mercoledì 23 settembre 2009

Oralità...

Questo post di Basta con La Droga e i successivi commenti hanno scatenato uno dei soliti pallosissimi flashback su fatti del mio passato riguardante casi di prostituzione minorile per ricavare fondi da destinare al divertimento.

Torniamo indietro di una ventina d'anni, in cui Attila, dotato di giubbotto di jeans con il simbolo dell'Harley Davidson sulla schiena che faceva molto figo (anche se poi avevo una tamarrissima 125 Cagiva Freccia C-10), ogni giorno prendeva la corriera dal proprio paesello natio sulle rive dell'Azure River per recarsi nella città capoluogo di provincia per recarsi al liceo (pieno di figa, questo bisogna sempre sottolinearlo). Nel suddetto mezzo di locomozione venivano, normalmente al ritorno perchè all'andata eravamo tutti adeguatamente rincoglioniti dalla mancanza di sonno per troppe colpogrossesche visioni, narrati gli avvenimenti che avevano caratterizzato la zona soprattutto durante il week end con tutta la serie di commenti che scaturivano copiosi dai giovani cuori degli ascoltatori e che finivano ineludibilmente in "Bestia", "Cane" o "Porco".

Durante una primavera vi fu un grosso fermento per alcuni fatti successi durante 4 sabati consecutivi nella maggiore delle "Private" del mio Paesello natio.

Visto che mi sento divulgativo come Piero Angela, spiegherò a coloro che non sono originari della comunità sorta sulla sponda orientale della parte vicino alle foci dell'Azure River cosa è una "privata". Dicesi "Privata" un'osteria temporanea che ha il permesso di vendere il vino autoprodotto fino ad esaurimento delle scorte (è consentito di vendere anche del vino prodotto da qualche altro viticoltore diretto della zona, ma sono in una percentuale bassa), in questa è consentito anche vendere o (nei casi di padrone generoso) omaggiare con uova dure gli avventori. La presenza di una privata si può facilmente riconoscere dall'esposizione ai margini della sede stradale (normalmente sul muro di cinta o nei pressi del portone di ingresso) di una frasca. Nel mio Paesello, che all'epoca contava 2.000 anime, erano aperte contemporaneamente fino a 7 private durante i mesi primaverili in quegli anni, la sete è sempre stata una nemica da combattere ad ogni costo nelle terre del nord est.

Dopo questo excursus che meriterebbe una citazione nelle guide sulle bellezze nascoste delle terre italiche, torniamo alla narrazione. Cosa successe durante quei 4 sabati nella privata succitata? Alcune ragazzine 16enni, con un senso del business precursore dei tempi, per procurarsi i fondi necessari all'acquisto del prodotto della fermentazione del mosto derivato dallo schiacciamento delle uve autoctone, avevano installato la propria attività imprenditoriale prendendo postazione presso i servizi igienici del locale che consisteva, dietro al pagamento della modica tariffa quantificata in 2.000 lire, in una prestazione orale che, a detta dei clienti, veniva valutata più che soddisfacente. Il servizio durava fino al raggiungimento del budget prefissato, dopodichè le imprenditrici si godevano il meritato frutto dei loro sforzi indugiando in libagioni. Qualora, fatto non raro, le giovani imprenditrici avessero voluto incrementare il budget perchè la sete aveva preso il sopravvento e la pecunia non fosse bastata, si recavano nuovamente nel luogo di espletamento del business ad intrattenere gli avventori. Il cliente delle giovini doveva, però, essere tempestivo, in quanto il budget o l'ulteriore obiettivo dello stesso, poteva essere raggiunto mentre si trovava in coda, per cui, ogni qualvolta una delle imprenditrici si alzava, tosto una serie di potenziali avventori accorreva presso il servizio igienico e si metteva diligentemente in fila fuori dalla porta in attesa del proprio turno con la pecunia pronta in mano.

