanno uno sguardo bovino e Attila ripete le mansioni di ogniuno più e più volte, sotto lo sguardo schifato del transalpino.

Arriva l'ora di apertura al pubblico, le 9.00, la prova deve scattare alle 09.02.Tutti ai posti di combattimento, pronti alle murate, ammainate il pappafico, caricate...
Attila è nella sala controllo. Scattano i fumogeni a simulare l'incendio. Dalle telecamere di sorveglianza Attila nota che gli addetti alla sicurezza si aggirano con fare sperduto intorno a questi fumogeni e comincia a chiedere gentilmente via radio se sta succedendo qualcosa di anomalo, silenzio. La richiesta diviene un po' più decisa, silenzio, dalle telecamere si vedono sguardi bovini che si interrogano sul da farsi senza proferire verbo. Al che scatta un bestemmione da paura via radio e un "sembra un incendio quel fumo che viene inquadrato nel settore C?", di risposta si ha un balbettio su del fumo e un "controlliamo". Si procede con le varie fasi più o meno fluentemente (molto meno che più), fino ad arrivare al momento in cui Attila chiama l'evacuazione e nel sistema di diffusione interno al Complesso (da dove esce la musichetta che sentite costantemente in ogni Centro Commerciale per intenderci) deve essere inserito il messaggio continuo di evacuazione. Bene, il messaggio non parte, qualcuno ha pasticciato nei giorni precedenti con i cavi della radio e adesso il cd con la comunicazione parte tranquillamente, ma non viene diffuso nelle aree del Complesso. Attila rilascia una raffica di bestemmioni da paura e si getta sul retro del sistema di diffusione, connettendo qua e là cavi a casaccio, fino a che, magia!, la comunicazione si ode anche negli spazi aperti al pubblico.

La gente defluisce lentamente da tutto l'edificio, senza grossi intoppi. Attila lascia la sala controllo e si reca negli spazi aperti al pubblico per verificare la situazione e sembra che tutto scorra senza grandi problemi, quando arriva la comunicazione da parte di una addetta alle pulizie: un tizio si è barricato nei bagni del settore E. Attila si reca con passo calmo e tranquillo verso il summenzionato settore e, al suo arrivo, trova l'addetto che, assieme ad una guardia, sta cercando di convincere il tizio a uscire dal bagno. Con tutta la delicatezza del caso sfonda con un calcio la porta del bagno e si trova di fronte (non scherzo un cazzo) un tizio dell'est sull'1.90 cm ad occhio probabilmente uso a portare i sacchi di sabbia edili da 50 kg uno per braccio, ma in quel momento non gliene potrebbe fregar di meno e lo apostrofa con un "fuori dai coglioni immediatamente"; sarà per il calcio alla porta, sarà per gli occhi iniettati di sangue o forse per il tic con cui Attila chiudeva e stringe incessantemente la mano destra sulla radio, il simpatico uomo proveniente da un Paese al di là dell'ex cortina di ferro segue di buon grado le indicazioni dei due operatori che prima dell'arrivo del nostro eroe lo stavano sollecitando.

Attila, bonificato anche il bagno e sbrigate le ultime pallosissime formalità del menga, può dare la fine dell'esercitazione e il rientro di tutti nel Complesso. Il francese lo guarda con un vagone di letame sotto al naso e sentenzia: "Si poteva fare meglio".

P.S. A proposito di Transalpini, ma non è che hanno fregato l'idea al Berluska?

mercoledì 18 novembre 2009

Venerdì 13

Come anticipato ieri nel mio sfogo amaro aeroportuale, mentre stavo ad aspettare quel coglione che mi ha portato un documentino del cazzo che ho dovuto rielaborarmi in serata (allegria!) sul mio notebook appena riparato che per fortuna era in possesso del minus habens dotato di mezzo, parlerò di quel cazzo di venerdì 13.

