venerdì 29 ottobre 2010

Zelig

Oggi non ho proprio un cazzo di tempo, perchè voglio tornare a casa dalla Piccolina, che, praticamente, è 2 settimane che non mi vede, per cui pensierino veloce:

Ma l'Agnellino con la faccia sveglia, sta cercando di farsi scritturare per la prossima edizione di Zelig, vero?

giovedì 28 ottobre 2010

100 Sanguisughe

Ci sono 100 tizi che faranno un po' di casino perchè vogliono i soldini dallo Stato.

Allora, se io devo sciegliere tra l'aumento delle mie tasse di 2 centesimi all'anno e 10 film di Margherita Buy su qualche ineguatezza del cazzo o un altro Barbarossa minchione di Bossi, cosa andrò a scegliere? Calcolando, come dice Totti, che sono ben 2 minuti di telefonata dal cellulare...

Oggi solo un indovinello, che devo tornare a quel cazzo di workshop che dopo mi tocca un'altra merda di ora da relatore...

mercoledì 27 ottobre 2010

E così non ridi più un cazzo

In questi giorni, per colpa di quei cazzo di KPI (obiettivi personali per prendersi il bonus annuale, in parole povere, che normalmente sono minchiate) aziendali, sono tutta la settimana ad un workshop nella bassa padovana, senza connessione internet, che non sia il mio netbook con connessione TIM personale che va e che viene, perchè sono in mezzo alle colline. Tra l'altro, per prevenire troppi bluff, bisogna anche fare da relatore per almeno 2 interventi, copn tanto di documentazione. Insomma, fregato, per cui sono davvero poco on line.

In parole povere sono cazzi e non posso stare fuori dall'aula più di tanto, per cui adesso la pianto con il mio lamento e vado al punto odierno:



Ecco arriviamo al minuto 8.51, guardate l'espressione del buonino sinistrino per eccellenza, guardate lo stracazzo di sorrisino educatino onnipresente come svanisce d'incanto: Marchionne gli sbatte in faccia la verità, quelle migliaia di persone che è andata a farsi una passeggiatina per le strade qualche giorno fa sono dei poveri fessi che vivono con 40 anni di ritardo, perchè il 1970 è passato.
Fazietto bello voleva ricucire, che solo il Berluska è il cattivone che fa male all'Italia, senza di lui tutto funzionerebbe come un orologino svizzerino, ma più simpatichino, invece Marchionne gli dice: no, un cazzo. Ma c'è Vendola che fa i discorsetti misto mare senza dire un cazzo, ma c'è l'aria nuova... Marchionne lo guarda e dice semplicemente che lui non è un politico, che non può stimare le idee di Cremaschi perchè tutti si devono volere bene, che lo sciopero generale urlato da Epifani, se non è un bluff (lo spero, non può essere una testa di cazzo così palese), rischia di diventare la tomba dell'industria strutturata italiana. Marchionne parla di numeri, parla di fatti, non ci sono chiacchiere, ci sono solo i cazzi...

E allora il Fazietto bello, tira fuori l'album dei ricordi, che fa sempre tanto tenerello e svela il più grande problema della sinistra italiota: non si può sempre e solo guardare indietro, lo sappiamo benissimo che la Fiat di Romiti era una industria di Stato, ma quello era un modello industriale obsoleto giùà negli anni 80! Siamo nel 2010, ciccio, le cose cambiano si evolvono e se uno guarda sempre e solo indietro inciampa. Nonsi può far morire un'industria per un presunto "debito di riconoscenza", così come non si può governare un Paese per una presunta patente di superiorità morale. Si deve guardare sempre avanti, osservando solo gli errori del passato, per evitarli, sennò ci si trova a "non riconoscersi nella modernità" con le solite trombonate sulla perdita di valori e sul decadimento dei costumi...

