giovedì 22 ottobre 2009

Un giorno di Ordinaria Follia

Antefatto (che fa molto film d'auore italiota rompipalle): alle ore 20 di martedì arriva sul cellulare di Attila (parlo in terza persona come Cesare nel De Bello Gallico perchè è il massimo della vita) una chiamata che gli annuncia una consulenza a Milano per il giorno dopo (n.d.r. ieri) da svolgersi assolutamente in quanto il cliente avrebbe pagato per bonifico immediato (nel settore Real Estate in questo momento la liquidità è un fattore più che fondamentale, uno venderebbe nonna zia e cane in un pacchetto all inclusive per un pagamento diretto) e non fregava un cazzo a nessuno se Attila avrebbe dovuto tenere un paio di incontri con un paio di affittuari per chiedere loro come mai non pagassero un'ostia da un paio di mesi. Attila si attrezza prontamente e si reca sul sito delle Ferrovie dello Stato per guardare orari e, magari, prenotare il viaggio sia di andata che di ritorno pagandolo con Carta di Credito Aziendale. Perchè andare in treno a Milano e non con il trattore, come è sempre solito fare il nostro eroe? Niente di più semplice: Attila si trova in una cittadina della bassa veneta (sì quella dei musici incapaci e compariranno anche loro in questa storia) e per raggiungere la citttà lombarda in questo periodo dovrebbe superare un tot di cantieri stradali e autostradali e dovrebbe parcheggiare a Cascina Gobba facendosi un pezzo, seppur breve, di tangenziale meneghina con le previsioni del tempo che danno pioggia, perchè un conto è trovarsi nella bassa lombarda e si può parcheggiare a Famagosta senza problemi o nel nord ovest parcheggiando a Rho/Fiera; perchè Attila è l'unico guidatore di SUV che odia ferocemente guidare nel centro città di una metropoli (sì, dai, Milano è una metropoli, non ci sono cazzi) e che non vuole farsi spellare vivo per un parcheggio a pagamento (anche se paga la Multinazionale Bastarda, per principio, non si lasciano 25 € per 3 ore di sosta, non è etico). Primo problema, il sito non accetta la Carta di Credito Aziendale, ma dice che l'accetteranno in biglietteria (misteri del credito italiota). Secondo problema, per arrivare a Milano in tempo utile la partenza del treno regionale è fissata alle 6.40 del mattino e, per fortuna, la biglietteria apre alle 6.15.
Fine antefatto.

Sveglia traumatica alle 5 (come ogni volta che si deve prendere un cazzo di aereo con 10.000 coincidenze per arrivare a Cazzincul sul Menga per le 15.00), perchè Attila per prima cosa deve capire di essere al mondo, poi deve fare un doccia e barba e rendersi presentabile al mondo esterno, senza troppi sfregi in faccia data dalla lametta vibrativa a cui fa pubblicità il punto dall'ape incazzato con i giornalisti.

Arrivo alla stazioncina ed effettivamente la biglietteria è aperta, ma segue una discussione con il bigliettaio sull'esigenza di avere un biglietto di andata e ritorno per Milano in prima classe e non in seconda con prenotazione Eurostar annessa da Padova; il problema fondamentale per l'uomo dei biglietti consiste nel fatto che sul tratto che porta a Padova (all'andata) c'è solo la seconda classe in quanto è un regionalino del cazzo e questo fatto porta l'uomo a fare molte modifiche nella sua richiesta al server centrale e non è sua abitudine rompere più di tanto i coglioni al computer, perchè, magari, gli tocca anche lavorare un po' troppo creativamente; comunque Attila non demorde e riesce ad avere le 2 prenotazioni da Padova a Milano e viceversa in prima classe.

Dopodichè Attila si reca in edicola, avendo vidimato regolarmente entrambi i biglietti per l'andata, e compera il Corriere e la Gazzetta (principalmente per leggere cosa scrivono della consueta figura di merda della Beneamata in Champions e della inaspettata figura del cazzo dei compagnucci di Ibrahimovic), riuscendo a prendere il treno al volo (eh, sì, la furbizia è un'arte che non appartiene al nostro eroe). Una volta giunto sul mezzo di locomozione a più piani lercio come da ottima tradizione FS, inserisce le cuffiette dell'Ipod classic negli apparati appositi che madre natura ci ha fornito e fa partire gli AC/DC per non addormentarsi e giungere a suo discapito in qualche destinazione non ben definita del nord est italico.