Ok, antefatto: giovedì scorso l'alimentatore del mio notebook tira le cuoia e io mi ritrovo a essere senza strumento (in pratica come un carroarmato senza cingoli) operativo. Il notebook è talmente particolare (un sentito ringraziamento al dipartimento IT della Grande Multinazionale Bastarda) che gli alimentatori universali non hanno alcuna possibilità di fornirgli energia (provati una quindicina in 8 negozi diversi, perdendo tutta la giornata). Per cui sono informaticamente appiedato.

Venerdì sono in un Grande Sito Commerciale del Nord Ovest dove, su invito di importante assessore alle politiche giovanili (di cui non me ne può fregar di meno) e all'edilizia (e qui l'interesse diviene diametralmente opposto), devo presenziare al finale del concorso rock per gruppi emergenti del luogo a cui avrebbe presenziato un importante cantante del panorama italiota quale presidente di giuria (di cui io facevo parte: in pratica 2 giornalisti locali, assessore succitato, io e cantante).

Io, non mi ripeterò mai abbastanza, politicamente sono la cosa più neutra che possa esistere sul mio lavoro: un assessore mi parla bene del Berluska, io asserisco in tono entusiasta; un assessore mi parla male del Berluska, io asserisco in tono grave; un assessore si dichiara entusuasta per Casini, io asserisco sorridente; un sindaco si dichiara dispiaciuto per la sconfitta di Franceschini alle primarie, io scuoto la testa in tono simpatetico (e rischio il coccolone per dover reprimere un riso grasso montante); un consigliere con delega all'urbanistica stigmatizza la persecuzione a Cosentino e io scuoto la testa in tono assertivo e così via. Così, per poter reggere meglio il ruolo, voto scheda bianca. My business!

Ok, allora, sono lì che mi aggiro dove è previsto questo concorso e mi aspetto di vedere ragazzotti con capelli variamente lunghi e abbigliamenti che richiamino il mio vetusto concetto di rock. Bene, sono tutti belli pettinatini con la riga in parte e tutti precisini precisini nell'abbigliamento con le felpine alla moda e i jeansettini firmatini, il più trasgressivo è il tecnico del suono che avrà la mia età e porta i capelli lunghi e una maglietta degli Slayer. Vabbè, magari io li giudico dall'abbigliamento come l'Ingegnere (mio padre n.d.r.) che si incazzava a bestia quando mi vedeva andare all'Uni con i capelli lunghi fino al culo, i jeans distrutti e la camicia in flanella a quadri scozzesi; allora bando ai pregiudizi, sentiamoli suonare.
Arriva il cantante di fama con un ritardo di 40 minuti, ma almeno è piuttosto simpatico e non si tira troppe pose. Discorso iniziale dell'assessore, quattro parole da parte mia non preparate, ma che cazzo potevo dire a una serie di sbarbi in tiro come se dovessero andare alla loro fottuta prima comunione?
Ok, allora aspettiamo il sound check del primo gruppo e (solo per fare un esempio) il bassista si mette a fare una cosetta tipo Nek orripilante, calmo, devo stare calmo... la canzoncina è di una banalità allucinante, un giro di sol e tutto in quattro quarti completamente cantato a 2 voci che "si rincorrono".
Vabbè, mi dico, è il primo gruppo, ce ne sono 14 in gara, sono fiducioso.
Il secondo gruppo fa lo stesso check sound del primo, solo senza batteria... la canzoncina è uguale a quella del primo gruppo solo con una voce singola invece di 2.
Da qui in avanti vado in trip... tutte le canzoni uguali, tutti i ragazzini vestiti uguali, nessun assolo, solo voci, e niente di un cazzo che assomiglia a qualcosa che viene chiamato rock!
L'ultimo gruppo mi fa accendere una luce di speranza, vedo un ragazzino che ha ampiamente superato la soglia dell'obesità con i capelli che gli arrivano alle spalle e la camicia sbottonata che imbraccia una chitarra elettrica. Dai che magari, nella mia speranza che questi siano un tantino più originali, mi perdo anche il check sound perchè rimiro lo strato adiposo che gorgoglia sotto ad una maglietta dal colore scuro del chitarrista. Iniziano e.... uguali agli altri e cercano anche di fregarmi perchè il panciuto capellone, ad un certo punto, sembra volersi produrre in un accordo ardito che non sia il solito giro di sol, ma si butta in un inutile e lentissimo pizzicato con la voce del cantante che lo sovrasta.