Questo "servizio speciale" è durato solamente per 4 sabati consecutivi, dopodichè le 4 giovini (di cui, narrano le cronache, la migliore in termini di prestazioni fosse meno alta, ma più dotata dal punto di vista toracico) si sono recate in altri lidi e alla Privata sopra menzionata non è rimasto altro che la necessità da parte di tutti i maschietti di una compagnia di scortare le ragazze della stessa che intempestivamente dovevano accedere ai servizi igienici, in quanto, quandunque un essere umano di sesso femminile nei sabati successivi si avvicinava agli stessi, subitaneo andava a formarsi un corteo di esseri umani di sesso opposto che andava a bussare alla porta di accesso, speranzosi in un nuovo inizio del business che si era affermato in quella leggendaria parentesi mensile.

Il buon Attila, che non si è mai distinto e continua tutt'ora a non distinguersi per sagacia, all'epoca, durante quei mitici sabati pomeriggio era uso recarsi motociclettato (con la 125 a scurreggetta) in una vicina cittadina di poco meno di 30.000 anime al fine di cercare di fare breccia in una figa corazzata (nel senso che era più impenetrabile della corazza di un M1A1 Abrams) senza alcuna possibilità di riuscita, per cui avrebbe solamente sentito i raccondi leggendari delle gesta di queste amazzoni della laringe e avrebbe, qualche settimana dopo che queste facessero la loro ultima prestazione, scortato alcune gentili donzelle al bagno della citata Privata per evitare il formarsi di code all'esterno del servizio igienico.

Un paio di anni dopo, durante il primo pomeriggio di una calda fine di luglio, Attila si trovava in macchina, da solo, sulla via di ritorno al Paesello natio da una poco distante località balneare, quando scorgeva 4 giovini donzelle che facevano l'autostop ai margini della strada e, visto lo spirito cavalleresco che lo contraddistingue tutt'ora, le faceva salire e le conduceva a casa presso la cittadina di poco meno di 30.000 anime sopraccitata, in quanto, all'epoca, recavasi spesso colà non più per corteggiare bellamente la suddetta figa corazzata, ma per nolleggiare legalmente cd musicali (all'epoca era consentito, me ne sparavo 10 a settimana che figata!). Ringraziamenti d'uopo al momento della discesa dall'automezzo e ripartenza verso l'ovile.
Qualche giorno dopo, mentre Attila si crogiolava bellamente sulla rena della località balneare di cui sopra assieme alla combriccola di giovinastri con cui combinava tante innocenti marachelle di cui, un giorno, probabilmente narrerò gli svolgimenti, passava la bionda più dotata toracicamente delle 4 pulzelle a cui il nostro eroe aveva dato un passaggio e lo salutava sorridente. Al che, il simpatico mattacchione che stava accanto ad Attila lo guardava con un misto di sbigottimento/divertimento e così si svolgeva il successivo dialogo:

Mattacchione (allargando il sorriso): Com'è che conosci la bionda?
Attila (con una discreta noncuranza): L'altro giorno ho dato un passaggio a lei e alle altre 3 sue amiche da qui fino a casa loro...
Mattacchione (trattenendo a stento le risa): E come ti hanno ripagato?
Attila (rivolgendo uno sguardo interrogativo): Niente... mi hanno ringraziato e sono scese... non sono mica così troglodita da farmi dare soldi per un passaggio in autostop, per chi cazzo mi hai preso?
Mattacchione (quasi senza fiato per il troppo riso): Ma tu sai chi è quella?
Attila (basito): No, se devo dire la verità non so chi sia...
Mattacchione (rosso in faccia per le difficoltà respiratorie suscitate dall'eccessiva ilarità): La Pompinara della (Nome della Privata che vado a omettere per questioni di privacy)... e quelle che ti stanno salutando sono le altre 3... solo un mona come te poteva dar loro un passaggio e non rimediare niente di niente!

Questi sono traumi che segnano una vita...

3 commenti:

essere disgustoso* ha detto...

solidarietà.

non mi viene in mente altro.

Basta Con La Droga ha detto...

No, ti rendi conto che stavo per perdere questo post? Cioè... me lo stavo per perdere sul serio. Meno male, va'.

PS = Se dovessi raccontare le mie non-scopate, ce ne sarebbe per almeno... mah, dipende dallo stile di scrittura. Un bel po' di pagine comunque.

Attila ha detto...

Calcola che questa è una delle tante... forse nemmeno la più clamorosa... quando mi viene l'ispirazione mi sa tanto che farò qualche altro post sulla mia completa mancanza di un minimo di arguzia.