Arrivato a Padova, Attila si accorge di avere 20 minuti di attesa per l'Eurostar diretto a Milano (questo sì è una figata, nessuna sosta e poltrone piuttosto comode), per cui si mette a gironzolare per la stazione e scopre che ci hanno ficcato dentro un sacco di negozi da centro commerciale, nonostante il livello della clientela "fissa" sia quello di Mogadiscio durante un'offensiva di qualche signore della guerra. Dopo il giro esplorativo utile per il suo lavoro nel Real Estate, si reca in edicola (la libreria apre alle 9 e sono le 7...) e scorge un interessante copertina sul Newsweek e lo acquista per (qui ci scappa il bestemmione) € 4,60 (quatttroeuroesessanta, non c'è nessun errore di battitura, un giornalino di 50 pagine striminzite infarcite di pubblicità stampate su carta da culo). Una volta sul treno, si accomoda sulla sua poltrona (non troppo pulita, ma non facciamo gli schizzinosi, dai su, un po' di saper vivere ci vuole) e, dopo aver finito di leggere i sopra citati giornali milanesi si addormenta come un bimbo mentre Angus Young sta facendo un assolo nel mezzo di "Shoot to thrill" e si risveglia alla stazione centrale, con il treno in frenata.

La stazione di Milano è stata ripulita e la stanno cercando di trasformare in un centro commerciale, ma è lecito chiedersi come faranno a sopravvivere le attività che aprono in certi buchi immondi in cui non ci passa davanti nemmeno il cane del punkabbestia e che i geniali architetti hanno definito quale spazio sfruttabile (leggi da mettere a reddito, ma qui andiamo su discorsi tecnici finanziari per cui nel settore ci si incazza ogni giorno e tagliamo qui il discorso).

Uscito dalla stazione, Attila si reca a prendere il biglietto della metropolitana e, visto che alla biglietteria manuale c'è una fila di 20 metri (manco regalassero i calzini turchese di Hello Kitty), si appropinqua a quelle dove c'è la zingara di ordinanza che vuole a tutti i costi aiutare ed essere remunerata (la risposta è anche quella d'ordinanza: sì, col cazzo). Una volta presa la linea verde, la fermata Moscova è piuttosto vicina, per cui Attila passa solo pochi minuti in quella specie di traghetto dei disperati che è il Metrò meneghino alle 10 del mattino e visti gli afrori che emana la varia umanità presente, non può che ringraziare la buona stella che ha fatto sì che la sede del cliente sia a così poche fermate dalla stazione.

Una volta che il nostro eroe esce dalla stazione, salendo le scale bestemiante per la pioggia, ha una visione: sotto al porticato un ragazzotto presumibilmente venticinquenne in tenuta da centro sociale porge una specie di quotidiano stampato al computer, ma con caratteri che ricordano il ciclostile, dal titolo "Lotta Comunista", Attila si ferma, guarda il ragazzotto vestito come nel 2009, guarda gli sportelli bancomat che sono posti alle sue spalle e sa di essere nel 2009, poi guarda il titolo del giornale e il carattere in cui è stampato e tutto intorno diventa grigio e solo questo pezzo di carta rimane a fuoco e boom un balzo diritto in quella merda degli anni '70, fuori da ogni continuum spaziotemporale, in un'assurda bolla eterea ; Attila sorride, il ragazzotto sorride e fa per porgere il materiale cartaceo, ma con rapido movimento il nostro eroe lo scansa e prosegue diritto verso quello che, presumibilmente dovrebbe essere l'indirizzo degli uffici del fondo di investimento.

Gli uffici del fondo di investimento sono in allestimento, per cui è un casino di operai di varia nazionalità e mansione che si affanna dietro a tutte le incombenze, solo la scrivania della segretaria sembra immune da tutto e rimane lindo, come lo schermo del pc che sfoggia sul retro la mela mordicchiata californiana, che fa tanto figo. Attila viene accompagnato in mezzo alla bolgia (lavora nel Real Estate da tempo, è ormai scafato a queste situazioni) in una piccola sala riunioni allestita di tutto punto, con riproduzioni (credo) di quadri futuristi alle pareti, sarà un omaggio all'Italia, visto che il fondo è estero. Entrano 2 tizi che, dall'accento, mi sanno tanto di made in UK, e cominciano subito a tempestarlo di domande sul regime fiscale italico e sui problemi derivanti nell'entrare in siti commerciali costruiti antecedentemente al 2000 e con vari proprietari e cose simili, senza nemmeno presentarsi. Ad un certo punto sbottano che, se avessero saputo prima di tutti questi lacci e lacciuoli, manco per il culo sarebbero venuti ad invischiarsi in un mercato quale quello italiota, al che Attila, ingenuamente, chiede loro, visto che fanno parte di un fondo da n fantastilioni di euro, come mai chiedono una consulenza dopo aver comperato e non prima e loro rispondono che il fondo aveva già avuto una consulenza per la Spagna e immaginavano che le norme fossero molto simili; Attila non ride perchè presume che non abbiano ancora fatto il bonifico, ma dentro di lui è già sotto al tavolo con le gambe all'aria. Attila, con estrema professionalità, propone loro un pacco di società di gestione immobiliare operativa che già collaborano con la Grande Multinazionale Bastarda, ma questi dicono che non vogliono costi di gestione perchè il loro fondo deve garantire il massimo degli utili senza alcuno "spreco" e si va avanti così in una specie di dialogo dell'assurdo che si protrae fino alle 16, quando il Big Ben ha detto stop (come in Portobello).