Ma quanti cazzo di danni ha fatto quella merda di X-Fanculoatuasorella?

Siamo alle votazioni, io non so come cazzo votare, per cui sbircio dal foglio del cantante famoso che sbircia dal mio, così ci guardiamo un po' imbarazzati e stiamo ben attenti a non dire un cazzo che nessuno si accorga che non abbiamo idea a quale merda dare quello stronzissimo premio. Io sbircio dall'assessore che ha votato probabilmente ad minchiam e ricopio quasi pedessiquamente i voti, per poi lasciar copiare il cantante.

Alle 17:30 si premiano i vincitori (non mi ricordo nemmeno chi cazzo fossero) e alle 18:00 il cantante presenta la sua ultima fatica intervistato dai 2 giornalisti in giuria per circa mezz'ora.

E' finita questa cazzo di giornata?

Manco per il cazzo è la risposta corretta.

Alle 18:40 mi arriva la telefonata della mia assistente in sede per le consulenza che mi dice che sarei dovuto andare in Bulgaria con partenza domenica pomeriggio per una consulenza, alla mia obiezione che, senza notebook, quale cazzo di consulenza avrei potuto fornire, ribatteva che non mi occorreva un cazzo di supporto informatico perchè si trattava di valutare la location e l'accessibilità alla stessa, insomma un fottutissimo scacco matto in una mossa.

L'unica cosa che mi va dritta è l'autostrada che, seppure il velocipede a 4 ruote non riesce ad andare oltre ai 130 scarsi, è piuttosto libera... siamo sempre positivi sennò il giovine e capelluto premier si rattrista!

martedì 17 novembre 2009

Update

Ecco, sono appena atterrato da un fottutissimo aereo che mi riportava in Italia da una "consulenza volante in Bulgaria", di cui ho saputo venerdì scorso alle 18:40... ovviamente mentre mi trovavo in una situazione allucinante (di cui scriverò domani) con il notebook ko perchè il fottuto alimentatore era saltato e non mi ricaricava la merda di batteria del cazzo.

Sono dovuto partire domenica pomeriggio con una serie di voli che mi hanno portato a fare il giro degli aeroporti della fottuta europa orientale perchè tutti i voli semidiretti per la Bulgaria erano stracolmi... e checcazzo ci va a fare la gente in quel posto del cazzo dove non c'è uno stracazzo di minchia e la crisi li ha lasciati senza nemmeno gli occhi per piangere? Ed ero senza notebook, merda!

Ok, sono calmissimo... e sto aspettando in un cazzo di aeroporto che un beota di collega che non riesce a trovare nemmeno il suo naso venga a prendermi, ma si è perso nel traffico nei suoi pensieri o nel labirinto del minotauro... e un cazzo "non prendere taxi, perchè vengo io a prenderti così ti faccio il briefing per quel board di domani mattina alle 09.00 (nove e zero zero ho scritto correttamente, ma che cazzo ha in testa 'sta gente a convocare un Consiglio di Amministrazione alle 9 spaccate, ma quando se lo sono immaginato, avevano il criceto nel cervello che doveva cambiarsi il Tampax?) e non perdi troppo tempo"... e coglione io a starlo ad ascoltare e a non mandarlo a fanculo e intimargli di farmi lo stronzissimo briefing al telefonino mentre ero comodamente spaparanzato su un taxi che mi avrebbe portato alla scatoletta di latta che mi ostino a chiamare auto sostitutiva...

Ok, una giornata fantastica... come al solito...

mercoledì 11 novembre 2009

Mi Ramazzotto

Oggi sono in un medio sito commerciale e alla radio interna della galleria commerciale che è attaccata alla sala riunioni in cui mi sono relegato danno ogni 6 minuti l'ultimo singolo del tizio burino che stava con la cavallona svizzera...

Ma cazzo, sembra la canzone del Tiki Tik dei Fichi d'India. C'è davvero qualche acefalo che riesce a spendere non dico i 99 centesimi si I-tune, ma nemmeno 40 secondi della propria inutile vita per scaricare in modo pirata una stronzata simile?

lunedì 9 novembre 2009

Di Bricchi e di Uolli

Oggi non ho un cazzo di tempo, per cui mi devo solo ricordare che 20 anni fa cadeva il muro di Berlino e, in conseguenza di questo, i bordelli di Austria e Slovenia avrebbero visto la luce e sempre nuova linfa.

venerdì 6 novembre 2009

Chiamata alle armi

Attenzione! Attenzione!

Questo blog, saputo che il blog denominato Perle Complottiste ha aperto le votazioni per l'ambito premio "Perlone 2009", invita tutti i propri lettori (lo so che sono pochi, ma a me la retorica affascina sempre) ad unirsi in una epica chiamata alle armi per far sì che il beniamino di tutti noi, il baffetto più vispo di tutto il web, il candidato trombato alle europee in qualche repubblichetta baltica di cui adesso non ricordo il nome, in poche parole GIULIETTO CHIESA vinca quest'anno, vista la sconfinata produzione di panzane e le frenquenti apparizioni a Omnibus mattina, l'ambito riconoscimento di una carriera sempre contro non solo ad ogni logica, ma anche ad ogni fisica e ad ogni statistica e ad ogni biologia e ad ogni economia e ad ogni semantica etc.

VOTA CHIESA ci sarà un Mondo Migliore
VOTA CHIESA avrai un'occasione in più per sganasciarti
VOTA CHIESA e ci saranno nuovi video di "Zero"
VOTA CHIESA e riconoscerai anche tu la fine intelligenza del premio Nobel "Cinque Metri Cinque"

Sempre e comunque VOTA CHIESA, non potrai pentirti, tanto sparerà le sue minchiate anche nel 2010 lo stesso, ma lo farà con una nuova legittimazione!

Momenti di Gloria (Chariots of Fire)

Questa merda di settimana deve finire, punto.

Ennesimo post autobiografico del cazzo.

Come sa chi ha letto i due post precedenti, non è che ho proprio un gran culo con i mezzi di locomozione questa settimana. E, come si può agilmente notare, questa cazzo di settimana non è ancora un cazzo finita.

La fredda cronaca (in terza persona, perchè mi piacerebbe non fosse successo a me, ma a qualche altro stronzo di merda):

