Premetto che in questo caso io sto parlando di ciò che in inglese sarebbe definito "safety" e non di quello che è definito "security" e non vado giù di spiegazioni sulla differenza perchè già ieri ho fatto il Piero Angela e se lo volete anche oggi, potete tranquillamente guardarvelo su Rai 1 stasera.
Orbene, ieri il ministro Tremonti ha detto una cosa piuttosto importante: non possiamo permetterci una sicurezza sul lavoro come quella che intende l'UE. Io, personalmente, sono d'accordo.
Ecco, verrà fuori sicuramente il tizio che mi darà dello "sporco capitalista", del "nemico dei lavoratori" e del "menefreghista rispetto alla vita umana". Niente di più lontano dal mio pensiero.
Secondo me la sicurezza sul lavoro è molto importante, il problema è che la UE classifica come "sicurezza sul lavoro" la pura e semplice "paranoia burocratica".
Se io devo fare un lavoro da 50.000 Euro, non posso essere costretto ad adottare misure per più di 30.000 Euro, il calcolo economico diviene insostenibile. Se poi vado a calcolare che una buona fetta di questi soldi va in adempimenti burocratici fine a se stessi, ma imposti dalla normativa europea, è facile ironizzare su questo.
Andiamo alle misure pratiche: è assurdo che mi venga imposta una linea vita (Piero Angela mode on/ sarebbe un sistema di funi e carrucole atte a sostenere lavoratori che operano in altezza) per sostenere una persona tale da poter bloccare un autotreno lanciato a 80 all'ora, per cui palesemente sovradimensionata, non è che un operaio debba per forza cimentarsi nel bungee jumping con sovraccarico di lancio verticale (come quelle palle che si trovano nei luna park e che ti scagliano nel blu dipinto di blu grazie agli elastici). Questo solo per fare un esempio.
Andando poi all'estremo opposto, troviamo che se non vengono intraprese tutte le misure di sicurezza oppure non ne viene intrapresa nessuna, il risultato agli occhi dei controllori istituzionali non cambia, per cui molte aziende, piuttosto che mettere in atto le procedure basilare che sono fondamentali per la tutela della vita del lavoratore e trovarsi multate perchè non hanno intrapreso tutte le misure, non ne intraprendono nemmeno una, tanto la multa è la stessa e gli operai rischiano davvero la vita.
Facciamo un ipotesi: io ti fornisco i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) e una linea vita atta a supportare una persona che lavora in altezza, ma non prevedo un carico straordinario a questa linea vita anche per un imbianchino che non potrà mai avere in mano qualcosa di più pesante di un secchio di pittura, posso venire multato come se non avessi previsto alcuna misura di sicurezza. E' un po' ridicolo.
D'altra parte non è possibile salvare tutti i Mr Magoo che vanno al lavoro, sennò dovremmo imbottire tutti coloro che hanno un impiego di gommapiuma e kevlar, tenendoli agganciati costantemente a delle corde fissate alle pareti con tanto di guanti, occhiali e casco protettivo integrale anche se svolgono le loro mansioni in ufficio.
Io sono convinto che la sicurezza sia un diritto fondamentale, certamente la paranoia (unita alla burocrazia europea) non può essere presa a modello. Nessun posto può essere "a prova di suicidio" oppure tanto sicuro da superare la fantasia nell'essere imbranati o disattenti.
Alle volte mi sembra che ai deficienti dell'UE Darwin non abbia insegnato un cazzo. No, no, su questo mi sbaglio: hanno perfettamente in mente la lotta per la loro sopravvivenza da burocrati fuori da qualsiasi realtà.
giovedì 26 agosto 2010
Sicurezza e Paranoia
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15 commenti:
Aggiungo una cosetta non proprio trascurabile: la normativa ti impone di fornire ai dipendenti tutte le dotazioni di sicurezza necessarie, di istruirli al loro uso e di curarne la manutenzione ma non ti dà alcuno strumento per imporre loro l'uso delle stesse ritenendoti comunque responsabile qualora si infortunino.