martedì 26 ottobre 2010

Manager e collaboratrici affettive

Eccomi, sono tornato, nonostante il deutscho del cazzo (di cui al post precedente) ha tentato in tutti i modi di farci passare un soggiorno eterno in qualche burrone con iniezione di piombo inclusa, perchè, come avevo tentato di spiegargli, quando si va in quei posti a fare quello che dovevamo fare, non copnviene spiaccicare agli autoctoni in faccia la loro inadeguatezza o le cazzate fatte facendo trasparire il proprio disprezzo per gli ominidi di cui alle volte viene da dubitare che abbiano davvero il pollice opponibile (poi ti ricordi che ti hanno stretto la mano...), in quanto devi poi vivere tra loro per quella cazzo di settimana, che, per problemi tecnici, si è prolungata anche oltre. Faccio un esempio: se invece del simpatico tassista secondo cugino del direttore dello scalcinato grande complesso commerciale costruito solo 2 anni prima, ma totalmente privo di manutenzione per cui sembra che stia per crollare, che ti riporterà in albergo e nel caso anche in un eventuale uscita notturna (non per me, l'albergo aveva Sky Sport Italia e Sky Sport UK, per cui ero incollato allo schermo fino a che la veglia lo consentiva, poco per cui), ti manda il fratello del cognato del responsabile della manutenzione, che ha qualche simpatico contatto con i tizi che svolgono attività molto redditizie ma non propriamente limpide con particolari simpatie riguardanti l'alleggerire gli occidentali se non condurli in qualche pernottamento in località tipiche fuori dai circuiti turistici con incluse telefonate ai familiari e, perchè no, souvenir auricolari.

Come richiesto da Bixx, sono a spiegare perchè il manager è particolarmente portato alla vita notturna assieme alle simpatiche collaboratrici affettive, dall'esperienza acquisita.
Il manager è sostanzialemente territoriale: svolge il suo lavoro in una determinata zona, per cui è conosciuto. Ma conosciuto da chi? Scartiamo subito subito i colleghi, perchè quando è in trasferta va ai puttan tour con loro; scartiamo subito anche la famiglia, in quanto, normalmente, sono quasi tutti separati (anche in casa, con rapporti solo formali con le rispettive consorti) o fieramente single; scartiamo anche l'opinione pubblica, non sono mica politici, anzi, in palestra, sono io che mi trovo in imbarazzo a non avere sapidi aneddoti sulle prestazioni con collaboratrici affettive ed escort varie.

I problemi nascono con i loro collaboratori, perchè ogni manager, sotto sotto, si sente un grande motivatore, perchè il manager non è un cazzo se non è un motivatore, secondo la moda attuale, ma come si diventa motivatore? O meglio, come ci si fa a sentire un grande motivatore? Semplicissimo, attraverso la retorica dei valori, della fedeltà e della moralità... se poi uno si fa beccare dai "motivati" allo strip club o in un semibordello, beh, il castelletto di boiate crolla come una casa haitiana.

Per cui in trasferta, si va di puttan tour... sennò, l'est Europa, come sopravviverebbe?

Perchè io non vado a puttane? Bella domanda. Io avrei trovato 4 ragioni, in ordine crescente di importanza:

  • Sono costantemente in trasferta, per cui rischierei di sputtanarmi letteralmente lo stipendio entro la seconda settimana
  • Ho sempre avuto un feticismo del corpo piuttosto ossessivo, cioè, allenandomi ancora oggi almeno 2 ore al giorno, non riesco ad accettare il pagare per rischiare di contrarre una malattia
  • Sono pateticamente sempre stato eccitato dalla conquista, il dover tirare fuori soldi cash (perchè, per conquistare una donzella, si spende molto di più, lo so, ma in maniera diversa, è come quando devi ricevere un regalo, se dici già quello che vuoi, dove sta la sorpresa?) mi deprimerebbe troppo
  • Rischierei di fare la fine di Lady Machbeth e non ho nessuna voglia di passare il resto dei miei giorni a cercare di smerigliare il personale motore estensibile del Mondo
Lo so, non sono proprio eroiche come motivazioni, ma lascio il compito di fare il paladino a chi ha una vera moralità e, magari, qualche volta, si ritrova a inchiodare alquanto bruscamente vicino a qualche bidoncino in latta da cui fuoriescono fiamme... ovviamente per spegnere il principio di incendio che il civismo e l'embiente sono valori fondamentali!

venerdì 15 ottobre 2010

Ritorno in culo al Mondo

Come qualcuno si avrà notato, in questi giorni sono stato abbastanza preso, in quanto ho dovuto fare il training ad alcuni tizi di una società di revisione perchè mi accompagneranno a fare una stracazzo di simil due diligence nell'ultimo Paese in culo al Mondo, di cui vi ho già parlato.