Questa mattina Attila si recava presso un Sito Medio Commerciale del bergamasco (pota, pota) e alle ore 10.04 si trascinava in ufficio il corredo di valige e di notebook prendendosi le solite battute idiote (l'ultima: "Strano, non ho sentito ancora di nessuna nuova località alluvionata, qualcuno è più previdente e si porta avanti già con il lavoro...) da parte degli autoctoni (che, tecnicamente, sono collaboratori/sottoposti/affittuari di Attila, per cui potrebbe anche avvalersi di qualche forma di rappresaglia, ma tanto sanno che Attila non lo farà mai e spiegherò bene questo rapporto in un post futuro), lasciando la scatoletta ruotata (la Peugeot 107) in bella vista nel parcheggio scoperto.
Alle ore 10.10 locali, Attila veniva invitato a seguire il responsabile del Sito per farsi illustrare lo svolgimento delle luminarie natalazie esterne (che non lo avevano convinto un cazzo). Alle ore 10.12 Attila si trovava nel parcheggio esterno, dove aveva parcheggiato in precedenza, al fine di capire come mai era stato installato quell'obbrobrio luminescente, quando notava un tizio di colore aprire la portiera anteriore destra della scatoletta dopo aver proceduto alla demolizione del finestrino anteriore lato passeggero. Alchè gli rivolgeva il simpatico epiteto "Brutto figlio di puttana" e, dopo aver gentilmente richiesto al collega di avvisare tramite cellulare i carabinieri/polizia/GdF/esercito/aviazione/marina, si gettava all'inseguimento, mentre il tizio nero, senza aver trafugato niente, per il semplice fatto che non c'era un cazzo da trafugare, si dotava di calzature alate e iniziava una precipitosa corsa attraverso la statale verso i campi. Il nostro Attila, che, ricordiamolo, va a correre tutti i santi giorni, va in palestra 4/5 volte la settimana ed ha un po' di cinture nere di una serie di artio marziali giapponesi, ci teneva particolarmente a redarguire personalmente (e simpaticamente) il simpatico signore probabilmente non di origine comunitaria, per cui tosto lo inseguiva attraverso la statale (causando un simpatico concertino di clacson da parte di automobili che avevano dovuto bloccarsi repentinamente) verso l'aperta campagna.
Nonostante le calzature alate, il simpatico amico di nazionalità probabilmente straniera iniziava a perdere visibilmente terreno incalzato dal ritmo serrato del tonico Attila, che, seppur oggettivamente ostacolato dal completo grigio, scarpe in cuoio e cappotto lungo, stava fornendo una prestazione a dir poco maiuscola. Attila, notando la difficoltà dell'inseguito, stava per iniziare la progressione con cui sarebbe arrivato a ridosso dell'uomo di incerte origine e sentiva nelle orecchie il celebre motivo di Vangelis, brano principale del film che fornisce il titolo a questo post, quando questi faceva un rapido scarto sulla destra e guadava il melmoso e probabilmente non molto salubre canale che scorreva a lato del percorso intrapreso dai nostri protagonisti.
Attila, dopo un attimo di sgomento e respingendo la malsana idea di ripetere il gesto del probabile migrante (per un attimo, ma solo per un attimo, era balenata nella mente bacata del nostro), raccoglieva una pietra e la lanciava all'indirizzo del guadante, salutandolo amabilmente con un "Bastardo di merda, la prossima volta che vedo di apro il culo come un melone il giorno di ferragosto".
Ritornato al Sito Medio Commerciale, avvertiva la società di leasing dell'accaduto e andava a cambiare il mezzo di locomozione (una tenue speranza in una vettura un pochino più robusta si era librata nell'aria per sfracellarsi a terra una volta arrivato presso gli uffici di zona dell'autonolleggio di riferimento) e perdeva così un paio d'ore (in pratica ciao ciao alla pausa pranzo, allegria!).

giovedì 5 novembre 2009

Una vita ristretta

Seguito del post di ieri, insomma, un po' di cazzi miei.

Alora, il trattore è andato e adesso viaggio con la 107... tutti penseranno: guarda questo coglione quanto fa lo schizzinoso, ecchesaràmmai un po' di tempo con una city car, non è che ti viene la scarlattina anche a te, sai?

E il ragionamento filerebbe se non fosse che io, durante tutta la settimana, giro come una trottola impazzita tra vari stabilimenti che possono trovarsi anche a centinaia di chilometri di distanza tra loro, per cui ho bisogno di portarmi via un po' di valige e di porta abiti ogni giorno... e il bagagliaio di una 107, in pratica, non esiste... ci sta giusto giusto il portanotebook e il resto?

Il resto va sul sedile posteriore, perciò, per non farmi scassinare la macchina in tempo zero, devo portarmi su tutti i valigioni ogni volta che arrivo in un ufficio... la battuta meno stronza è: "Ma te ne stai andando in vacanza?"

mercoledì 4 novembre 2009

I'm Love With My Car

Partiamo dal titolo: è una canzone dei Queen inserita nell'album "A Night at the Opera" scritta e cantata da "Roger Taylor" (uno dei pochi brani non cantati dal tizio di origini indiane santificato dopo la morte).

