Facciamo un salto temporale di parecchi anni in avanti rispetto agli altri "turbamenti".
Siamo agli inizi del nuovo millennio, il buon Attila sta finendo (come al solito in terza persona, Giulio Cesare fammi una pippa) il servizio militare e si ritrova single dopo un botto di anni di vita di coppia.
Attila inizia a volare, non ha più la rottura di coglioni di esami da fare, continua a fare l'istruttore di autodifesa, ma ha mollato le discoteche, che cominciava a diventare troppo pericoloso per la fedina. Inizia il primo lavoro (quello di cui, un giorno o l'altro, farò un post perchè, a ripensarci adesso, è una storia troppo divertente) non per hobby e comincia a fare anche l'istruttore di fit boxe, che lo porta a conoscere un sacco di brand new pollastre belle toniche stufe della solita aerobica e non fanatiche dello spinning (categoria da evitare con cura).
Attila ha mollato le arti marziali all'inizio dell'anno di naja, per cui si ritrova con un sacco di tempo libero, anche perchè l'orario di lavoro normale è 8-17...
Il venerdì c'è sempre una classica sbronza con il wolf pack e il sabato è in discoteca in qualche posto figo in giro per il Nord Est con la sgallettata di turno, una vita al massimo, vivendo a casa dei genitori, con i genitori all'altro capo del Mondo (cioè spese zero zero zero).
Ovviamente sarebbe finito dopo poco più di 6 mesi, all'arrivo della Dolce Metà, ma anche questa è un'altra storia.
Quando arriva una ragazzina a fare il corso, mora, alta quasi 1.80, Attila blam, arriva come un falco (sempre con molto tatto, che fare il tarro tatarro tamarro non paga e questo consiglio è aggratis), cominciando a parlarle costantemente prima di ogni ora di corso, mentre aspetta che le culone della ginnastica dolce finiscono di fare i loro begli esercizietti per la cura della coscienza (no way per il fisico). Fino a che butta lì la proposta di un'uscita il sabato successivo.
La risposta sarebbe stata un sorriso imbarazzato, dicendo che, purtroppo, aveva una gita scolastica quel sabato.
Al che il buon Attila, domandava quanti anni avesse. Al sentire che dopo l'1 scontato c'era un 7 e non un 8 o un 9, il nostro eroe probabilmente cambiava dalle 10 alle 15 espressioni facciali, cercando (sicuramente in vano) di mascherare l'estremo imbarazzo. Ovviamente, per non perdere la faccia, Attila avrebbe continuato a scambiare opinioni con Moi Lolita (da quella volta questo sarebbe stato il soprannome ufficiale con cui sarebbe stata conosciuta nello spogliatoio maschile della palestra, dite che dovrei vergognarmi? Probabilmente avete qualche ragione), ma volando molto ma molto alto.
E dopo la pubblica gogna, passiamo al video.
Lo so è da pervertiti (anche se la cantante era già maggiorenne all'epoca, non come la Paradis in Joe Le Taxi), soprattutto la parte con la bambina piccolina. Però sfido qualsiasi maschio eterosessuale a non rimanere quantomeno turbato. E comunque anche lì c'è il solito servo della gleba, senza nemmeno la testa tanto alta.
Moi je m'appelle Lolita
Lo ou bien Lola ...
lunedì 21 novembre 2011
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2 commenti:
Fantastico! C'è da dire che però sei un gran signore; conosco uomini, per esperienza personale e non, che uscivano completamente di testa. A quel tempo mi sentivo lusingata, ma a ripensarci mi vengono i brividi.
Io penso di avere fatto la stessa faccia di Bela Lugosi davanti al crocifisso...
Penso che non sia galanteria, ma istinto di autoconservazione particolarmente pronunciato...
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