martedì 18 agosto 2009

Morire di seghe mentali

La Dolce Metà è sommelier (III corso, diploma, micazzi e sticazzi compresi) e avere a che fare con la cricca dei sommelier vuol dire rapportarsi con individui che scassano i maroni sulla "qualità" (soprattutto per quanto riguarda il cibo e il beveraggio) in maniera ossessiva. Il formaggetto deve essere della tal malga DOP assieme al salamello di vero porco semiselvatico allevato a ghiande del Cadore e il vino... bah non mi metto nemmeno a parlare perchè lo smaronamento raggiunge livelli assurdi, come, alla fine della festa, il conto che arriva dalle mani del soddisfattissimo gestore/proprietario su vassoio di argento/oro/platino (nel senso che la prima volta è di argento, poi si aumenta il valore del supporto di volta in volta, come l'inflazione che in questi posti ha sempre una percentuale argentina di inizio secolo).
Il dover parecipare alle cene dell'Associazione è come doversi sorbire un rito di iniziazione talebano, solo che sai perfettamente che questo rito sarà ripetuto alla successiva cena in un loop infinito. Non puoi iniziare il giro dei formaggi da quello, devi iniziarlo da quest'altro con la confettura di cardo aromatizzata alle pere dell'Alta Slesia. Non puoi bere il vino dei miei coglioni assieme alla passata di orzo elegantemente spruzzata di cotica e tartufo. Non puoi degustare la ricciola su letto di verdurine al forno finemente ornata con l'olio di oliva del campo a sud della strada panoramica di Bardolino partendo dal lato sinistro. Non puoi mangiare la perfetta di cioccolato con guarnizione formata da panna montata a mano e ciliegia di Trofarello usando il cucchiaio da dessert, ma con il cucchiaio da gelato. Il Ruhm agricolo di Antigua va degustato nell'apposito bicchiere facendo 4 giri in senso antiorario prima di annusare e sorseggiare.

Orbene, quando leggo un articolo come questo non riesco a stupirmi che qualcuno possa morire per assurde paranoie dovute a comportamenti ossessivi legati al cibo. Anche se, nel caso, si parla di comportamenti troppo salutisti, non divergono molto dai puristi della qualità a tutti i costi, anche a costo di rovinarsi la vita.
Certo, sono d'accordo che la carne cruda battuta al coltello all'albese con olio ligure è ottima, ma non può divenire la mia ragione di vita, eccheccazzo.

In ogni caso non mi posso esimere dal definire questa una "morte per eccessive seghe mentali" e morire di onanismo è sempre stupido oltrechè ridicolo.

3 commenti:

Yossarian ha detto...

'la carne cruda battuta al coltello all'albese con olio ligure'

HAHAHA, adoro questo post Attila: finalmente qualcuno che grida 'il re e' nudo'.

Mangiar bene e' un conto e piace a tutti, ma esiste una parte dello slow food che altri non e' che una scusa per spillare quattrini alla gente con le 'pere del Gargano'.

Io sono andato un paio di volte a varie fiere dello slow food e francamente dopo un'ora di ' formaggetti e cazzilli' tipici li avrei mandati tutti a cagare.

Cazzo, e' roba buonissima, ma pagare dieci fottutissimi euri per una tartina col formaggio di capra delle Langhe, ecco, andatevelo a pigliare in quel posto.

Senza contare che i cuministi in questo ci sguazzano.

Anche il mio migliore amico fa il sommelier, che pero', per spezzare una lancia a favore della signora Attila, e' una attivita' molto nobile, anche se comprendo alcune tue perplessita'.

SCIUSCIA ha detto...

Ahah, davvero, pure io ho avuto ho avuto a che fare con lo Slow Food e - che dire?
Per certi versi è una nobile cosa, io sono un sostenitore della buona tavola, ed essendo originario di una regione (Umbria, è quella sotto la Toscana sulla destra) dove i prodotti locali sono dei veri tesori, non posso che apprezzare la difesa della qualità.
Ma, come ho premesso, di fronte a certe cose non c'è che la magica parolina: mavaffanculo.

Attila ha detto...

@Yos: Quando devo fermarmi la sera nella zona di Torino, normalmente vado a cena all'Eataly che è il covo di Slowfood perchè spendo relativamente poco, mangio bene e abbastanza in fretta (Slow lo dicono a loro madre, io sono Fast & Furious). Il problema è quando ci porto la Dolce Metà (adesso con l'arrivo della Piccolina praticamente mai): sembra un'adepta di Scientology che sale su una delle barche di Hubbard e non scherzo per un cazzo.
Prova ad avere a che fare con una sezione locale dell'Associazione sommelier quando va a cena didattica e poi mi racconterai l'esperienza esaltante tipo "Hostel" (ma nella parte di quelli legati alle sedie). Chi non ha vissuto (e vive tutt'ora) l'esperienza non può comprendere.

@Sciuscia: io prendo Slowfood per quello che è: un business fatto bene che serviva all'Italia per valorizzare la gastronomia italica. Detto questo, molti l'hanno presa per una pseudoreligione e per una ragione di vita. Io sono perfettamente d'accordo sul business che è sacrosanto, ma gli eccessi di molti adepti me le fanno girare come le pale del rotore principale di Mangusta in assetto d'attacco impegnato in azione.