martedì 29 dicembre 2009

Xmas Carol

Di norma, la sera del 25 dicembre mi sparo tutta la trilogia di Die Hard (anche se il 4° non mi dispiace, non è paragonabile ai primi 3), perchè, per me, Natale non è Natale senza McClane e il suo Yippie Ki-Yay e anche quest'anno è stato fatto.

Quello che non avevo mai fatto negli anni passati era accudire la Piccolina, in quanto la Dolce Metà ha deciso che, vista la lontananza continua, il babbo deve passare più tempo possibile con sua figlia quando ne ha l'occasione.

E cosa fa qualsiasi babbo occidentale durante i giorni con la figlioletta infante? Si piazza davanti a Sky a guardare programmi per i più piccini (e qualche partita del calcio inglese, che fa sempre bene, tanto alla Piccolina piace guardare i campi verdi e i tizi che si muovono come forsennati dietro ad una cosa che svolazza di qua e di là e quando si stufa c'è sempre il gioco "cerca di raggiungere il telecomando andando a carponi sul divano" di cui lei non si stanca mai).

Orbene, visto che Baby tv mi fa andare in trip da acidi, cerco qualcosa che possa vagamente interessarmi e... tah dah... una specie di maratona Xmas Carol (no, non quella di Borghese) che accontenta i gusti della Dolce Metà in fatto di non traviare la piccolina (su Sky Cinema Max davano la versione in HD di Commando...) e non mi fa perdere la metà delle mie scarse attività cerebrali.

Posto che la versione che preferisco è quella dei Muppet, il vedere l'opera di Dickens un pacco di volte mi ha fatto riflettere.

Xmas Carol è un inno al capitalismo: mi spiego. Scrooge è un avido accumulatore di danaro e un uomo che passa la vita sul posto di lavoro senza concedersi alcunchè, inoltre non paga il valore effettivo dei dipendenti e non fa sì che la famiglia possa portarlo verso un consumo più consono alle sue tasche.
In fondo il capitalismo è basato sul continuo interscambio tra produttore e consumatore. Sulla potenzialità di essere tutti consumatori. Se una persona si limita al ruolo di produttore, crea una anomalia nel rapporto produzione-consumo, altera l'armonia dei flussi.
Il non pagare adeguatamente e non lasciare godere del magro guadagno l'impiegato crea ulteriori scompensi, come l'impossibilità per il figlio malato di questi di diventare un'altra fonte di produzione-consumo eclusivamente per una avarizia miope, così come il non voler andare a festeggiare a casa dei nipoti il Natale consumando il pasto preparato, fa sì che Scrooge sia un buco nero nella circolazione dei beni.
I fantasmi sono le entità che gli mostrano quali siano i pregi di questo circolo produzione-consumo e quale parte della sua vita si stia perdendo focalizzandosi unicamente sulla prima parte di questo rapporto e non lasciando nulla alla seconda.
Cosa fa appena si ravvede? Inizia a consumare, come in una vecchia pubblicità del passato governo Berluska (quella in cui tutti ringraziavano il tizio con lo shopper in mano), fa circolare il denaro, fa sì che il proprio impiegato possa godere appieno del rapporto produzione-consumo, fa sì che il figlio malato possa diventare un futuro produttore-consumatore e va a consumare il proprio pasto dai nipoti.

Cazzo, Dickens sì che aveva capito come far girare l'economia!

Solo un dubbio mi opprime: non è che il cotechino e il panettone, una volta entrati in circolo, possano causare deliri e allucinazioni?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sempre il solito... :)

Auguri a tutta la famiglia

Alessio

essere disgustoso* ha detto...

tu l'hai chiamato capitalismo, un mio amico invece l'ha voluta vedere come una redistribuzione di beni e redditi: quante morali nascoste in queste favole di natale...

in ogni caso, io proporrei questo cartone qui, per il prossimo natale...
http://www.youtube.com/watch?v=7AFawTBn7MY

la tua dolce metà mi ringrazierà.

Attila ha detto...

@ Mauro: ormai sono troppo vecchio per cambiare...
;-)
Ricambio gli auguri!

@ ED*: Scrooge non redistribuisce un bel niente, valorizza le componenti umane, motivandole e modifica il suo pensiero da una società preindustriale, in cui l'accumulo fine a se stesso serve per fronteggiare la carestia che colpisce ciclicamente una società agricola, ad una industriale, in cui i beni e la valuta devano essere scambiati frequentemente, per creare il cd valore aggiunto.
Per quanto riguarda il cartone, è un pochino troppo buonista... io, se fossi stato l'alce, avrei convinto anche i giovani acquirenti a fare un giretto tra le dentiere per "provare il gioco in una nuova e più completa dimensione". Se mi ascoltassero di più quei debosciati del dipartimento marketing...

Il Mondo è mio!

Bwahahahahahahahahahahahahahahah

(Risata malvagia da immaginarsi con leggero eco in sottofondo)

lamb-O ha detto...

> come in una vecchia pubblicità del passato governo Berluska (quella in cui tutti ringraziavano il tizio con lo shopper in mano)

Credo sia stata la cosa che più si è avvicinata a convincermi a farmi monaco e vivere sul K2.

Attila ha detto...

A me ha fatto un'impressione assurda quella pubblicità: ho sempre tenuto moltissimo alla mia privacy e se qualcuno, per il solo fatto di avere uno shopper in mano per strada, mi avesse ringraziato, ne sarei rimasto terrorizzato...