Attila riprende la metropolitana e prende il treno, che, stavolta, pur essendo un cazzo di Eurostar, si comporta come il vecchio Intercity. Le sedie non sono così comode e dietro al nostro eroe si siede un pingue personaggio sulla sessantina che emana tutti gli afrori peggiori dell'universo e rimane attaccato al suo posto fino a Padova. Intanto con gli AC/DC a in cuffia, Attila legge il costosissimo Newsweek che, al di là di tutte le altre stronzate sui vari premi Nobel per la pace (ma chissà perchè non citano anche Troy McLure tra le assegnazioni ad minchiam e poi sostengono che Kissinger abbia iniziato la guerra in Vietnam, ma nemmeno la loro storia recente conoscono), si cimenta in un "lungo articolo" sul perchè gli italici dovrebbero "scaricare" il Berluska che è una serie di cazzate una dietro all'altra da far venir voglia davvero di votare per il maraja arcoriano: prende per buone le stronzate di Videocracy sulle casalinghe, quando anche Striscia la Notizia (sic!) le ha sputtanate; aver voluto l'uscita delle proprie truppe dall'Iraq e volere uscire dall'Afghanistan, quando lo sanno anche i sassi che è stato Prodi che ha ordinato il ritiro e mi sa che La Russa piuttosto che ritirare un soldato dall'Afghanistan entra con un Lince in Parlamento; aver portato l'Italia da una sorta di bengodi del 1992 al "disastro" del 2009, non avendo idea che, tra il 1992 e il 1993, l'Italia avesse corso il rischio di entrare in default (addirittura i Litfiba cantavano "e l'Europa che ci fa ciao") come un'Argentina ante litteram; di non aver affossato il sistema pensionistico italiota, quando sa anche il più stupido dei commentatori politici che l'abolizione dello scalone è stata applicata da Padoa Schioppa (ok, protrarre di 4 anni l'entrata dello scalone era una puttanata sotto tutti i punti di vista, ma tra qui e abolirla, ce ne passa); trattare Frattini prima come un "servo del padrone" per poi indicarlo come eccellente sostituto del despota arcoliano assieme a Montezemolo, Fini, Tremonti, Draghi e probabilmente anche uno qualunque dei Cugini di Campagna; mostrare 6 foto esplicative su come le TV del Berluska degradino la donna e mettere tra queste un fotogramma del programma di Chiambretti in cui c'è Moira Orfei in vari schermi con un iconografia simil Warhol, una in cui c'è un tizio vestito da scolaretta (mi sa tanto che è da mai dire goal), uno di un programma credo di Mammuccari in cui un tizio viene schiaffeggiato (e qui il degrado della donna non riesco a trovarlo nemmeno per scherzo), uno dove c'è un pubblico che ride (probabilmente Colorado Café o Zelig e anche qui non capisco), uno in cui c'è Rossella Brescia vestita in modo castigatissimo con un cappuccio tipo Teletubbies in testa e l'ultima, finalmente, in cui si vede la Tognolo e un'altra in minigonna e con l'ombelico di fuori (minchia che degrado!). Attila pensa che la stampa straniera sia una gran figata, possono scrivere quel cazzo che vogliono, tanto nessuno chiederà mai un minimo di riscontro, come il Times e i nostri in Afghanistan.

Arrivato a Padova, ha 20 minuti di attesa per il treno locale che lo riporterà all'appartamento, così approfitta e si reca nella libreria della stazione che ha un gran numero di libri in lingua originale e acquista (una cosa positiva nella giornata di merda di un povero cristo, potrà capitare? O bisogna proprio essere sadici: è stato quasi convinto a votare il Berluska avendo speso € 4,60!) il libro di Pahniuk "Snuff" (Gang Bang il titolo italiano, che, come al solito, svilisce il concetto) che è unja strafigata anche in inglese (americano per la verità). Dopodichè vede arrivare il treno e nota con una nota amara che il suddetto ha anche la prima classe e quel gran pirla di un bigliettaio gli ha venduto un biglietto di seconda; al che, bestemmiante, si mette in fila con gli studentelli eastpack e invicta muniti per entrare in una carrozza davvero lercia e con odori che non pensava avrebbe mai più sentito in vita sua (da quando studiava in quel di Bologna).

