Nella logica familiare, al masculo, una volta alla settimana, tocca portare i rifiuti nella piazzola predisposta nel complesso residenziale (in pratica sono delle villette a schiera anomale e visto che non mi occupo di immobili residenziali, non mi inoltro oltre che poi faccio figure di merda e scopro di aver preso un bidone di quelli epici e mi deprimo perchè dovrei essere del settore), anche se ne produce meno di 1 quinto di quelli che trasporta. Per cui ieri sera mi sono trovato a trasportare i sacchi, felice come una Pasqua, Pasquetta e Venticinque Aprile messi assieme.
In quel momento sento una voce mascula che parla al telefonino...
"No, io pensavo che fosse una cosa importante... io ho investito tanto" Voce impostata
Pausa
"No, ho capito che erano due cene, ma siamo andati a mangiare pesce..." Voce meno impostata
Pausa
"Ma non mi hai detto che eri felice?" Voce che inizia ad adirarsi
Pausa
"Ma dicevi sul serio quando dicevi che eri felice per il lavoro nuovo..." Si denota una punta iniziale di scoraggiamento
Pausa
"Sì, ma io te l'ho detto che non dovevi sentirti obbligata... ma insomma..." Voce poco impostata e in costante rallentamento nello scandire le sillabe
Pausa
"Ma cosa vuol dire che mi avevi detto di non farmi false speranze?" Voce che tende all'acuto
Pausa
"E non è che mi hai detto niente quando ti ho detto di aver già prenotato la vacanza di questa estate a Malindi..." Indice di risentimento a mille
Pausa
"Ah... eh... Ma davvero mi ero dimenticato di dirti che avevo già prenotato?" Si insinua il dubbio
Pausa
"E davvero tu mi avevi detto che non esisteva che noi due andassimo in ferie assieme la prossima estate?" Voce molto acuta
Pausa
"Sì, ma almeno non farti vedere su facebook che ti strusci su quel tizio in bar..." Si sente la sfiducia affiorare, la voce perde un po' di ottave
Pausa
"Vabbé, ho capito..." La rassegnazione
Pausa lunga
"Ma no, dai..." La disgrazia
Pausa
"Ma se ti porto un bel regalo? Ma bello - bello!" Un barlume di ottusa e irragionevole speranza
Pausa corta
"No, ma cosa vuol dire che non te ne frega un cazzo di un regalo? Ma anche se ti porto quel vestito che abbiamo visto..." Voce acuta che tenta di tornare ad una modulazione più dignitosa
Pausa
"Ma dai... cosa significa..." Voce spezzata
Pausa bella lunga
"Ah... ma proprio così, di brutto..." Quasi un rantolo
Pausetta
"Ma cosa vuol dire che sono io che mi sono fatto illusioni?" Cercando di recuperare uno scampolo di dignità
Pausa
"E allora?" Quasi un sussurro
Pausa lunghetta
"Ma allora esci davvero con... sì, quello... coso lì..." Parole scandite a fatica
Pausa cortissima
"Però, cosa dici se magari andiamo a bere qualcosa fuori martedì?" Voce che cerca di simulare una parvenza di allegria forzata
Il tizio gira il telefonino di colpo... il quadrante si illumina, lo vedo riflesso sulla sua faccia attonita. Mi nota, mentre rincaso, faccio un cenno di saluto, che mi ritorna con un sorriso forzatissimo.
E alla fine torniamo sempre lì...
A quale stanza si può ramazzare con la propria scopa in culo...
lunedì 12 marzo 2012
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4 commenti:
Minchia, quello è un professionista!
Variazione su tema:
http://www.youtube.com/watch?v=NENPm1BWyOI
il film è un capolavoro assoluto.
F.
buahahahah!!!
uguale uguale uguale alla canzone!
Io, ad un certo punto non ci credevo... mi sembrava di stare nel video, mancava solo la bruschetta nell'occhio...
Clercks mi ha segnato la vita!
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