lunedì 1 giugno 2009

Scommettiamo sul nuovo presidio antimperialista?

Il Veneto regala sempre delle chicche!


Questa volta tocca al tempio del divertimento per famiglie: Gardaland che, come tutti quelli ci sono stati sanno, ha il problema endemico delle code, per cui hanno pensato di trovare una soluzione a pagamento, la Card (anzi le card, perchè sono 2).


Ma, visto che tutti coloro che sborsano 35 euro per entrare, 15 per un panino, 5 per una bibita e svariati eurini per memorabilia (immondizia) varia made in qualche paese in via di sviluppo , non sono disposti a scucire 10 eurini per accorciare il tempo di permanenza in coda... fischiano!



A me vien da ridere, in quanto mi vedo in autostrada, mentre passo dalla corsia del Telepass, tutti quelli fermi in coda al casello dietro al solito bielorusso che sta contando le monetine da 10 centesimi che cominciano a fischiare e a schiamazzare, chiamando il numero della direzione autostrade per l'Italia per protestare contro il marchingegno infernale a pagamento fortemente discriminatorio...


Visto che siamo in Veneto (che ha dato i natali a Luca Casarini), sicuramente qualche presidio permanente antimperialista, visto che sta gente non ha un cazzo da fare, dimostrerà fieramente contro la discriminazione basata sulla pecunia nell'ambito di un disegno più ampio di abbattimento del regime demoplutogiudaico signoraggista.


Un presidio di protesta notevole

8 commenti:

Benbow....I suppose? ha detto...

Dai su, questa storia del pagare per entrare prima degli altri mi pare una stronzata! Dice che è in uso anche altrove, estero e Italia, ma rimane una stronzata. Senza card d'urgenza puoi arrivare comunque a sborsare 200 euro per una giornata a Gardaland con bimbi, se comprendi il parcheggio le vivande e tutti i cazziemazzi, e non mi pare poco. Quegli euro in più proprio fanno incazzare. Trascorri le ore in coda, magari sotto il sole che picchia, e ti vedi pure passare avanti le persone. "E' marketing" - dicono a Gardaland. Ma Vaffancuffia, dico io. Allora visto che è tutto democraticamenbte capitalistico, è pure democratico che i prescelti sfilino tra cori di scherno e fischi di disapprovazione. E' marketing, baby!
E tutto sotto gli occhi dei bimbi...che un giorno diventeranno bravi italiani pure loro. Chissà, magari alle Poste o in farmacia basterà pagare qualche euro in più e salteri la coda.

Anonimo ha detto...

nella mia piccola opinione credo che gardaland dovrebbe essere chernibylizzata,assieme a quell'altra gabbia per scimmie che è mirabilandia.(se penso che stà a pochi chilometri da casa mia mi ribollono i morgelloni)saluti e buona notte,mauro.

Benbow....I suppose? ha detto...

meglio ancora, dovrebbero fare una ulteriore card più costosa che passa avanti all'altra card. Così avremmo i pezzenti, superati dai ricchi, superati dagli straricchi ... e poi ogni 6 mesi istituirne una nuova, con prezzo maggiorato, finché non si cazzottano tutti tra le varie code, e chi rimane entra a godersi finalmente una Gardaland semivuota e vivibile.

Attila ha detto...

Lavorando nel Real Estate, avendo problemi similari a quelli del parco divertimento, mi permetterei di dissentire per un paio di motivi sui commenti che condannano l'iniziativa:

1. Gardaland non è un ufficio pubblico, il fine ultimo sono i soldi e il profitto. In un momento di "maturità" del parco, con un'affluenza e una riiconoscibilità acquisite sul territorio nazionale, il primo problema diviene la "spesa media", cioè quanto viene speso per ogni ingresso. Il primo passo per l'aumento di questa è stato il resort, dopodichè si deve arrivare ad un altro stadio, quello di non disperdere coloro che hanno una spesa più alta, per cui si inseriscono queste card togli fila, per aumentare la propensione a chi già spende a spendere maggiormente.

2. Nessuno è obbligato ad andare a Gardaland, siamo tutti d'accordo che è un servizio "voluttuario". Insomma, nessuno ci obbliga a comperare un I-phone (esempio a caso) e, nel caso lo comprassimo, dovremmo spendere altri soldi per i vari pacchetti non inclusi, ma non c'è alcuno scandalo, è solo un servizio in più. Mi farebbe ridere vedere fischiare tutti quelli che sono su un autobus all'indirizzo di uno che prende il taxi.

3. Gardaland ha iniziato da lungo tempo, con la creazione del resort, la caccia al "big spender" aumentando anche la cifra per i biglietti di accesso e il costo delle cibarie oltre ai servizi accessori quali foto/ammenicoli vari, ma nessuno ha mai protestato contro chi può permettersi di dormire nell'albergo del centro, pagando la camera.

Io non lo vedo come uno scontro ricchi/poveri, ma come un nuovo servizio che, nell'economia costosa di una giornata nel parco, incide davvero marginalmente (anche con una famiglia di 4 persone, calcolando che solo l'ingresso al parco verrebbe 140 €). Probabilmente chi ne risulta più penalizzato è il visitatore abituale di zona limitrofa da più di una visita al mese, il quale, però, può scegliere date di minore affluenza senza dover pagare alcuna tariffa ulteriore.