Il training è solo scuola di sopravvivenza in questi posti del cazzo per non finire male o per non irritare i potenti del luogo. Tipo: non andare a puttane in qualche strip club se non in gruppo, senza troppi contanti e prendendo un taxi di gruppo (solo a questo dovrebbero servire i contanti), ovviamente senza vestire la giacca e la cravatta, che è come mettersi un stracazzo di cartello in fronte con su scritto: "Sono un idiota occidentale, venite a squartarmi, che tanto qualcosa in tasca lo trovate sempre"; oppure, non fate fotografie ad minchiam, chiedete sempre il permesso a chi vi accompagna, che potreste fotografare qualcosa per cui potreste pentirvi amaramente di averlo fatto, nemmeno con il telefonino, tanto se ne accorgono, questa gente è mezzo paranoica. Poi, va bene, c'è l'approccio con i locali e come è meglio interfacciarsi con loro per fargli dire anche quello che non vogliono dire senza che loro se ne accorgano troppo, oppure si sentano fregati perchè gli hai estorto qualcosa.

Fatto sta che, a parte il tizio deutscho che mi creerà un sacco di problemi perchè è flessibile quanto un tondino di ferro da 18 mm, gli altri mi sembrano piuttosto svegli, per cui durante il giorno riusciremmo a sopravvivere tranquillamente e la sera facciano un po' quel cazzo che gli pare, tanto mi barrico come al solito in camera, alla ricerca di uno stracazzo di canale satellitare che mi faccia vedere le sintesi delle partite di Champions e le immagini dei campionati europei, lasciandoli andare a prendersi le loro dovute malattie nei puttanai "certificati contro ogni malattia" (sììì, eccome no, ho appena visto un maiale che effettuava una cabrata perfetta...) come la maggioranza dei tizi con cui mi trovo a viaggiare in culo al Mondo.

Allora, domani mattina partirò dall'aeroporto, ad un'ora in cui i gufi stanno per smantellare il loro rave party quotidiano e tornerò (spero, tutto intero sarebbe meglio) venerdì/sabato prossimo, a seconda di come andranno le cose/quanti casini creeranno i miei amiconi di viaggio (kartoffeln, sei avvertito, se vai troppo oltre la soglia di casino consentita, ti spacco la testa, tanto lo sai, vero?). In tutto questo periodo non avrò nessun accesso ad internet, non potendo nemmeno portarmi lo stracazzo di netbook appresso (avendo anche scoperto che se cercassi di connettermi con la mia cazzo di chiavetta, al primo quarto d'ora di connessione mi arriverebbe una fatturina da 450 €, per cui faccio di necessità virtù), insomma, festa!

Non potete immaginare, mercoledì mattina, quando mi son trovato tutta questa schiera di figuri interazionalmente a me sconosciuti davanti nella sala riunioni del Grande Complesso Industriale lombardo, con il board member responsabile della parte finance che, sogghignando, si felicitava per la mia vittoria nel prestigioso concorso "Vinci una settimana in Culo al Mondo assieme ad una mandria di simpaticissimi auditor" (che io odio gli auditor, n.d.r.) con tanto di premio da consumarsi entro e non oltre sabato, quante bestemmie ho sillabato dopo il primo momento di sorpresa e conseguente sbandamento.

Vabbé, dai, vado a comprimere tutto nella valigia...

martedì 12 ottobre 2010

Tu lavori quando io mi diverto

Cari i miei campioncini del menga, mi girano i coglioni come un elicottero.

Allora, avete scelto di praticare il giuoco del calcio professionalmente? Prendete la vostra bella pagnottina con prosciutto e formaggio?

Ecco, non scassatemi il cazzo come ha fatto Stankovic qualche settimana fa con il discorsetto che è Natale e che anche loro hanno diritto a passare le ferie con le famiglie. Ma i poveri cristi che lavorano nei cinema per molto meno pagnottina di voi, che cazzo dovrebbero dire? Oppure quelli che fanno gli animatori nei villaggi vacanze per italioti ai tropici o in montagna?

Dovrebbero fare un bello sciopero perchè non vogliono lavorare quando gli altri si divertono? Fa ridere, vero? Voi, invece fate solo girare i coglioni, signorini miei, perchè in Spagna ed in Inghilterra, durante le vostre stracazzo di ferie, loro giocano, perchè il business si fa nel momento del business, sennò si cambia mestiere e si va a fare qualcosa di altro per portare a casa la pagnottina.