E adesso la fredda cronaca (niente terza persona di de bello gallica memoria perchè si tratta di una cosa seria):

Questa mattina stavo percorrendo una strada a scorrimento veloce dell'Emilia Romagna per recarmi in un Medio Sito Industriale con il trattore (per chi non lo sapesse, chiamo in questa maniera il SUV aziendale in mia dotazione), con condizioni meteo di pioggia non molto intensa e condizioni dell'asfalto accettabili, ero nel mezzo di un sorpasso normalissimo su rettilineo di un TIR con targa Ucraina, quando il mezzo pesante sbanda e centra in pieno la fiancata destra del mio veicolo (per non so quale santo non avevo nessuno seduto sul lato passeggero), stringendolo contro i New Jersey in cemento che impediscono il salto di carreggiata. Grazie alla velocità non particolarmente elevata e, soprattutto, alla struttura del veicolo, sono riuscito ad uscire incolume (senza, letteralmente, nemmeno un graffio, se non essere rintronato dallo scoppio della serie di air bag) passando dal foro lasciato dal parabrezza che è esploso (per fortuna) verso l'esterno.
Appena sceso ho baciato (sul serio) il cofano (l'unica parte ancora riconoscibile) del mio (ormai ex) mezzo di trasporto, sono sicuro di dovere un bel po' di ringraziamenti a quella stella a tre punte, visto che mia figlia non è rimasta orfana di padre prima del compimento del primo anno di vita.

La stradale, dopo avermi fatto accompagnare al più vicino ospedale, credo abbia fatto il test dell'alcohol sull'autista e mi sa che i bookmakers non accettino scommesse su un risultato a dir poco scontato. Comunque dopo un paio di accertamenti ospedalieri, mi hanno dimesso dicendomi che sono sano come un pesce.

Come dire, tutto è bene quel che finisce bene; se non fosse che, in attesa di aver un modello uguale (aggiornato e ho paura che non sarà come il precedente e mi beccherò una buona delusione), mi hanno già dato come auto sostitutiva una Peugeot 107 grigio metallizzato che (al di là del colore) non è proprio così possente come il trattore e non penso sia particolarmente adatta alle lunghe percorrenze (ahimè quasi quotidiane).

martedì 3 novembre 2009

Lepanto e Vienna

Ovviamente come tutte le cose anche la minchia di parola Europa significa qualcosa che esclude altre. Visto che il concetto di identità europea (per quanto minchia conti un cazzo il concetto è quello) è dato dalla contrapposizione con l'oriente islamico soprattutto nel periodo medioevale e rinascimentale, dopo no, perchè son tornati a fare i beduini con l'asciugamano in testa e a non contare un cazzo. E quella cazzo di croce, per quanto minchia valga, è l'unica merda di simbolo (oltre a tutti gli interessi economici e salcazzo e cagacazzo) che ha unito un po' noi stronzi nelle battaglie di Vienna e di Lepanto, anche se a quei minchioni che sparano cazzate a raffica in qualche buco di culo di istituzione eurominchionica e vogliono riempirsi la bocca di "diritti umani e fanculazio porcocazzio" non va un cazzo bene.

Per cui quella cazzo di minchia di croce deve restare là dove cazzo si trova, non perchè va bene al tizio vestito di bianco con la faccia da antagonista di "Dove Osano le Aquile", ma per ricordarci che abbiamo corso il rischio di trovarci con un asciugamano di merda in testa a dover stare un tot al giorno con il culo per aria mentre uno stronzone fa qualche urlaccio e stare attenti a non tirare qualche porco o a come si parla di culo tette e figa, in quanto si rischiano le scudisciate o di fare una bella penzolata in mezzo a qualche piazza di merda piena di sabbione se ad un tizio con la barba da troglodita girano i coglioni.

lunedì 2 novembre 2009

Assalto

E' da un po' di giorni che mi interrogo sull'assalto alla più grande associazione a delinquere presente sul globo terracqueo da parte dei tizi vestiti in grigio, che, spero vivamente, non mi facciano troppo spesso visita...

E' la solita finta per gettare fumo negli occhi agli allocchi come il sottoscritto oppure l'uomo che sprizza simpatia da tutti i pori, con la bella voce da tenore, gli occhiali fashion victim che sta andando "particolarmente d'accordo" con il giovine e capelluto premier ha deciso di fare sul serio a proposito di rientri di capitali?

Visto che sono il solito cinico italianucolo, propendo per la prima ipotesi...