Ciò che secondo me risulta sbagliato è il contingentamento delle suddette, che può creare disaffezione nella parte di pubblico disposta a comperarla e che affluisce nel parco non più di 2 volte l'anno.

Anonimo ha detto...

naturalmente lungi da me l'idea che chi ci lavora,o chi ne trae sostentamento sia esecrabile,IO mi sono trovato un paio di volte a gardaland e mi sono 1)annoiato,2)incazzato,3)stancato più di una traversata cervia-pola in sci d'acqua.trovo questi luoghi di ammucchiate troppo "falsi",preferisco la spiaggia di san menaio o una bella passeggiata sul sentiero delle orobie.se lavori in strutture del genere hai tutta la mia solidarietà:sevi avere una pazienza olimpica.saluti,mauro.

Attila ha detto...

Io sono un responsabile Real Estate per una Grande Multinazionale Bastarda e, in pratica, sono quello che (sia in ambito di siti commerciali, che in ambito di siti industriali) "costringe" i gestori/industriali ad inventarsi nuove maniere di aumentare il fatturato visto che hanno firmato il contratto proposto...

Ma sono buono, cerco di limarmi i canini ogni mattina...

Benbow....I suppose? ha detto...

Attila la tua visione della cosa è davvero chirurgica e asettica. Gardaland è un luogo per bambini, o perlomeno, soprattutto per bambini, non mi va di ragionarci su come se fosse una beauty farm per Paris Hilton. Certo che non ci obbliga il dottore ad andare a Gardaland, e molte famiglie ne farebbero anche a meno, credimi, considerando quanto costa una giornata lì dentro. Però magari ti va di portarci i tuoi figli e chiedere un prestito alla banca per farlo non è proprio un momento di gioia familiare.
E certamente Gardaland non è un ufficio pubblico, e allora? Siccome non sei pubblico puoi essere discriminatorio? La risposta alla domanda (retorica) è ovviamente si, Gardaland non sarebbe né la prima né l'ultima azienda a farlo, ma questo non significa che sia giusto e condivisibile.

Bah...magari da un punto di vista di marketing finanziario hai perfettamente ragione, la cosa sta in piedi, ma a parer mio non è un gran segno di civiltà. Quindi se domani mattina questi si svegliano e decidono che per entrare devi avere almeno un panfilo di 30 metri ormeggiato sull'Adriatico, gli facciamo anche l'applauso?
Non è che siccome i sultani del Dubai hanno la tazza del bidé placcata in oro questo automaticamente rende le tazze da bidé placcate in oro una cosa giusta, logica, condivisibile e auspicabile.

Attila ha detto...

Ammiraglio, hai preso il punto: i bambini. Se tu guardi bene vedrai che ogni Centro Commerciale ha come primo target il bambino, perchè il bambino "costringe" il genitore a spendere: i carrellini addobbati a macchinetta che costano 1 o 2 euro la mezzora, le macchinine dondolanti che scostano almeno 50 c per 3 minuti, non calcolando i negozi a loro dedicati. Ovviamente bisogna trovare un punto di equilibrio tra la propensione del bambino a spendere e la possibilità di negazione del genitore: se costa troppo poco ci sarà intasamento, se costa troppo non ci saranno utenti. Ovviamente, come un qualsiasi ecosistema, anche il Centro Commerciale ha all'interno le sue minacce, che normalmente sono rappresentate dai ragazzini che vengono a fare casino senza spendere (questa è una minaccia naturale, se poi prendiamo gli extracomunitari venditori abusivi, parliamo di minaccia complessa e viene trattata in maniera più "estesa"), per cui il sistema si munisce di guardie di vigilanza non armate quale anticorpo.

Alla fine anche a Gardaland ci sono queste minacce rappresentate da torme di ragazzini adolescenti schiamazzanti senza forte propensione alla spesa, che normalmente fungono da elemento disturbatore, per cui pare naturale trovare un anticorpo. Alla fine la spesa già elevata per una famiglia, non viene gravata in maniera insostenibile dall'acquisto delle tessere. Calcolando di farsi 300 km di autostrada all'andata e 300 km al ritorno, soste in autogrill (sia all'andata che al ritorno), mangiare all'interno del parco e comperare qualche memorabilia (leggersi minchiata obbligatoria per il quieto vivere), senza pernottamento nel resort (che costa un botto per una famiglia di 4 persone) costa più o meno 300 €, l'ulteriore spesa di 40 € non sembra incidere nel bilancio in maniera così incisiva, ma riesce a fornire un servizio impagabile (soprattutto in caso di coniuge o figliolanza scarsamente munita di pazienza). Se poi la famigliola ha un figlioletto/a infante, per cui non può andare sulle attrazioni in 4, ma solo in 2 (1 genitore + figlio/a maggiore), la spesa di 20 € per non far aspettare troppo l'altro coniuge in attesa non sembra eccessiva.

Lavorando nel settore, non riesco a concepire queste "soluzioni" come "lotte di classe" o "sperequazioni", ma come servizi da offrire per incrementare la spesa media e la soddisfazione del cliente, offrendo degli anticorpi alle possibili minacce (Ammiraglio, non mi dire che sotto il sole cocente di giugno/luglio/agosto avendo già speso una paccata di eurini ti piace essere attorniato da ragazzini semianalfabeti che urlano per comunicare anche se sono a pochi centimetri l'uno dall'altro e che normalmente puzzano come una mandria di bisonti dopo l'attraversamento di un guado).