All'arrivo alla stazione della ridente località della bassa veneta, una bella pioggierellina lo accoglie soavemente e lui, senza alcun ombrello, si bagna cospicuamente per raggiungere il trattore, a circa 500 metri.

Una volta arrivato all'appartamento si ricorda di un piccolo particolare: il mercoledì nell'appartamento della bassa veneta si sentono le prove del gruppo più impedito di tutto il nord est e che lui si era segnato anche nel calendario di outlook di non soggiornare mai e poi mai il mercoledì in quell'appartamento. Puntuale come la morte, parte la più schifosa versione mai eseguita di "18 & Life" degli Skid Row, festa!

Bisogna sapere che questo è anche l'unico appartamento non dotato di parabola di quelli a disposizione, per cui la serata di Champions bisogna guardarla sulla RAI. Appena inizia Real Madrid - Milan scattano i bestemmioni e gli insulti liberi all'indirizzo di Salvatore Bagni che è il più irritante, il più incapace, il più indisponente, il più odioso commentatore abbia mai preso un microfono in mano dall'avvento della televisione, ma come cazzo si fa a pagare un essere umano ridanciano che, quando apre bocca, pare sia stato lobotomizzato da una scimmia con il Parkinson in stadio avanzato?

Dopo aver assistito all'ennesima figura immensa da portiere del simpatico brasiliano con i guanti troppo grandi (ma Galliani non gliene può regalare un paio della sua misura?), al suono di un esecrabile "Rag Doll" degli Aerosmith fuori da qualsiasi tempo musicale, Attila si addormenta, un altro dei suoi giorni di ordinaria follia è andato...

5 commenti:

blumfeld ha detto...

... e loro rispondono che il fondo aveva già avuto una consulenza per la Spagna e immaginavano che le norme fossero molto simili...

Questa è semplicemente meravigliosa! Ma erano ritardati, semplicemente ignoranti o si sono fatti costruire delle gallerie del vento all'interno del cranio?

Attila ha detto...

Guarda che quando sguazzi per un po' nel mondo del real estate ti accorgi che fondi esteri da svariati milioni di eurini sono gestiti peggio della botteguccia della siora Lucia, perchè tanto, per il 99% sono speculativi. Solo che adesso, con la crisi che è partita fondementalmente dal RE, hanno cominciato a capire che ci deve essere anche una "gestione" e non sono assolutamente preparati.


Si arriva all'assurdo che le multinazionali bastarde e i fondi nazionali, pur con minori possibilità finanziarie (che non è sempre sempre vero, ma di norma è così), si trovano avvantaggiate perchè hanno una "gestione complessa" (e costosa) che conosce sia il mercato che la legislazione.

Comunque parlare con questi tizi dei fondi esteri è come confrontarsi con dei marziani che parlano altre lingue e che hanno vissuto sempre su un altro pianeta. D'altro canto, se non fosse così, non andrei spesso a fare consulenze "di metodo e non di merito" anche in Paesi extraeuropei...

essere disgustoso* ha detto...

eheh... mi rincuora sapere che la linea ferroviaria adriatica non è l'unica a fare schifo...

ma l'ultimo libro di palahniuk t'è piaciuto? io li ho letti tutti ma da "cavie" in poi non mi è piaciuto più e, in virtù di 4/4 critiche negative, avevo deciso si non acquistare gang bang. attendo consigli.

solidarietà per la partita di champions sulla rai: la serie b di sky ha più telecamere.

Anonimo ha detto...

ti sono accadute DUE cose positive, caro mio.
ti sei probabilmente addormentato felice col pensiero di 'avremo il portoghese quale allenatore, e l'europa non ci andrà bene, ma se guardiamo dall'altra parte del naviglio...'
e invece...!
fre.

Attila ha detto...

A me è piaciuto molto Diary (il mio preferito è Survivor). Snuff è davvero divertente nelle prime 50 pagine, vedrò il seguito.

Fre, guarda, ti sembrerà impossibile, ma io, in ambito internazionale, odio molto di più i culattoni in bianco (per i rigori e le rondelle degli anni 80 e per come ci hanno inculato Ronaldo) e quelli a strisce blu e granata (soprattutto dopo che lo zingaro mussulmano ha fatto la merda come al suo solito). In più è d'obbligo in Champions fare il tifo per le italiche squadre, sennò il prossimo anno rischiamo di trovarcene 3 al posto di 4, a vantaggio dei crucchi.