Per cui ritenevi fortunati a giocare il 6 gennaio che se la Federazione e la Lega avessero dei membri seri che sanno fare il loro mestiere e non dei fenomeni che si chiedono come mai gli altri campionati sono più appetibili (se sia colpa della tv, tipo in Inghilterra che la payperview l'hanno introdotta con anni di anticipo, hanno stadi sempre pieni, mi-mi-mistero!), sareste in campo il 26 Dicembre, il 28 Dicembre ed il 1 Gennaio come la Premier League, che loro sanno come si gestisce lo stracazzo di business.

lunedì 11 ottobre 2010

Rischi del mestiere

Quanto mi sta sulle palle. Sì, proprio sulle palle.

Il vittimismo di questi giorni, il tutti a casa, il "era un posto sicuro, nessuno ci ha detto un cazzo", il "ma dovevano morire solo gli ammmerigani perchè sono bastardi guerrafondai".

Un esercito a cosa serve, per di più se professionale? A scaldare le brande nelle caserme?

Sì, ok, il primo che tira fuori quella minchiata dell'art. 11 della roba obsoleta si prende una pernacchia in dolby stereo con tanto di microsputacchioni annessi, che era roba buona solo per far sì che i comunisti si potessero sollevare in caso di attacco da parte dell'altra parte della cortina. Adesso siamo nel 2010, sveglia, gli interessi dello Stato contano, oppure vivete nella vostra Utopia del cazzo, dove tutti sono bbbbuoni e solo il Governo è bastardo perchè fa perdere posti di lavoro, che nemmeno Scalfari, alla sua età, crede più in queste cose.

Ogni lavoro ha la sua dose di rischio che varia a seconda del contesto, per cui, di norma, si viene pagati in base alla difficoltà del contesto, più aumenta, più si viene pagati.

Immagino che nessun pirla venga fuori che si può essere pagati per niente, giusto? Oppure essere pagati più di qualcun altro per niente, giusto?

Qualche settimana fa, come ho scritto nel mio post, ho rifiutato un posto che mi avrebbe permesso di guadagnare più delle mie più invereconde fantasie, perchè? Perchè non volevo/potevo correre il rischio per cui venivo pagato.

Per cui, togliamo il culo dalla nostra merdosissima isola che non c'è e diventiamo un po' più adulti, soprattutto nelle cose che contano. La persona adulta sa perfettamente che in un posto pericoloso ci si può far male, punto.

E adesso, finalmente, posso anche fare il mio minuto di silenzio per quei poveri cristiani che sono morti venerdì.

venerdì 8 ottobre 2010

Sbaglio di identità

Dopo aver dato il Nobel per la Pace a Obama, ad Ahtisaari e a Gore e Pachauri, penso che quest'anno abbiano commesso un grosso sbaglio i simpatici vecchietti accademici...

Ma non si era detto di devolvere questo premio solo ai parolai e ai venditori di fuffa?

giovedì 7 ottobre 2010

Attila Educational

Il commento di Singleatrentanni al post di ieri mi ha fatto riflettere (sì, alle volte riesco anche a diventare meno bestia, vai con gli effetti speciali) a proposito dell'educazione.