In altre parole: se la legge impone che il lavoratore indossi il casco protettivo, il lavoratore è obbligato a fornirlo (giusto), a istruire il lavoratore su come indossarlo correttamente (giusto), a curare che non sia rotto (giusto) ma non può costringere il lavoratore a metterlo. Se, cioè, quest'ultimo se ne frega e lo lascia a terra perché gli suda la capa e qualcosa lo colpisce in testa, il datore di lavoro è comunque responsabile dell'infortunio come se non avesse fornito il casco.
E' sempre la solita solfa: mi imponete di fornire le dotazioni di sicurezza altrimenti mi fate chiudere? Benissimo. Però mi lasciate licenziare il dipendente che non le usa.
P.S. adesso aspettati la reazione dei sindacalisti... serve un minigun usato pochissimo?
Non sono andato a controllare il decreto 81, Late, ma credo che se la formazione e l'avvenuta consegna del DPI sono certificate per iscritto (=burocrazia, right), siano proprio cazzacci del lavoratore, se si fa male.
E mi pare anche giusto.
@Sciuscia
Lo credevo anch'io finché non ho visto accadere il contrario.
Non posso entrare nei dettagli (per evidenti motivi di privacy, sono dati sensibili) ma, pur essendo come dici giusto, non è ciò che succede.
Soprattutto perché l'orientamento comune dei giudici del lavoro è comunque a cieca tutela del lavoratore.
Intendiamoci: fino a qualche anno fa e ancora oggi in molti casi (e soprattutto zone) era quasi sempre mancanza del datore di lavoro. Ma oggi le cose stanno cambiando. Il problema è che, e questo credo sia il senso del post di Attila, l'eccesso di tutela (quando non la giustificazione di veri e propri atti di idiozia) rischiano di spigere in senso opposto.
@Sciuscia
...siano proprio cazzacci del lavoratore, se si fa male.
Qui sta la mancanza normativa: il fatto che siano cazzacci solo se si fa male. Se quello lo vedo tutti i giorni senza il casco non ho strumenti per obbligarlo. Bada, parlo di strumenti che generino reale deterrenza al suo comportamento non richiami più o meno formali con i quali ci si pulisce il deretano perché sa che, comunque, nessuno può toccarlo più di tanto.
Per carità, il senso del post è sacrosanto.
Le attuali leggi sono frutto delle solite cazzo di ondate emotive: "dati sconvolgenti sulle morti in cantiere" - e allora via, scriviamo il Decreto 81/08 che prevede la lapidazione per il datore di lavoro fino a fallimento della ditta (così perdono anche il lavoro quelli che sono rimasti vivi, e la gente continua a morire).
C'è anche da considerare un altro effetto: questa sorta di "politically correct" applicato alle morti sul lavoro che impedisce di evidenziare gli eventuali comportamenti idioti rischia di cancellare l'effetto esperienza che dovrebbe derivare dall'aver visto le conseguenze di un errore.
Io ricordo con orrore l'intervista al TG di uno degli operai della Thyssen che diceva "c'era quella vasca di olio in fiamme, ho afferrato un idrante e non usciva l'acqua". Io, che sono un ingegnere, ho immediatamente pensato: "per fortuna". E il motivo è che se avesse diretto un getto d'acqua su una vasca di olio in fiamme sarebbe saltata in aria mezza regione.
Ma questo non si può dire perchè viene immediatamente preso come un tentativo di sminuire le responsabilità dell'azienda e scaricarle sui lavoratori.
Ok, a parte che non sarebbe uscita acqua, ma polvere estinguente o altro composto SI SPERA compatibile con dell'olio in fiamme.
A parte questo, qui toccherebbe anche all'informazione: si fa sentire l'operaio che dice la cazzata, dopodiché si fa intervernire l'espero che spiega perché non gettare acqua sull'olio bollente/in fiamme.
Invece, fa più scena, e audience, lasciare tutti in sospeso ad inorridirsi nell'intimo per un estintore vuoto.
