giovedì 4 agosto 2011

Tatoo

Come era largamente prevedibile, dopo un Luglio caldo, l'ultima settimana, che dovrebbe essere la più calda dell'anno, ha piovuto quasi costantemente, tanto che la Piccolina si è presa il raffreddore e ha potuto usare il suo canotto solo una volta in piscina, per giunta, perchè di andare in spiaggia non se ne parlava proprio, mentre la Dolce Metà ha passato la settimana a lamentarsi del mal di gola. E' difficile descrivere quanto mi senta fortunato ultimamente.

Comunque, dopo la digressione meteosfigologica, devo affrontare il titolo del post.

Come già ha notato l'Ammiraglio in un suo post, ormai tutti sono tatuati, in piccolo o in grande, tutti hanno almeno uno schizzetto di inchiostro impresso indelebilmente sulla cute.

E qui andiamo indietro nel tempo a 19 anni fa, in una nota località balneare del sud della Spagna. Io sono sempre andato volentieri in vacanza con i miei, in quanto mi hanno sempre dato la massima libertà, tanto da lasciarmi brado dall'età di 15 anni, tantopiù che, spontandosi spesso, era l'unico periodo in cui li vedessi e non solo li sentissi al telefono. Come al solito divago, ma è per far capire il clima.

Allora siamo nel 1992, sono che cerco un posto dove mangiare senza farmi fregare in maniera troppo brutale un pranzo che non mi lasci boccheggiante sulla sabbia per le prossime ore a causa dell'eccessiva piccantezza, quando capito davanti ad un tatuatore. No, vi blocco subito, non immaginatevi quei posti fighetti che ci sono oggi, o quei posti finto trucidi che ci sono oggi, lì il posto è davvero terribbole e non ho ben capito come ci sono finito in quella parte della località, così lontana dalla spiaggia.

E' un periodo di grandi cambiamenti, ho appena finito il liceo, sono single, con quella che sarebbe diventata il mio "What If" principale (chi è curioso, vada a cercarselo il post in cui ne parlo) sempre scolpita in testa, ho la patente da relativamente poco tempo, voglio fare una cazzata e tatuarmi la "S" di Superman sul braccio (come John Bon Jovi, ok, prendetemi per il culo), per cui inizio a pensare al posto trucido, ci penso e ci ripenso.

Farsi un tatuaggio nel 1992 non è come farselo adesso, cazzo, è qualcosa di davvero trasgressivo. Continuo a pensarci. Sono un ragazzino testa di cazzo che ha i soldi per farselo, dopotutto. Ok, magari i miei non ne sarebbero stati proprio entusiasti, ma ormai, dopo i capelli lunghi fin oltre le spalle e il laccio di cuoio delle vecchie Timberland al collo sono sicuro che non alzerebbero le spalle in maniera molto vistosa.

Ecco, questo pensiero, mi sa, mi fa desistere. Fare una cosa che sarebbe perfettamente prevedibile dai miei mi sgonfia. Seguire il clichet mi distrugge l'individualismo smodato.

Morale: a 19 anni da quel pensiero e da quella possibilità sono davvero contento di non averla fatta, sarei stato come ogni altro tizio e/o tizia della spiaggia, sarei stato un clonino coronino. No, grazie, vi lascio i tatuaggi glamour tribbbbbbali di cui non avete un cazzo di idea di cosa vogliano dire e mi tengo la pellaccia verginea.

19 anni fa non sono entrato per diventare differente dal mondo e adesso mi ritrovo diverso.

Se questo periodo non fosse così di merda, mi farei un'ennesima grassissima risata.

4 commenti:

Benbow....I suppose? ha detto...

bravo, eroico oserei dire. Credo che saremo al massimo in 10 su tutto il pianeta, vecchi e bambini compresi. Mai digerita l'idea che adesso dovrei farmi una roba che non potrò mai più togliermi per tutta la vita. E se fra 10 o 20 anni il tatuaggio che mi sono fatto lo ritenessi una grandissima cazzata? Magari la svastica nazista, o quella band che poi non ascolto più, o il nome della tipa che poi ho mollerò, o il tribbbale di cui poi non mi fregherà più un cazzo perché diventerò un incallito deforestatore dell'Amazzonia? La morale è che è assurdo, per conto mio, fissarsi su un preciso momento della tua vita quando sei in costante evoluzione, per legge di natura. Domani non sarai quello di oggi, e una fotografia indelebile stampata in fronte invece pretenderebbe il contrario. Senza considerare i mononeuronici che non sanno nemmeno perché lo fanno, anzi si, perché hai visto mai che in spiaggia incontrano Illlary BBBlasy....

Mi dispiace per il periodo di merda, spero passi il prima possibile.

Anonimo ha detto...

Se si vuole un segno che non perda mai di senso, ci si tatui un integrale di linea.

Una formula matematica è per sempre.

E poi vuoi mettere la curiosità che scatena? Il metodo di impezzaggio DEFINITIVO!

Scusate, sto preparando un esame...
fre.

Anonimo ha detto...

e bravo Attila. e cosa ne pensi dei tatuaggi sulle donne? io non sono mai stata attratta da inchiostri e aghi, e per di piú non ho mai trovato un'immagine, parola o simbolo tanto importante da volerlo tatuato sulla mia pelle. Quando poi vedo una donna, famosa o meno, col un bel vestito, tirata e tutto, con un qualche sghiribizzo generalmente patetico (farfalline, angioletti, stelle) sul collo/braccio/coccige, mi scade tutto.

bixx

Attila ha detto...

@ Ammiraglio: Ogni volta che vedevo un tizio con una cartina geografica al posto della schiena pensavo al tuo post

@ fre: se una formula matematica è per sempre, io quando ero all'UNI, speravo che l'esame durasse un attimo il più fuggente possibile...

@bixx: A me le tizie tatuate sembrano tutte pornoattrici a fine carriera, mi danno l'idea di "non lavato", molto più che non sopra ai maschietti, che con l'innegabile intenzione di fare i duretti di quartierino, sono più patetici.