I miei sono stati democristiani di ferro per quello che io sono convinto fosse una sorta di reazione a famiglie una rossa e una nera. Per cui, voi penserete, ecco l'educazione rigida, le regole severe, la moralità come dogma insindacabile e il controllo a vista dei pargoli perchè non cedessero alle tentazioni del Mondo. No, risposta sbagliata. I miei mi han tirato su a suo di: "Fa come vuoi, vedrai tu le conseguenze" e, poi, ovviamente con l'esempio. Ok, sì, scassavano un po' le palle sull'andare a messa la domenica (sera, dopo 90° minuto o il sabato, perchè non c'erano anticipi e posticipi all'epoca, in quanto alla mattina io dovevo giocare a calcio negli Esordienti e poi nei Giovanissimi, il calcio, assieme allo studio, era la parte più costringente della mia educazione, devo ammetterlo), ma nessuna imposizione davvero comprimente. Io ho chiesto di andare in "primina" invece che all'ultimo anno di asilo (sei sicuro? Sì. Ok), ho scelto io di andare in collegio (mattina-sera senza pernottamento) alle medie dove ho imparato la legge della giungla (e se hai un anno in meno agli altri in prima le questioni legate alla sopravvivenza sono davvero cazzi, anche perchè i preti se ne fregavano altamente se un ci si menava, al max intervenivano loro e menavano più forte) , a 12 anni mi hanno spedito in Inghilterra per un mese che dovevo imparare bene l'inglese e imparare ad arrangiarmi, a 16 mi hanno visto in diretta dall'Hanappi Stadion di Vienna salutare con la manina la telecamera mentre intorno si sviluppavano i disordini tra tifosi dell'Inter e impreparatissima polizia austriaca prima di una partita di Coppa Uefa mentre ero lì per studiare il tedesco, a 17 sono andato 1 mese e mezzo in interrail e sono stato talmente idiota da non chiamare a casa nemmano 1 volta alla settimana per dire che ero vivo, dai 19 anni fino alla mia uscita da casa, se ne sono "andati" loro, lasciandomi a casa da solo (mio fratello era da una mia zia, perchè studiava là) perchè l'Ingegnere doveva spostarsi per lavoro e questi sono solo degli stracazzo di esempi, perchè sennò qui non finisco più. In pratica, pur essendo dei democristianoni con tanto di partecipazione al coro in chiesa, mi hanno cresciuto in una maniera che potrei assimilare a quelli degli hippie: vivi libero, ma sappi che ogni cosa che farai sarai tu stesso a pagarne le conseguenze.

Dall'altra parte la Dolce Metà viene su da una famiglia rosso vermiglio: padre sindacalista e consigliere comunale di partito (se qualcuno di voi pensa che io non vada d'accordo con mio suocero, è in fottutissimo errore, tanto che quando la Dolce Metà raggiunge limiti di acidità prossimi all'acido solforico, alle volte sbotta "Potevi sposarti con lui, per quanto ci vai d'accordo"), madre promotrice suo tempo della locale sezione femminile del partito. Ecco, lei è stata cresciuta secondo dettami piuttosto rigidi, tanto che il "si può fare" e il "non si può fare" sono portati a dogmi, senza alcuna possibilità di avere la benchè minima possibilità di libera scelta.

Questo la porta a dover avere continue conferme, tanto da ancorarla per benino vicino a casa, al confronto mio, che, quasi sempre, sembro una pallina impazzita dentro ad un flipperone gigante.

Il mio dirle, "fa come credi", oppure "prova, tanto non è che muori se sbagli" probabilmente è la cosa che più la destabilizza ed uno dei maggiori collanti nel nostro rapporto (leggere bene, non l'unico, ma uno di, n.d.r.).

Come potrei io volere far crescere la Piccolina in una campana di vetro?

Io, che, a 18 anni, al solo pensiero di vivere confinato per un paio di anni in un perimetro di 20.000 metri quadri di un'Accademia Miliare, sono scappato anche se avevo superato il concorso di ammissione, non riuscirei mai e poi mai a porre limiti alla Piccolina, anzi. E' la sua vita e io non ho alcun diritto di viverla al posto suo.

Con il carattere di merda che mi ritrovo, sono sicuro che se mi avessero dato troppe regole, avrei iniziato ad infrangerle tutte, perchè sono uno stracazzo di bastian contrario. Da come vedo che cresce, la Piccolina sembra avere il mio stracazzo di carattere, per cui, se non voglio trovarmi una potenziale punkabbestia, mi sa che devo ben tenermi lontano da Murano, che non passi mai per la testa a me o alla Dolce Metà di voler ordinare una campana lavorata.

mercoledì 6 ottobre 2010

Tenere lontana

Posso anche tenere la Piccolina lontana dalla parrocchia, ma certamente non posso tenerla lontana dalla scuola...

martedì 5 ottobre 2010

Under Siege

Oggi sono in un Piccolo Complesso Commerciale in quella parte dell'Emilia che sembra la Lombardia, ma che è Emilia anche se non lo sembra. Giro di controllo teoricamente tranquillissimo, non ci sono cazzi, non ci sono mazzi, tutto gira come uno stronzissimo orologio a cucù svizzero, per cui avrei dovuto grattarmi il sottopancia tranquillamente tutto il giorno.

Se scrivo così, non è vero un cazzo.

Allora, oggi, tutto il personale della Grande Multinazionale Bastarda del Piccolo Complesso Commerciale aveva uno stracazzo di training su non so quale minchiata nuova e inutile. Vabbè, capita, io mi faccio un pacco di stracazzi miei, rispondo a qualche mail, mi faccio le mie chiacchierate con le ditte manutentrici e con gli addetti alla sicurezza e via, non è che mi cambi molto.

