venerdì 14 maggio 2010

In coda da 38 anni

Ecco un altro capitolo importante della mia passione calcistica, la coda.

Premesso che ho 36 anni, ma mi sento in coda da quel lontanissimo 1972; premesso che non potrò andare a Madrid per questioni di lavoro; premesso che se avessi detto alla Dolce Metà "ci andiamo a fare un giretto a Madrid il 22?", sulle prime non avrebbe capito (odia letteralmente il calcio, per cui non avrebbe afferrato, l'ho portata a San Siro, a Old Trafford, al Bernabeu, a Stamford Bridge e l'unica cosa che ha saputo fare è stata lamentarsi della confusione...), poi, appena fatta mente locale, mi avrebbe tirato un calcio nel culo di punta; premesso che la Piccolina ha da poco compiuto 14 mesi e non può essere portata allo Stadio; premesso che, in qualsiasi caso, non avevo nessuna possibilità di metermi in fila e che non sono mai andato a caccia di bagarini in Italia nè tantomeno all'estero; io, da un paio di settimane sono in coda costante.

Sono in coda perchè il calcio è da sempre una delle parti più importanti della mia vita, io con il calcio ho imparato a stare in gruppo e, lo so che sembra una bestemmia a chiunque sia dotato di un minimo di buon senso, a fare il lavoro che faccio, cioè guidare le persone e amministrare le cose.

Sono in coda perchè il calcio ha permesso all'Ingegnere di studiare e diventare quello che è diventato, dando così alla mia famiglia una tranquillità finanziaria difficilmente ipotizzabile se si pensa che mio nonno era il 14° di 14 figli di un mugnaio a cottimo e che ha sempre fatto l'operaio.

Sono in coda perchè un 5 maggio di qualche anno fa, la Dolce Metà, pur non capendo, ha compreso il "dramma" e lì ho saputo che, seppure stavamo insieme da davvero poco tempo, lei sarebbe stata la madre della mia (fino ad ora) unica figlia.

Sono in coda perchè il calcio mi ha insegnato l'etica del sacrificio, con quelle serate fredde, ventose, piovose o nevose in cui l'Ingegnere mi portava sul campo a stoppare quel pallone scagliato a decine di metri per aria che ricadeva a terra come un masso o colpendo di testa la palla sapendo che probabilmente mi sarebbe rimasto il segno.

Sono in coda perchè, anche dopo una giornata di merda, in cui nemmeno in palestra le cose sono girate come dovevano girare, accendo la tv e riesco ad astrarre me stesso da tutto pensando ad una sfera che rotola su un fazzoletto di erba (sperando che i giardinieri abbiano fatto con decenza il proprio lavoro) verde.

Sono in coda perchè, qualche volta, voglio credere alle favole, pur sapendo che è tutto un business, che, effettivamente, è tutto falso, che tutto ruota intorno al denaro, come il resto della vita, ma voglio illudermi che in quel momento ci sia un'epica, seppure falsa come le battaglie descritte da Omero.

Sono in coda perchè, in fondo, rimango sempre quel ragazzino con la maglietta taroccata di Beccalossi che viene portato allo stadio dal padre e rimane un quarto d'ora a bocca aperta a rimirare gli spalti gremiti.

Sono in coda per quel Colonia - Inter 1-3, quarto di finale di Coppa Uefa, in cui una squadra in 10 per un tempo infinito, fuori casa e con un attacco rimaneggiato ha saputo entusiasmare un bambino in modo tale da non fargli prendere sonno fino alle 2 del mattino.

Sono in coda perchè sì, cazzo, perchè alle volte è bello essere in coda così, anche se poi tutto si scazzerà e la vita continuerà sempre come prima.

14 commenti:

Single a trent'anni ha detto...

...e forza Inter, scusa, ma m'è scappata :)

SCIUSCIA ha detto...

M'è venuto da piangere, giuro..

Io sono in fila perché, nonostante la natura, solita troia, non mi abbia dotato per Il Gioco Più Bello Del Mondo, su un campo ho imparato a chiamare "Amico" un sacco di persone, e questo è (quasi) tutto, nella vita.

BiondAnna ha detto...

Davvero bellissimo. Sei riuscito a farmi capire cosa succede nelle vostre (testosteronate) teste. Non amerò mai il calcio, ma quasi quasi se scrivi ancora mi fai cambiare idea...

Anonimo ha detto...

"lo so che sembra una bestemmia a chiunque sia dotato di un minimo di buon senso, a fare il lavoro che faccio, cioè guidare le persone e amministrare le cose"

Non è una bestemmia! Chiunque abbia praticato sport di squadra a livello agonistico lo sa bene.
Bel post, mi hai quasi fatto venir voglia di rimettere le scarpe con i tacchetti e risentire il profumo dell'erba appena tagliata...

baronerozzo

Ubi Minor ha detto...

a me il calcio fa cagare, lo sai, però sto post è bello, è di cuore. Abbravo!

Yossarian ha detto...

Si' bel post e

SONO CINQUE DI FILA ATTILA, CINQUE DI FILA!


W INTER

Scusate.

Anonimo ha detto...

io invece sono in fila solo dal 2007.
ahahahahahahahah!
bel post.

Ps: ...ma rosico lo stesso,tranquillo.
fre.

SCIUSCIA ha detto...

E diciotto!

Più forti della Roma, più forti del Milan, più forti traverse, più forti dei milioni di gufi, più forti dei primi partita di Mezzaroma...

Ed ora a Madrid, che da quanto ho sentito oggi in TV, se non si vince quella coppetta è una stagione fallimentare!

none ha detto...

Non sono un amante del calcio, ma quello che è stato per te il calcio per me è stato il canottaggio anche se praticato non a lungo, ma in maniera assolutamente super, super intensiva.

essere disgustoso* ha detto...

io invece la settimana scorsa, giocando a calcetto con gli amici, ho fatto un gol della madonna in rovesciata direttamente da un lancio dalla difesa.
niente, è che volevo vantarmi con qualcuno anche nella vita virtuale.

Attila ha detto...

E per adesso sono 18...

@ED*: Il goal più bello della mia vita l'ho fatto in una campetto di calcetto 7 contro 7 sulla sabbia, quando ho calciato al volo di prima intenzione con il sinistro una palla che mi arrivava alle spalle e prendendo l'angolino sotto il sette con in porta un tizio che sarebbe diventato portiere in serie B... ero talmente felice che ho chiesto la sostituzione al volo e sono corso in giro per tutta la spiaggia urlando "goooooool goooool" con le braccia al cielo...

essere disgustoso* ha detto...

ho giocato come libero per molti anni: il mister mi vedeva come il nuovo franco baresi. peccato non si fosse accorto che i piedi erano di vierchowod.

è da quando vialli fece doppietta in rovesciata contro la cremonese che ne provo sempre un paio: segnare così per me è un gesto di rivalsa contro vent'anni di oppressione imperialista da parte dei centravanti.

e come dicevo sempre al mio amatissimo allenatore, il carabiniere iscritto all'msi a cui ho voluto più bene in tutta la mia vita: hasta la difesa, siempre!

Gillipixel ha detto...

A parte i dettagli biografici, ovviamente, sono le stesse cose cose che avrei voluto scrivere io, da interista che nonostante tutto non riesce a smettere :-)
Tutto molto bello quello che hai scritto...mi hai fatto riflettere su una cosa: nonostante tutta la degenerazione che il calcio ha subito, quelle lunghe ore che abbiamo trascorso tutti sui campetti spelacchiati di tutta Italia, non sono state tempo perso :-)

SCIUSCIA ha detto...

C'E' SOLO L'INTER