Ho lavorato molto in questi ultimi mesi ed ho un sacco di ferie arretrate, per cui la prox settimana sarò in ferie e tornerò dopo Natale, anzi, dopo Santo Stefano per essere precisi.
Il pippottino iniziale è per spiegare che, di primo achito, volevo fare un post su come la reazione di Scilipoti al ruggito del coniglio sia, più che berlusconiana, perfettamente dipietrina, però, visto che è il post di Natale, volevo raccontare una storia, visto anche tutte le cazzatone immani che ho letto in questi giorni sulla bellezza di un partito a proposito di quegli stronzi che hanno messo a ferro e fuoco la città e quei microcefali che li giustificano additando ai poteri forti e ai complotti la causa prima di tutto.
Parlerò di un mio prozio, il nome è di fantasia (i lettori conosceranno la paranoia che nutro nei confronti della mia privacy), la storia, purtroppo, no.
Armido è giovane, è convinto delle sue idee, è un entusiasta.
Armido è un capo partigiano durante gli infuocati giorni della seconda guerra mondiale.
Siamo sul confine, su quel confine che vedrà i 40 giorni dei titini, che conoscerà le foibe e che poi passerà sotto consegna inglese.
Armido scrive "Nas Tito" sui muri della piazza del paese, Armido prende più botte dagli inglesi e passa più giorni nelle galere sventolanti Union Jack di quanti ne abbia presi sotto il fascismo, Armido ci crede.
Quando il Partito, scusate, Il Partito, chiede, per lavare l'onta degli esuli istriani scappati dall'Istria e dalla Dalmazia (e presi a sputi alla stazione di Bologna, sì, sputi, insulti e qualche sasso anche contro donne e bambini, tutti "organizzati" da Il Partito, n.d.r.), di mandare dei lavoratori nella Jugoslavia a far nascere il sole dell'avvenire soprattutto dal cantiere navale sul Fiume Azzurro, Armido prende la palla al balzo e, portandosi la moglie appresso, come altri idealisti fanno, parte.
Armido è un maestro d'ascia, un artista, il classico tizio che con le mani riesce a costruire di tutto, come per magia, è un lavoratore che vale, sì, ha sempre la lingua lunga e contesta qualsiasi decisione, ma come lavora lui, in pochi lo fanno.
Parte, viene destinato in una delle zone più interne della Jugoslavia, dove stanno nascendo città "nuove" e le città vecchie vengono ripensate. La moglie fa la sarta, è davvero brava anche lei, per cui sono stimati da tutti, nonostante la linguaccia di Armido.
Nascono i figli, il sole dell'avvenire non può splendere più fulgido.
Succede quello che non ci si aspetta, Tito e Stalin litigano, di quelle litigate che sarebbero potute finire a picconae sulla crapa se entrambio non fossero stati così paranoici riguardo alla loro sicurezza. Il Cominform espelle la Jugoslavia, il PCI ordina agli italiani espatriati di seguire le regole cominformiste. Gli italiani espatriati che si proclamano cominformisti finiscono a Goli Otok, in vacanza premio.
Armido si trovo in un posto isolato dal resto degli italiani, per cui le direttive de Il Partito non è che gli arrivino tutti i giorni e, non si sa bene se per questa ragione o per un lampo di buon senso, davanti alle autorità statali si proclama titoista, per cui niente vacanza premio.
Lui lavora bene, sua moglie è davvero brava con ago e filo, sono dei perni della società, se non fosse per la maledetta linguaccia di Armido e per la sua allergia all'obbedienza.
Piano piano Armido sente l'aria cambiare, sente le frizioni, si sente sempre più straniero non troppo gradito.
Armido torna in Italia, torna alla sua sezione de Il Partito, lui è uno dei volenterosi che è andato a costruire il sole dell'avvenire, lui è stato un capo partigiano ammirato per la sua audacia, lui si è preso un sacco di botte per la causa.
No, non è più persona gradita, è un traditore, o forse, visto che nemmeno chi ha passato la villeggiatura sull'Isola Calva risulta persona gradita, non sono più graditi coloro che hanno inseguito il sogno jugoslavo. Diciamo la verità, non è che sia una persona non gradita, è un appestato, uno a cui impedire l'ingresso in sezione, uno che è meglio non si faccia vedere alle Feste dell'Unità, che possono nascere scompigli.
Ecco, Armido è isolato. Cosa può fare un uomo isolato? Un uomo che ha dato tutto per il suo sogno di società ed adesso si ritrova ad essere trattato come nemico. Si autoesilia nella più popolosa ed industriale città italiana, dove nessuno lo conosce, dove può continuare a parlare della sua idea di mondo, nonostante non possa nemmeno lì entrare nelle sezioni, che appena si informano su chi lui sia, gli spiegano educatamente come non sia aria.
Però la lontananza dal suo mondo gli costa, gli costa davvero molto. Io sono bambino e ogni volta che lo rivedo tornare dalla grande città è di volta in volta più vecchio. Ha meno anni di mio nonno, ma sembra che ne abbia una decina in più.
Muore nei primi anni '80 di infarto, o meglio, di crepacuore.
La democrazia cristiana mentiva, i comunisti non mangiavano i bambini, no, era molto più semplice mangiarsi gli adulti, soprattutto quelli più idealisti.
Buon Natale a tutti.
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6 commenti:
E' molto bello Attila.
Mi sono anche un po' emozionato.
I miei nonni paterni venivano da Pola.
Chi glielo spiega ora a tutti i gasteropodi gggiovani di oggi che il PCI non era esattamente il "comunismo buono"?
Confermo: un partito INGRATO, prima che ingiusto o sbagliato o qualcos'altro che poi è una valutazione personale.
INGRATO.
Allora come oggi, da quanto leggo.
Atila: Sì il racconto è molto bello, secondo me quasi tutti noi settentrionali (mica perchè settentrionali, perchè la guerra civile ed ciò che successe poi, fino ai primi anni sessanta furono più "intensi" al nord) abbiamo delle storie del genere nelle nostre cerchie famigliari. Yossa, d'altra parte il comunismo buono non esiste e non è mai esistito.
@Sciuscia
Ultimamente stai inanellando una serie bestiale di osservazioni interessanti e assai toste.
Ti senti bene?
;-)
@Biondanna
Vero. Esisteva il comunismo: sicuramente quello italiano non era quello dei Khmer Rossi, ma non e' che per questo il PCI fosse le "Sorelle della Misericordia".
Sì, Sciuscià, pensandoci un attimo anche io credo che "INGRATO" sia un termine che meglio definisce quel partito e le sue evoluzioni... perché prima ancora che di idee, o di cultura, o di ideologia, o altro, si tratta proprio di una questione di materiale umano.
Attila: 92 minuti di applausi.
da ragazzo credevo di essere comunista.
poi ho scoperto che la mia era solo una passione per la vodka.
davvero molto bello, attila.
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