Si conclude qui la settimana dedicata al purissimo cazzeggio più puro, dalla prossima spero di essere meno rincoglionito e buttarmi su argomenti più seri ed attuali, tipo gli articoli che mi fanno ridere o incazzare sul Corrierone on line e robe simili, ma anche cazzeggio, che un simpatico guascone come sono io non può esimersi dal cazzeggiare.
Vabbè, esaurita la premessa, che in molti film può dirsi esaurito anche il soggetto, passiamo al core di questo post.
Inanzitutto, non mi ho contratto alcuna infezione, cioè non sono marcio, come qualche buontempone potrebbe dedurre dal titolo, ma io marcio nel senso di marciare o praticare l'attività della marcia.
No, non mi sono fuso il cervello (o forse sì, ma non è l'argomento della discussione), vado a spiegarmi: quando cammino, io lo interpreto come una marcia, io devo assolutamente raggiungere il punto B dal punto A nel minor tempo possibile ad una velocità sostenuta.
Ho sempre fatto sport, probabilmente a causa dell'Ingegnere e della Maestra che mi hanno tirato su come un piccolo appartenente alla gioventù della DDR, fino ai 17 anni io ho parlato con l'Ingegnere solo su un campo sportivo o su una pista da sci o ai bordi di una piscina tra una vasca e l'altra. Si, lo so, si spiegano molte cose.
La Dolce Metà l'ho conosciuta in palestra mentre ci allenavamo entrambi per una gara di triathlon. Qualche maligno sostiene che abbiamo passato più weekend a correre che non a fare altro, ma sono, ovviamente, solo malignità, lo dice anche il mio cardofrequenzimetro.
Mi sono accorto di marciare quando cammino da quando la Dolce Metà è arrivata al 6° mese di gravidanza, ha dovuto rallentare ed ancora adesso non è rientrata così in forma da reggere il passo; per cui me le sento come un cane ogni volta che andiamo in giro e cerco di raggiungere la velocità di crocera a cui sono sempre andato.
Il mio è un problema psicologico, io devo raggiungere B nel minor tempo possibile, sennò le gambe mi si appesantiscono, mi sembra di perdere fiato, cioè soffro a dover moderare la velocità di passo, è come se fossi "costruito" per andare ad un certo regime e se sono costretto ad andare al di sotto di una certa soglia faccio fatica.
Se ne è accorta anche la Piccolina, perchè quando siamo solo io e lei sia con il marsupio che con il passeggino si sente sballottata da una parte all'altra ed è tutta contenta; quando andiamo in giro con la Dolce Metà la velocità rallenta, il passo si fa incerto e lei non viene assolutamente sballottata (se non nel "riscaldamento gomme" del passeggino che la fa sempre sorridere). Alle volte, quando è nel marsupio fronte mondo, la Piccolina si gira verso di me e le si legge la protesta negli occhi per la mancanza di velocità, allora io, senza che la Dolce Metà se ne accorga, la indico con il pollice e alzo le spalle, per far sapere che il papà, cazzo, la velocità ce l'ha in ogni fibra, ma c'è la "zavorra" che non ha ancora ripreso il passo che rallenta...
Ho pagato qualche mazzetta alla personal trainer della Dolce Metà perchè le faccia un allenamento più tendente alla resistenza rispetto alla tonicità che aveva richiesto lei... spero non mi abbiano intercettato ambientalmente, perchè, in questo periodo, le palestre stanno diventando dei luoghi un po' tanto "ascoltati"...
Le arance a polpa gialla, grazie, che quelle a polpa rossa (lo so che fanno meglio, ma...) non riesco a digerirle bene... no, nel caso dico....
venerdì 19 febbraio 2010
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4 commenti:
Cazzo, sono come te.
Con la differenza che io non faccio sport. Non è da gentlemen.
Lo so che non è da gentleman, ma io sono un buzzurro tardo di mente e ignorante, per cui senza fare e guardare sport letteralmente muoio...
;-)
se non c'è una palla che rotola o viene lanciata, non è sport.
se non è sport è movimento.
se è movimento tendo a eliminare quello superfluo.
nonostante i miei dogmi fisici non so come ma, sebbene siano cinque anni che mi concendo solo il calcetto con gli amici, conservo ancora una buona linea. è un miracolo, a giudicare dal consumo di birra settimanale
Già, lo stesso per me, essere.
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