sabato 30 agosto 2008

Giustizie e giustizianti

Partendo dal presupposto che, secondo me una parte dell'Italia meridionale non ha bene inteso cosa significhi fare parte di uno Stato, ma ha un concetto piuttosto astratto delle regole.

Voglio partire da questo fatto di cronaca per ricorcdare il mio unico 18 durante la mia carriera universitaria.
Come ogni studente di giurisprudenza, uno degli ultimi esami sostenuti è stato Procedura Penale. Non era un esame che mi interessava particolarmente, in quanto non ho mai avuto intenzione di diventare un avvocato e tutto il mio curriculum universitario ha avuto uno sviluppo internazional-economico, però, visto che la media non faceva proprio schifo e che in quell'estate non c'erano nè Mondiali nè Europei (ostacoli fondamentali durante le sessioni estive), avevo studiato la materia in maniera piuttosto approfondita.
Durante l'esame avevo avuto alcuni spunti brillanti (rari nelle materie procedurali e di scarso interesse per il CV che avevo scelto), per cui il prof, piuttosto ben disposto, mi fece l'ultima domanda: quali erano i fondamenti su cui si basavano i vari stadi del processo, ed io iniziai candidamente "durante le fasi iniziali, l'arbitrio del giudice...". Avevo appena finito la frase, che vidi tutto il collegio giudicante cambiare espressione, al che il prof si alzò e sbraitò che non avevo capito nulla della materia, che era grave perchè mi sarei laureato di lì a breve, che il mio studio era stato pressocchè mnemonico e che lui era terrorizzato dall'idea che una nuova generazione di giuristi avanzasse idee così devianti, per cui se accettavo un 18 potevo andare, sennò mi sarei dovuto ripresentare + avanti. Io, che della media, tendenzialmente, me ne sono sempre fregato, cercando di laurearmi il + in fretta possibile (Mondiali ed Europei permettendo), accettai il mio 18 e me ne andai, scuotendo via la sabbia da sotto alle Timberland (per dirla biblicamente).

Pensando che il Governatore dell'Abruzzo è rimasto in gabbia per un tot di tempo, a causa di testimonianza di 1 sola persona e senza nessun riscontro alle intercettazioni telefoniche, e che le intercettazioni che non hanno nessuna rilevanza penale (non sto parlando di quelle che il Berluska vorrebbe proibire, sto parlando di quelle eseguite sotto le norme al momento vigenti) e dovrebbero essere distrutte, ma vengono pubblicate, invece, sulle pagine dei giornali, e che ci sono svariate inchieste su fatti poi riconosciuti penalmente irrilenvanti, ma che hanno molta presa sull'Opinione Pubblica (che viene tanto cercata dal nostro amato regista dalla barba incolta e dal cucchiaino sempre pronto) e hanno molto risalto mediatico... rimango sempre + convinto che, durante le fasi iniziali del processo, l'arbitrio dei vari giudici è il fondamento principale, a partire da quella cazzata di stampo totalitaristico che è l'obbligatorietà dell'azione penale, al di là delle boiate scritte da un organo autoreferenziale come questo. Perchè tutti sanno che c'è stato un referendum sulla responsabilità civile dei giudici dai quali scaturisce la legge n. 117 del 1988, che è talmente astratta, da far sì che non si possa verificare se non in casi estremi (e anche su quelkli ci sono forti dubbi sull'applicabilità).

Buona giustizia a tutti e quando andate al sud, attenti a non stare troppo vicino alle forze dell'ordine... potrebbe essere alquanto pericoloso...

Nessun commento: