martedì 17 febbraio 2009

In difesa di un imperatore

In questi 3 giorni ho dovuto traslocare un Mondo Ikea (sono un fanatico di Ikea, come il protagonista di Fight Club) completo di pesantissimi elettrodomestici e ricostruirmelo pezzo a pezzo con la ciurma di amici fancazzisti che illuminavano con perle di saggezza imboscati nei meandri + reconditi della nuova casa (che mi costerà 30 anni di sudori) e, se avrò tempo, lo ricorderò con un post.

In tutto questo, domenica sono riuscito a vedere il derby e mi sono commosso. Ho visto un ragazzo che poteva essere perduto che si dava da fare (lo so sono superpagati e sticazzi e micazzi, ma sono sempre esseri umani con le loro debolezze e meschinità, come tutti noi), che correva e che, avendo segnato andava verso colui che lo aveva salvato a ringraziarlo (magari domani tornerà nel baratro, ma oggi è così). Quell'abbraccio, quella dedica, mi ha commosso, perchè dentro a quel gesto sta tutta l'essenza del calcio, perchè milioni di persone lo praticano e miliardi lo seguono, sono i gesti che ci fanno tornare ad un'innocenza persa nell'infanzia.
Ha segnato con la mano, quel gol andava annullato, siamo d'accordo, ma il gesto istintivo di vera gratitudine verso chi gli ha dato la possibilità rimarrà, almeno a me.
E anche una grandissima testa di cazzo come lo Special One, durante l'intervista a Sky, si è commosso veramente, gli occhi erano davvero lucidi (per riprendere poi l'aria odiosa da chi la sa + lunga di tutti).

(Afp)


Un saluto a Paolo Maldini per il suo ultimo derby dopo 25 anni di stracittadine. Un vero Campione, un vero uomo di sport.

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