@Sciuscia
Anch'io ho poi sperato che si riferisse ad uno degli estintori trovati vuoti ma quello ha detto "idrante", e da questo esce acqua...
Quanto alla pochezza dei nostri giornalisti penso che il 90% di loro se si incendiasse la padella in cui stanno friggendo le patatine ci verserebbero sopra l'acqua presa dal lavello vicino.
@Utente fantasma: dovevi mandarlo alla FIOM, così facevo prendere un coccolone ad Angelini...
@Late & SCIUSCIA: Mi è venuto in mente un episodio di un po' di anni fa: Medio Complesso Commerciale in mezza giornata di chiusura, alcuni elettricisti stanno tirando un cavo tra 2 pozzetti, hanno messo 3 birilli e 2 persone della sicurezza dell'impianto stanno a guardia del cavo; arrivano 2 tizi dell'ASL e gli pioppano una multa di 3.000 Euro perchè c'erano troppo pochi birilli e qualcuno avrebbe potuto cadere. Io mi trovavo lì e mi sembrava di essere in una puntata di "ai confini della realtà", io mi sono messo in mezzo e ho detto che era impossibile che passasse qualcuno perchè avrebbe dovuto superare l'unico accesso aperto presieduto da altri addetti alla sicurezza, ma loro insistevano sul fantomatico "intruso" che avrebbe potuto farsi male.
Nemmeno il ricorso con tanto di mia testimonianza ha fatto sì che il giudice desse loro ragione, perchè "la sicurezza"...
@Bertoldo: ti avevo avvertito: KABOOM!
@Attila
La figura dell'"intruso" imbecille sempre pronto a fare le più impensabili idiozie è tipica degli enti controllori italici.
E' la versione personificata del principio di precauzione.
E' presente anche nella legittima difesa: non posso mettere una mina Claymore in casa "perché se uno passa di li per caso senza sapere che è in una proprietà privata..."
Ma, cazzo, se sei in casa mia hai sfondato un serramento per entrare, non sei li per caso!
Guarda, Late, per entrare lì dentro in quel momento avresti dovuto superare un "gabbiotto" presidiato da guardie armate, mentre tutto il resto del complesso era sorvegliato da telecamere DOME dotate di rilevatore di movimento con operatore sempre presente, per cui saresti stato tipo Tom Cruise in Mission: Impossible...
Ma la cosa ridicola è che c'erano 2 operatori della sicurezza (safety) interna del complesso lì a presidio del cavo (che mi stavo incazzando anche perchè mi sembrava fosse uno spreco di personale 2 persone per 60 metri su linea retta...), solo che non c'erano abbastanza birilli. Se non fosse stato per i 3.000 € di multa, avrei riso molto della situazione.
Strano, sono anch'io d'accordo con Tremonti. Forse perché per una volta ha detto qualcosa di liberista, anche se senza volerlo (la sua ossessione è la competiività con la Cina)
Facciamo un ipotesi: io ti fornisco i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) e una linea vita atta a supportare una persona che lavora in altezza, ma non prevedo un carico straordinario a questa linea vita anche per un imbianchino che non potrà mai avere in mano qualcosa di più pesante di un secchio di pittura, posso venire multato come se non avessi previsto alcuna misura di sicurezza. E' un po' ridicolo.
no.
è molto ridicolo.
Anni fa, per un breve periodo di tempo, mi sono occupato di sicurezza relativa all'ambito portuale (anche se non direttamente)... e la figura dell'intruso che cade nelle buche non segnalate è forse quella che ancora ricordo con maggiore sbigottimento.
L'ipotetico intruso che subdolo ed astuto aggira controlli, sistemi di sicurezza, sorveglianti e poi... cade in una buca perché non segnalata! E la conseguente multa per il proprietario della struttura perché non tutela la sicurezza di qualcuno che va a fare qualcosa che non avrebbe dovuto, in un luogo dove non avrebbe dovuto trovarsi, dopo aver aggirato barriere ed ostacoli che non avrebbe dovuto aggirare...
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