Allora, partiamo sempre dall'antefatto, che tanto sono in uno stracazzo di aeroporto con un aereo in ritardo di non si sa ben quante ore, per cui ho tempo e c'ho una notte proprio da favola davanti.
Martedì, sul Fiume Azzurro, come in molte parti del Nord Est Italiota, arriverà San Nicolò a portare un sacco di bei regali ai pargoli. In pratica un Natale anticipato, dove, però, ai genitori è proibito fare regali utili, ma il Santo può portare solamente giocattoli, per cui ancora più figo.
Attila e la Dolce Metà, lavorando come Iloti, non hanno avuto, fino a sabato, la possibilità temporale di andare a prendere questi giuochi, per cui si deve studiare un piano particolareggiato per riuscire ad andare a prendere i suddetti giocattoli senza che la Piccolina se ne accorga. Per cui, mentre uno dei due porta la Piccolina all'acquario della abbastanza vicina città più grande, l'altro va a fare le compere.
Qui, per qualche strano motivo, quando si parla di acquisti, non si sa bene come, probabilmente per qualche strana legge della fisica quantistica che io non sono mai riuscito a comprendere appieno, deve farli sempre ed esclusivamente chi ha la carta di credito con massimale più alto, cioè il sottoscritto. Ovviamente, già che si trova a fare acquisti, tanto vale che il buon Attila vada a fare la spesa da solo per la seconda volta in due sabati, cioè felicità allo stato puro, un po' come stasera.
Acquisti per conto di San Nicolò espletati, mi dirigo verso l'ipermercato e lì pare di imbattermi in un tizio che conosco, però il passaggio tra gli scaffali è troppo fulmineo, non sono sicuro.
Così, dopo una coda interminabile per 2 cavolo di etti di prosciutto crudo preferibilmente magro, un segno della croce davanti ai pannolini, che hai meno del 30% di probabilità di comperare quelli corretti e non puoi disturbare la Dolce Metà, che sennò la Piccolina fiuta l'inganno, mi ritrovo in cassa, in fila ovviamente.
Davanti a me il tizio di cui sopra e lì parte il flashback.
Quando ero in prima superiore (non pensiamo a quanti anni fa, che mi viene il magone) c'era questo tizio che conosceva un paio di mie compagne di classe che faceva la quinta (ma in un altra scuola) e le aspetta sovente fuori dalla suddetta al termine delle lezioni. Il tizio era davvero figo con gli occhi azzurri, capelli lisci biondi poco sopra le spalle, magrezza e pallore da dannato e un'altezza considerevole, con una sigaretta costantemente penzolante da un lato della bocca e l'espressione bloccata nella modalità "guarda quanto mi sto annoiando". Il tizio era anche piuttosto brillante negli studi, con una facilità all'apprendimento delle lingue francamente insolito.
Fine del flashback.
Me lo trovo davanti... con la mamma. Sì, è la mamma, lo sento che la chiama "mamma", per cui mettetevi nel culo la fantasia del gigolò. E' rimasto uguale, ma è... non so come dire... dimesso. I capelli sono sempre biondi e lisci e con lo stesso taglio, ha sempre gli occhi azzurri, ma lo sguardo non è più del tipo "ma guarda quanto mi annoio", è... non lo so, tipo "mi trovo a disagio", poi non è più così "alto", insomma, avrà 2 o tre centimertri più di me (io sono 1.80, non è che sia un colosso) e il pallore è macilento, non dannato. Insomma, è la versione ultraquarentenne del tipo figo delle superiori, ma non è per niente figo.
Insomma è un tizio che al sabato pomeriggio va a fare la spesa con la mamma! Attenzione, notate bene, non è che accompagna la mamma a fare la spesa perchè lei è in difficoltà, in quanto la signora avrà superato da poco la sessantina e sembra molto autonoma.
Lo so, sembrerà ridicolo, ma quando ti trovi davanti ad un tuo mito dell'adolescenza che viene asfaltato, il senso di disagio è davvero profondo. Potete ridere pure quanto volete, ma per me è stato un pugno nello stomaco, peggio di quando Giorgino si era dichiarato frequentatore di bagni pubblici losangelini (perchè la storia di far esplodere il jukebox e la chitarra e far bruciare la giacca così aggratis lo aveva fatto intuire...).
Mi considero un cazzo di cinico di merda, però, poi, quando mi trovo davanti ai miei miti adolescenziali che fanno come la scena iniziale di Lost, ecco, scopro che il pero da cui cado di sovente non è troppo lontano.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
7 commenti:
Confermo il fatto che quando c'è da far spese per i cuccioli, l'importo venga addebitato alla carta di credito maschile più vicina.
Pannolini e giocattoli.... Quindi si rimorchia il doppio giusto?
Poco dopo aver conosciuto la mia attuale Dolce Metà, scoprii che il mio personale "piu-figo-della-scuola-le-trombo-tutte-io" era stato da lei pesantemente duedipiccato, con modalità particolarmente ironiche che qui non staremo a raccontare per amor di praivacy.
questesìchesòssodisfazioni
@padreanomalo : quando esco con la Dolce Metà, per qualche altra strana ragione della fisica su cui Giacobbo dovrebbe indagare, la mia carta di credito sventola come uno spinnaker durante l'America's Cup, mentre la sua si barrica nel portafoglio e non potrebbe uscire nemmeno attraverso l'uso del piede di porco.
@Conte: e no... era di sabato pomeriggio, per cui solo famigliole felice con perigliosi deambulanti pargoli urlanti. Bisogna stare attenti sempre al luogo ed al tempo in cui si fanno le compere... avere impèarato questa massima con almeno una decina di anni di ritardo è di una frustrazione che non hai idea...
@SCIUSCIA : Adesso potrei sembrare ridicolo, però, in fondo in fondo, io sono un inguaribile romantico (nel senso deutscho del termine, per cui letteratura, robe pallose e altre robe del genere... che poi i Baci Perugina hanno intuito la potenzialità e via tutto in vacca), per cui quando un mityo mi cade, io non esulto, ma ci rimango davvero di merda... insomma Nietzsche mi sputerebbe in faccia con una certa assiduità.
magari fa davvero il gigolò e la signora si fa chiamare "mamma" perchè lo trova eccitante
:D
daje attila, ho bisogno di lumi sulla nuova manovra ecognomica!!!
Cazzo, ED*, sono davvero così prevedibile, vero?
ci hai abituato bene
:)
Posta un commento