Il problemino del cazzo nasce quando ci sono all'interno del Piccolo Complesso Commerciale 3 piccole unità in apertura, che cercano personale. Notiamo bene che fuori dagli uffici direzionali c'è scritto a lettere cubitali che non si raccoglie alcun curriculum per le unità in apertura, ma che bisogna rivolgersi direttamente a loro.

Ore 9.00

Aspirante 1 (ragazzina sorridente) : "Salve, sono venuto a portare il curriculum per l'unità A"
Attila (con bluetooth all'orecchio che cerca di spiegare ad un rincoglionito amministrativo straniero che l'IVA è al 20% in Italia) : "No, mi dispiace, non facciamo raccolta curriculum per i negozi, provi a vedere su internet"
Aspirante 1 (stupita) : "E se uno non ha internet?"
Attila (con la mascella quasi slogata) : "Eh...."

Ore 9.05

Aspirante 2 (sui 35 per niente sorridente) : "Ho portato il curriculum per l'unità A"
Attila (che deve rispondere ad una mail in tempo reale per mandare a cagare l'amministrativo di cui sopra) : "Mi dispiace, ma non facciamo raccolta..."
Aspirante 2 (in un crescendo di simpatia) : "Io lo lascio lo stesso!"

Ore 9.10

Aspirante 3 (gagliardo ragazzotto) : "Ciao, dov'è che posso lasciare il mio curriculum per lavorare in negozio?"
Attila (che ormai ha mandato a cagare l'idea di riuscire a rispondere a qualsivoglia cosa in tempo utile) : "Buon giorno, mi scusi desidera?"
Aspirante 3 (completamente stordito) : "No, sai com'è, cerco un posto e la mia amica Natascia ha detto di venire qui"
Attila (sorrisone) : "No, guardi mi scusi, ma non assumiamo nessuno al momento"
Aspirante 3 (leggermente confuso) : "Ma, dai, non scherzare, i negozi che aprite?"
Attila (sorriso sempre più sardonico) : "Provi a chiedere a quei negozi"
Aspirante 3 (titubante andandosene) : "Sì, hai proprio ragione..."
Aspirante 3 (dopo aver risuonato il campanello) : "Ma sono chiusi!"
Attila (che sta per spanciarsi dal ridere) : "Lei ha un ottimo spirito di osservazione, non penso che avrà difficoltà a impressionarli..."

Ore 09.15

Aspirante 4 (si presenta con la madre) : "Buongiorno, vorrei lasciare..."
Madre (interrompendola e strappandole il curriculum dalle mani) : "Questo è il curriculum di mia figlia, che è brava e vuole iniziare a lavorare!"
Attila (sconcertato) : "Buongiorno, scusatemi, ma non facciamo raccolta curriculum per i negozi come è scritto sul cartell..."
Madre (scocciatissima e piuttosto aggressiva) : "Sì, sì, sappiamo leggere benissimo quello che c'è scritto, ma qui bisogna parlare faccia a faccia con le persone e non nascondersi dietro a diavolerie elettroniche - giuro che ha detto così -, per cui adesso lei fa il favore di prendere il curriculum di mia figlia e la chiamate la prossima settimana per un colloquio e farà un figurone!"
Attila (sinceramente stupito) : "Guardi che questo è l'ufficio di direzione del Piccolo Complesso Commerciale, non l'ufficio di collocamento per le unità di apertura..."
Madre (che si sta incazzando) : "Ecco qui sul tavolo ci sono i dati di mia figlia e io aspetto una telefonata entro la settimana prossima. Andiamo Giasmine!"

Questo sono solo i primi casi del giorno... in un crescendo wagneriano... mi sono sentito come Seagal da cuoco in mezzo al mare (e anche io so cucinare) solo senza alcuna arma con cui difendermi... in pratica, del mio lavoro, oggi non sono riuscito a combinare un benemerito.

Non è che voglia accrescere la disoccupazione oppure boicottare l'occupazione giovanile, ma fuori dagli uffici c'è un cartello grande come un'insegna di Roberta dei bei tempi hunzikerosi che recita "NON SI RACCOLGONO CURRICULUM PER I NEGOZI", eccheccazzo.

Ovviamente la prossima volta starò molto più attento a non recarmi in luoghi dove tutto il personale è a fare un training rimanendo da solo come un pirla a fronteggiare le orde dei curriculanti!

lunedì 4 ottobre 2010

Soddisfazioni e Preoccupazioni

E' già da 3 weekend che quando la Piccolina viene imbragata sul Trattore chiede Highway To Hell degli AC / DC, anzi, la pretende, in loop. Ha iniziato quando con la Dolce Metà stavo andando a prendere l'aereo per In culo al Mondo part 2, visto che non voleva stare buona in nessun modo, ho messo su Highway To Hell e lei ha iniziato a ridere e a fare Tatatà a tempo. Bene, lo stesso giorno, al ritorno dall'aeroporto, guidando il Trattore, la Dolce Metà ha dovuto lasciare su Highway to Hell in loop per tutto il viaggio, facendosi quasi venire un esaurimento nervoso.
Ad oggi, quando la Piccolina monta sul trattore non si può far altro che sentire Highway to Hell, o in alternativa, ma con meno frequenza (si stufa e pretende Tatatà - Highway to Hell) TNT (dove lei urla "oi") oppure Thunderstruck (dove lei ha imparato a fare Ahaoahaoahao Thunder - vi giuro che, a meno di 17 mesi, urla Thunder per davvero -).
Se io dico Highway to Hell, la Piccolina inizia con il Tatatà (che sarebbe la sua versione dell'intro) e tira fuori un sorrisone a tutti i denti al momento disponibili.
Durante la seconda strofa, lei sa perfettamente il momento in cui dire Hey Mama, look at me (certo il look at me sembra più un totemì) rivolgendosi alla Dolce Metà.
Potete capire che questa è una grande soddisfazione per il suo papà, insomma, cazzo, la Piccolina si addormenta con Highway to Hell, non so se mi spiego.

D'altra parte mi spaventa una cosa: io ho sempre ritenuto la musica un fatto molto personale. Moltissima della musica che amo è tale perchè frutto di un determinato momento della mia vita, sennò non si spiegherebbe perchè adori U can't touch this e The Number of the Beast, oppure Pump Up the Jam e Love is Stronger than Pride, The March of the Black Queen e Mr Vain, 18&Life e Papa don't Preach, Epic e Wicked Game, I'm going down e Wishing Well giusto per citarne alcune, tanto da non avere una canzone preferita o un artista preferito.
Ecco, io non vorrei che mia figlia diventasse una di quelle persone tristissime che ha come gusti musicali gli stessi dei genitori (sul fatto di essere interista, purtroppo per lei, non si discute, è ormai una tradizione di famiglia, o meglio una maledizione del faraone, per cui deve mettersela via, volente o nolente), vorrei che fosse libera di maturare i propri gusti, libera dalla mia collezione di cd (ne parlerò un giorno o l'altro).
Io ho apprezzato moltissimo quando ho scoperto nel 1993, che l'Ingegnere mi aveva fregato le due registrazioni che avevo fatto in musicassetta del bootleg dei Guns 'n Roses Banzai (ho a tutt'oggi il cd originale) e se lo sentiva ogni giorno sia all'andata che al ritorno dal lavoro. Insomma, per un ultracinquantenne dirigente d'azienda era una cosa un tantino strana tenere nell'ammiraglia le cassette registrate (sì, all'epoca non c'erano i lettori cd da macchina di serie, forse stavano appena entrando nel mercato, ma ti occupavano mezzo bagagliaio) di qualcosa che veniva ascoltato dai pargoli con i capelli lunghi e le camice a quadri di flanella. Quando vado in una splendida località sciistica austriaca non lontana dall'Azure River, non riesco a fare la strada in salita senza pensare a November Rain con tanto di intro chilometrica eseguita con il piano dal sig. Rose, come facevo all'epoca durante molti sabati/domeniche invernali.

Sono sempre i due cazzo di lati della stessa cazzo di medaglia, come cantavano i Poison: "Every Rose Has its Thorne, just like every Night has its Dawn, just like every Cowboy sings his sad sad Song..."

venerdì 1 ottobre 2010

Filetto

Quando un corridore spagnolo viene beccato per Doping e imputa la colpa ad un filetto mangiato la sera prima, a me viene in mente che molti, nei primi anni '90, pensavano che si potesse contrarre l'HIV guardando troppo intensamente le siringhe dei tossici mollate nei parchi pubblici.